Veneto
29 Settembre 2025In Veneto sono stati adottati due decreti che definiscono i criteri per individuare i centri di riferimento chirurgici per i pazienti con tumore allo stomaco, al colon e al retto. Ma la Federazione CIMO-FESMED contesta i criteri adottati, giudicati troppo limitati
In Veneto sono stati adottati due decreti che definiscono i criteri per individuare i centri di riferimento chirurgici per i pazienti con tumore allo stomaco, al colon e al retto. La classificazione si basa esclusivamente sul numero di interventi effettuati nel 2024, suddividendo gli ospedali in tre categorie: strutture che raggiungono la soglia stabilita e possiedono i requisiti tecnologici e professionali, quelle che garantiscono solo il livello minimo di chirurgia, e quelle abilitate a diagnosi e trattamenti ma non a interventi chirurgici.
La Federazione CIMO-FESMED contesta i criteri adottati, giudicati troppo limitati. “Non vengono considerati indicatori fondamentali come il tasso di sopravvivenza a trenta giorni, le complicanze post-operatorie o l’esperienza del singolo chirurgo – dichiarano il presidente nazionale Guido Quici e il presidente regionale Giovanni Leoni –. Occorrerebbe passare da un approccio numerico a uno basato sugli esiti misurati, con equità, prossimità e tempi certi di cura”.
Il sindacato evidenzia inoltre i rischi per pazienti e ospedali periferici: trasferimenti continui, impossibilità di gestire interventi urgenti e conseguente fuga di professionisti dalle strutture più piccole. “Dubitiamo che gli hub regionali abbiano capacità strutturali e professionali sufficienti a reggere la centralizzazione degli interventi, con il rischio di un allungamento delle liste d’attesa – precisa Leoni –. Una scelta che si pone in contrasto con la medicina di prossimità”.
Secondo Quici, le decisioni del Veneto potrebbero fare da modello ad altre Regioni. “Siamo favorevoli a una riorganizzazione razionale della rete ospedaliera, ma si tratta di processi complessi che devono basarsi sulle evidenze scientifiche e coinvolgere i professionisti”.
CIMO-FESMED chiede quindi alla Regione Veneto di adottare una delibera programmatica e di indirizzo che tenga conto delle criticità evidenziate.
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