Medicina
24 Gennaio 2023 Più possibilità di terapie a domicilio per i pazienti ematologici, lotta al dolore attraverso i farmaci, miglioramento della qualità di vita degli assistiti e delle condizioni psico-fisiche del malato, presa in carico del paziente nel contesto più appropriato. Sono questi alcuni degli obiettivi alla base del progetto sviluppato dal Policlinico Umberto I di Roma e da Ail Roma
Più possibilità di terapie a domicilio per i pazienti ematologici, lotta al dolore attraverso i farmaci, miglioramento della qualità di vita degli assistiti e delle condizioni psico-fisiche del malato, presa in carico del paziente nel contesto più appropriato. Sono questi alcuni degli obiettivi fondamentali alla base del progetto sviluppato dal dipartimento di Ematologia del Policlinico Umberto I di Roma e da Ail Roma, l'Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma, con il supporto della piattaforma All.Can Italia. L'iniziativa è coordinata da Claudio Cartoni, responsabile Unità Cure palliative e domiciliari dell'Umberto I, e dal direttore della Uoc di Ematologia Maurizio Martelli, è stata presentata al Senato e si concretizzata grazia a una convenzione tra il policlinico romano e l'Ail.
In base alla definizione dei fabbisogni clinici - spiega una nota - i pazienti sono stati inseriti in un programma di cure integrate e simultanee ospedale-domicilio, che hanno consentito un uso più appropriato dei posti letto dell'Unità ospedaliera di Ematologia. Negli anni 2020 e 2021, durante la pandemia Covid 19, sono stati assistiti a domicilio 243 pazienti. È stato inoltre progettato uno studio comparativo non randomizzato nella vita reale, pubblicato sul 'Journal of Palliative Medicine', per valutare i costi, l'uso delle risorse e gli esiti clinici tra un programma di cure palliative precoci domiciliari rispetto alle cure ospedaliere standard per i pazienti fragili trattati durante terapie che prolungano la vita o in fase avanzata per supporto trasfusionale e terapie antinfettive.
Dei 119 pazienti arruolati nello studio, 59 curati a casa erano più debilitati e avevano una sopravvivenza più breve rispetto ai 60 del gruppo ospedalieri. Tuttavia, il carico dei sintomi era simile in entrambi i gruppi. A casa il numero medio settimanale di trasfusioni (1,45) era inferiore a quello in ospedale (2,77). Un tasso più alto di infezioni si è verificato in ospedale (54%) rispetto a casa (21%). Il costo medio settimanale di cura per il ricovero ordinario era significativamente più alto, in un rapporto 3 a 1 rispetto all'assistenza domiciliare. Rispetto all'ospedale, infatti, l'assistenza domiciliare ha prodotto un risparmio settimanale di 2.314,9 euro per il sistema sanitario, con un carico di 85,9 euro aggiuntivo per la famiglia. Inoltre, a causa delle infezioni evitate con la soluzione domiciliare, quest'ultima è risultata costo-efficace con -7.013,9 euro per i giorni di cura per le infezioni risparmiati.
"Solidarietà, impegno e sostegno sono alla base dell'alleanza tra il Policlinico Umberto I e l'Ail Roma - afferma Maria Luisa Viganò, presidente dell'associazione - una sinergia iniziata quasi 40 anni fa grazie alla lungimiranza di Franco Mandelli e che, in questi lunghi anni, ha reso l'Ematologia del Policlinico di Roma una vera eccellenza nella cura dei tumori del sangue. Mandelli, pioniere dell'umanizzazione delle cure, comprese quanto fosse importante il luogo di cura soprattutto per i pazienti ematologici, particolarmente fragili ed esposti alla sofferenza. Già dai primi anni '90 promosse le cure domiciliari realizzando il suo progetto con il Policlinico Umberto I e, successivamente, con altri ospedali romani, permettendo a migliaia di pazienti di ricevere le cure nella propria casa".
La senatrice Elisa Pirro rimarca l'importanza dell'iniziativa: "Nel solco dell'attività portata avanti soprattutto nel corso degli ultimi 2 anni, siamo felici di presentare una realtà di così grande rilievo nel mondo clinico italiano che ancor prima del Covid aveva già dimostrato che si possono portare le cure a casa del paziente, anche in situazioni così delicate, armonizzando il setting ospedaliero con quello territoriale per fornire la migliore soluzione terapeutica ai pazienti. Tale progetto ha dimostrato anche che questo approccio è economicamente sostenibile e, anzi, comporta dei risparmi importanti per il nostro sistema sanitario, rafforzando allo stesso tempo la sicurezza dei nostri ospedali. Il nostro obiettivo come legislatore deve essere, quindi, quello di fare in modo che questi progetti sperimentali entrino nella routine clinica in tutto il Paese a disposizione di tutti i cittadini".
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