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Campania

17 Novembre 2025

La Campania vince al Tar, la Regione può uscire dal Piano di rientro

Il Tarr ha accolto il ricorso della Regione contro il diniego del Ministero della Salute. Il presidente della Regione Vincenzo De Luca: "Vittoria straordinaria". Il Ministero della Salute: "Subito appello al Consiglio di Stato"


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Il Tar della Campania ha accolto il ricorso della Regione contro il diniego del Ministero della Salute e ha ordinato l’uscita "immediata" della Campania dal Piano di rientro. Una decisione che interviene dopo anni di tensioni tra Governo e amministrazione regionale, e che certifica, secondo i giudici, il raggiungimento della soglia minima prevista per ciascun macro-livello dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Nella sentenza, il Tar riconosce che "la Regione Campania ha conseguito e mantenuto l'equilibrio di bilancio", mentre le contestazioni del Ministero — dai ritardi negli screening oncologici alla debolezza della rete residenziale per anziani — "non mutano la conclusione" secondo cui i criteri minimi risultano raggiunti. Per questo motivo il ricorso della Campania è stato accolto e il diniego ministeriale annullato.

Il governatore Vincenzo De Luca rivendica un risultato atteso da anni: "Una vittoria straordinaria, una battaglia vinta nell'interesse dei nostri concittadini e delle nostre famiglie". Secondo il presidente, il mantenimento della Campania nel Piano di rientro "ha penalizzato in modo grave la sanità, le strutture convenzionate ed è stato usato in maniera strumentale". Nei giorni scorsi De Luca aveva evocato anche l’ipotesi di denunce per concussione contro funzionari ministeriali: "È uno scandalo vergognoso che la Campania sia ancora nel piano di rientro e altre Regioni no". In conferenza stampa a Salerno ha ribadito: "Il tribunale amministrativo ha riconosciuto che non c’è nessuna ragione oggettiva per tenere la Campania in piano di rientro. Chi dovesse fare ricorso si dichiarerebbe nemico della Campania e delle nostre famiglie". A stretto giro è arrivata la posizione del Ministero della Salute, che annuncia ricorso al Consiglio di Stato: "Il nuovo Sistema di Garanzia dei Lea è solo una parte del più complessivo sistema di valutazione. Su questo piano la Campania risulta ancora inadempiente su aspetti rilevanti che non consentono di certificare l’uscita dal Piano". Il dicastero cita "una rete sociosanitaria insufficiente", "criticità strutturali nei programmi di screening", e ribadisce che "l’equilibrio di bilancio, raggiunto a discapito dei servizi ai cittadini, non può considerarsi sufficiente".

Il vicepremier Antonio Tajani conferma la volontà del Governo di impugnare la sentenza: "Quella del Tar non è una decisione definitiva, ci sarà il Consiglio di Stato". Poi l’affondo politico: "Se la sanità in Campania non funziona non è colpa del Governo, ma dell’amministrazione regionale che governa da decenni". La premier Giorgia Meloni, da Napoli, ha attaccato De Luca parlando di "show" e "gioco delle tre carte" sulle liste d’attesa, sottolineando che i dati resi pubblici dal presidente riguardavano solo le urgenze. Di segno opposto il commento di Roberto Fico, candidato del centrosinistra: "La sentenza è una grande vittoria. Uscire dal piano di rientro permetterà di riaprire gli investimenti in sanità".

La vicenda riaccende il dibattito nazionale sul sistema di controllo della sanità regionale. Tonino Aceti, presidente di Salutequità, richiama l’urgenza di criteri trasparenti: "Il diritto alla salute dei cittadini deve essere governato e amministrato dalle istituzioni sulla base dei dati e delle evidenze, non della politica". Aceti sottolinea un nodo strutturale: "Mentre sono chiari i criteri di entrata nei piani di rientro, non lo sono altrettanto quelli di uscita. È un elemento di opacità che lascia troppo spazio alle logiche politiche". Inoltre, evidenzia il limite dei dati disponibili: "Ragioniamo su informazioni vecchie di quasi due anni. Il sistema di verifica del Servizio sanitario nazionale è inefficace. Bisogna renderlo più robusto e trasparente". Il presidente di Salutequità richiama anche responsabilità regionali: "La Campania non approva un piano sanitario regionale da oltre 12 anni. Manca una programmazione aggiornata, ed è un problema molto serio". E amplia il ragionamento sulla governance nazionale: "Verificare e misurare non basta. Il ministero deve accompagnare, coordinare e sostenere il miglioramento delle Regioni. Il comitato Lea è troppo autoreferenziale: servono rappresentanti indipendenti che possano garantire valutazioni terze e sottratte a ogni logica politica".

 

Anna Capasso

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