Health Journalism Forum
30 Ottobre 2025Dal rischio di disumanizzazione all’urgenza di nuovi linguaggi inclusivi: dal palco del Forum riflessioni e proposte per un giornalismo in salute più autorevole e responsabile. Le interviste ai protagonisti

La comunicazione sanitaria è una forma di prevenzione. È da questa convinzione che è partito l’Health Journalism Forum (HJF), che ha riunito ieri a Roma oltre 200 professionisti della salute, del giornalismo e delle istituzioni per ridefinire i principi di etica, trasparenza e uso responsabile dell’intelligenza artificiale nella comunicazione sanitaria. Promosso da Social Reporters e sostenuto da Eli Lilly con il patrocinio di Commissione e Parlamento Europeo e la media partner, tra gli altri, di Edra, l’evento ha segnato un punto di svolta nel dibattito sulla qualità dell’informazione sanitaria. Tra gli interventi più attesi, quello del professor Walter Ricciardi, che ha richiamato le istituzioni alla responsabilità: “Combattere la disinformazione deve diventare una funzione strutturale dello Stato. Non possiamo lasciare che la fiducia pubblica sia erosa da soluzioni improvvisate o da chi non comprende i cambiamenti in atto”.
Sul valore della comunicazione scientifica accessibile, Matteo Bassetti ha rimarcato: “Il pubblico oggi vuole rigore e trasparenza. Raccontare la scienza sui social non è esibizionismo, ma parte della nostra terza missione”.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha messo in guardia dalle distorsioni statistiche e dal declino della peer review dopo la pandemia, ricordando come “la lettura critica dei dati sia il primo presidio contro la manipolazione dell’evidenza”.
In tema di autorevolezza e nuovi linguaggi, Benedetta Bitozzi ha evidenziato l’importanza di un approccio partecipativo: “L’informazione istituzionale in ambito salute non può più essere unidirezionale: il pubblico è frammentato e cerca engagement, vuole sentirsi parte di un cambiamento. Dobbiamo ascoltare di più i cittadini, in particolare i giovani, e usare linguaggi e contenitori nuovi, più inclusivi e capaci di raccontare anche le storie dei pazienti”.
Durante il panel “Il futuro della comunicazione sanitaria: tra AI, Reality Check e diritto alla cura”, si è parlato del rapporto tra innovazione tecnologica e umanizzazione del racconto della salute. Ludovico Baldessin, Chief Business & Content Officer di Edra, ha sottolineato l’urgenza di “un nuovo modello di collaborazione tra i settori per contrastare un livello di disinformazione in salute ancora elevatissimo”, ricordando che “il giornalismo in salute è oggi più che mai un presidio di democrazia e competenza. Senza autorevolezza, la comunicazione sanitaria rischia di essere percepita come promozione, e non come servizio al cittadino”. Baldessin ha aggiunto: “Serve una nuova alleanza tra media, istituzioni e operatori sanitari per restituire al giornalismo scientifico il suo ruolo originario: generare fiducia, stimolare conoscenza e fare educazione alla salute”.
Laura Cancedda, Senior Group Leader dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ha evidenziato come l’intelligenza artificiale stia migliorando il linguaggio della comunicazione scientifica, ma “a scapito dell’originalità e della dimensione emotiva”. Da AGENAS, Lorenzo Bandini ha insistito sull’esigenza di linee guida condivise per garantire l’equità di accesso alle informazioni sanitarie, mentre Enrico Pedemonte, scrittore e opinionista, ha richiamato al dovere dell’informazione critica, in grado di “filtrare l’automazione e restituire complessità, non semplificazione”. “La salute non è un prodotto, è un bene universale. E il nostro lavoro è difendere questo bene con la forza della verità”, ha dichiarato Ilario Vallifuoco, fondatore dell’HJF e di Social Reporters. “Le oltre 200 presenze confermano che il settore è pronto a superare la frammentazione e la fragilità informativa. L’Health Journalism Forum nasce per fare della comunicazione sanitaria un pilastro della fiducia dei cittadini”. La prossima edizione è già in programma, con l’obiettivo di consolidare il percorso intrapreso verso una comunicazione della salute più trasparente, autorevole e umana.
Anna Capasso
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