ospedali
12 Gennaio 2023                                  Gli  avvenimenti drammatici degli ultimi anni insegnano che gli ospedali, vista la  centralità che questi hanno all’interno della nostra società, devono essere  preparati ad affrontare eventi imprevisti e dagli effetti che possono essere  devastanti. È per questo motivo che viene applicato il Disaster Management        

                                      Gli avvenimenti  drammatici degli ultimi anni insegnano che gli ospedali, vista la centralità  che questi hanno all’interno della nostra società, devono essere preparati ad  affrontare eventi imprevisti e dagli effetti che possono essere devastanti. È  per questo motivo che viene applicato il Disaster Management, come approccio  alla gestione strategica delle emergenze. Ne parlano sull’ultimo numero di Progettare  per la sanità, Clara del Prete e Federico Lega  dell’Università degli Studi di Milano. Ecco il loro contributo.
  
"Gli eventi che hanno contraddistinto gli ultimi anni sono un esempio delle  numerose tipologie di disastro (naturale, biologico, tecnologico e civile) che  possono colpire e sottoporre a stress gli ospedali. L’applicazione del disaster  management (DM) rappresenta a oggi non solo un elemento indispensabile per  una buona gestione di questi eventi e per il raggiungimento della resilienza  ospedaliera, ma soprattutto un approccio che deve tendere a diventare una  funzione aziendale con un ruolo chiave nella direzione strategica di queste  strutture.
  
  Questo approccio, iniziato a diffondersi a partire dagli anni ’90, viene  definito dall’UNDRR (United Nations Office for Disaster Risk Reduction) come  “l’organizzazione, la pianificazione e l’applicazione di misure per prepararsi,  rispondere e riprendersi a seguito di un disastro”. Nella sua accezione  moderna, l’applicazione del DM si contraddistingue per il susseguirsi ciclico  di quattro fasi: (1) mitigation – azioni o sforzi intrapresi per ridurre  la probabilità e/o le conseguenze dei disastri, (2) preparedness –  azioni intraprese prima del verificarsi di un disastro per assicurare una  risposta e un ripristino adeguati, (3) response – azioni intraprese  subito prima, durante o immediatamente dopo un disastro con l’obiettivo di  salvare vite, ridurre l’impatto sulla salute e garantire la sicurezza pubblica,  (4) recovery – azioni mirate al ripristino o al miglioramento dei mezzi  di sussistenza e della salute, nonché delle attività, dei beni e dei sistemi.
  
