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29 Settembre 2022

Recovery Plan, dal dialogo Stato-Regioni la via per attuarlo. Ecco come

In sanità, il dialogo Stato-Regioni e tra Regioni può aiutare il Recovery Plan a concretizzarsi: anziché spendere in nuove case della salute e poi in personale, ad esempio, le Regioni potrebbero adeguare il personale del servizio sanitario.  È uno dei suggerimenti che arrivano dal webinar Edra sui “Cambiamenti degli assetti manageriali in sanità”


Recovery Plan, dal dialogo Stato-Regioni la via per attuarlo. Ecco come

In sanità, il dialogo Stato-Regioni e tra Regioni può aiutare il Recovery Plan a concretizzarsi: anziché spendere in nuove case della salute e poi in personale, ad esempio, le Regioni potrebbero adeguare il personale del servizio sanitario ai bisogni esistenti, cercando ciascuna la strada per sé più semplice per erogare la nuova assistenza. È uno dei suggerimenti che arrivano dal webinar Edra sui “Cambiamenti degli assetti manageriali in sanità”, ospiti il professor Guerino Massimo Oscar Fares, Docente di Diritto commerciale, codice degli appalti e protezione intellettuale all’Università San Raffaele di Milano e Guido Carpani, capo di gabinetto ai ministeri di Ambiente e Funzione Pubblica e consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due esperti (Carpani è docente al Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna) hanno ideato una banca dati di diritto sanitario, che accanto a leggi e provvedimenti ministeriali mette a repertorio le delibere della conferenza Stato-Regioni. Oltre a testi “straordinari”, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato all’Unione Europea fin qui realizzato nella parte relativa all’assistenza territoriale dal decreto del Ministero della Salute numero 77 sugli standard operativi di case e ospedali di comunità, centrali ospedaliero-territoriali e assistenza di prossimità. Per realizzare le strutture del PNRR però serve anche personale competente, per il quale manca un finanziamento nel Piano; e del resto mettere insieme operatori spetta alle regioni.

In realtà, per Carpani, qualcosa è stato fatto. «La pandemia ha messo a nudo i problemi di personale del Servizio sanitario, e gli ultimi governi hanno incrementato gli investimenti. È aumentato il numero di posti a bando per medici specialisti e di famiglia. Al fine di evitare carenze, il nuovo governo di Centro-Destra sarà chiamato a intervenire sulla programmazione dei fabbisogni di professionisti del SSN. E il legislatore, sulla riforma del territorio, sarà chiamato ad introdurre nelle leggi le istituzioni fin qui previste da decreti ministeriali, per evitare che contenziosi ai tribunali amministrativi le depotenzino. Da parte loro, le regioni dovranno adottare modelli organizzativi– ad esempio la casa di comunità - fin qui sperimentati con successo solo in alcune come Toscana ed Emilia-Romagna. Il nuovo legislatore dovrà pure intervenire sul recupero delle prestazioni rimaste in attesa perché posticipate per l’emergenza Covid-19 e dovrà valutare se si debba ampliare o modificare il ventaglio di risposte offerto dalla sanità privata in quanto “complementari” all’offerta del SSN. Infine, dovrà perfezionare la scommessa sulla valutazione delle nuove tecnologie puntando sull’Health technology assessment, specie per la telemedicina, chance nella cura delle cronicità». Il rispetto dei termini fissati da Bruxelles per il PNRR non impone a stato e regioni passaggi obbligati. «Il Piano dice chi fa cosa ma non come si fa; per quest’ultima risposta c’è la Conferenza Stato-Regioni che da 30 anni attua una manutenzione delle riforme sanitarie con la sua continua opera di contrattazione». Secondo Carpani, «per attuare DM 77 e PNRR sul territorio ogni regione potrebbe dotarsi di reti di professionisti anche senza necessariamente prima realizzare strutture: basterà mettere in rete competenze operative sul territorio e strutture professionali come fossero sezioni di case di comunità od altre strutture già esistenti».

Per Fares, il nuovo governo sarà chiamato con le Regioni a tutelare il diritto alla salute «affrontando i fattori culturali, operativi, gestionali che dovessero ostacolare la riforma dell’assistenza territoriale» ed a realizzare la telemedicina per ampie categorie di malati. Inoltre, dovrà applicare l’approccio One Health in sanità, dando corpo ad un sistema nazionale ed a sistemi regionali di prevenzione e salute enunciati in norme fin qui poco note, quali il decreto del Ministero della Salute del 9 giugno scorso. Servirà inoltre attenzione nel rapporto Stato-Regioni, ma anche nell’applicare il Codice degli Appalti, e nel rapporto con il Garante Privacy che ha appena bocciato l’ecosistema dei dati sanitari progettato dai funzionari governativi e regionali. Per Carpani, sono indispensabili funzionari in grado di capire i campi dove è necessario applicare le gare europee, e i fondi del PNRR non vanno impiegati a “pioggia” per singole realizzazioni, bensì per costruire reti d’eccellenza in grado di convogliare allo stesso modo da Nord a Sud i pazienti nel circuito di cure giusto, colmando le diseguaglianze. Un cenno, infine, alla nuova banca dati che, come spiegano Fares e Carpani, mette insieme i provvedimenti condivisi in questi anni a tutti i livelli istituzionali. Cliccando una voce sarà possibile avere in mano tutta la normativa in merito, incluse le delibere Stato-Regioni, e semplificare così la comprensione dei temi.

Per rivedere il webinar https://www.youtube.com/watch?v=S4fHO5hSY-E- 

TAG: EDRA, PNRR, RECOVERY FUND

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