  FATTORI CRITICI, FACILITATORI DI IMPLEMENTAZIONE E FRAMEWORK AS-IS
  Attraverso una revisione sistematica è stato possibile individuare le evidenze  ad oggi disponibili a livello internazionale in materia dell’applicazione del  DM al sistema ospedale per il rafforzamento della resilienza. Queste evidenze  sono state integrate e declinate in quattro ipotesi di ricerca mirate a  identificare i fattori critici (FC) strutturali, organizzativi e operativi e i  facilitatori per l’implementazione del DM negli ospedali.
  FC strutturali. Tra questi rientrano le caratteristiche infrastrutturali  e la posizione geografica degli ospedali. Questi due elementi devono essere  presi in considerazione in ottica di mitigation e preparedness  tenendo in conto, da un lato le caratteristiche dell’edificio che aumentano la  resilienza infrastrutturale (l’accesso verticale, uscite e luci di emergenza, way-finding,  i sistemi di allerta e di sorveglianza, il layout e le strutture di  emergenza e la presenza di generatori di corrente) e dall’altro l’afflusso di  pazienti in base alla vicinanza all’evento e la propensione dell’area ai  disastri, ma anche possibili modalità di collaborazione con i punti di cura  vicini.
  FC organizzativi. Tra questi rientrano le risorse umane, la governance  e la leadership. È infatti emersa la necessità di valutare il numero di  risorse a disposizione ed eventuali modalità di formazione di operatori di  livelli inferiori e di volontari e l’importanza del benessere psicologico di  questi. La governance e la leadership garantiscono una buona response  e recovery grazie alla definizione chiara di ruoli e relazioni, la  creazione di un clima coeso, la decentralizzazione del decision making  per aumentare la flessibilità organizzativa e l’identificazione delle funzioni  critiche. 
  FC operativi. Tra i fattori critici operativi è emersa l’importanza  nelle fasi di preparedness e response di un adeguato stockpiling,  dell’aumento della capacità produttiva per gestire i picchi di domanda e della  gestione delle aree produttive per rendere fluido il flusso di pazienti. È  inoltre necessario prevedere sistemi informativi di backup e mezzi di  comunicazione alternativi per un’efficace processazione e uno scambio  efficiente delle informazioni. Gli spostamenti e il networking devono  essere presi in considerazione per stabilire ex ante le modalità di evacuazione  e di trasferimento dei pazienti e le modalità di coordinamento con gli altri  punti di cura per condividere risorse, informazioni e per bilanciare il carico  di pazienti.
  Facilitatori per l’implementazione. Tra questi rientrano la  predisposizione di piani di emergenza continuamente aggiornati e frutto di  esperienze passate e feedback; la formazione, processo che deve  coinvolgere tutta l’organizzazione e gli stakeholders esterni attraverso  strumenti come esercitazioni e simulazioni ed infine l’apprendimento, la vera  sfida per un’efficace implementazione del DM. Insita nel trasformare  l’apprendimento individuale in apprendimento organizzativo, servendosi anche di  strumenti come le analisi di vulnerabilità e di esposizione ai rischi e  reportistica frequente.             
                                      I risultati di  questa prima analisi hanno permesso di sviluppare un primo framework as-is  (Fig. 1) che rappresenta l’insieme delle evidenze ad oggi disponibili in merito  all’applicazione del DM per aumentare la resilienza degli ospedali.            
                                      Come si evince dal modello,  all’aumentare degli elementi implementati in ottica di DM aumenta non solo la  resilienza ospedaliera, ma anche la healthcare resilience, la resilienza  del sistema.
  
  TEMI DA APPROFONDIRE E FRAMEWORK TO-BE
  Un’analisi esplorativa ha permesso di identificare tre gaps a oggi  presenti in letteratura che rappresentano temi e aspetti che dovrebbero essere  approfonditi in futuro per definire in modo più completo gli elementi che  influenzano e potenziano la resilienza ospedaliera.
  Innovazione dei FC e dei facilitatori di implementazione. Nonostante sia  stato riscontrato un adeguato livello di innovazione e aggiornamento negli  studi analizzati in merito agli elementi da implementare a livello ospedaliero,  ad oggi esistono innovazioni strutturali, organizzative e operative applicate  alla gestione ordinaria degli ospedali che non sono state analizzate ed estese,  con le giuste accortezze, alla gestione straordinaria di eventi disastrosi. A  livello esemplificativo vengono di seguito riportate: le strategie per un  design resiliente delle infrastrutture ospedaliere identificate da Capolongo et  al. (2020); l’utilizzo di sistemi di controllo strategico diagnostici e  interattivi che possono potenziare i FC organizzativi; l’applicazione delle  tecniche e degli strumenti dell’operations e lean management per  potenziare FC operativi; l’utilizzo dei big data per potenziare i  facilitatori di implementazione.
  Approccio ciclico al DM. È emersa una quasi totale mancanza di un  approccio ciclico al DM nella declinazione degli elementi strutturali,  organizzativi, operativi e dei facilitatori, in particolare con riferimento  alle fasi di mitigation e di recovery. È indispensabile  declinare le modalità di gestione dei disastri negli ospedali secondo le  quattro fasi che compongono il ciclo al fine di generare un circolo virtuoso in  grado di aumentare la resilienza a 360°.
  Commitment nazionale. È inoltre emersa l’assenza di una declinazione a  livello locale delle normative e delle strategie nazionali e di una visione  centralizzata della gestione dei disastri. È indispensabile definire politiche,  misure e strumenti per il raggiungimento di un’omogeneizzazione del DM a  livello nazionale con una successiva declinazione a livello di singole  strutture.
  Alla luce di quanto riscontrato è stato possibile costruire un framework to-be  (Fig. 2). Questo secondo modello è un’evoluzione del primo, resa possibile  grazie all’inclusione dei tre gaps emersi dall’analisi esplorativa: l’output  del modello resta invariato (il raggiungimento della resilienza ospedaliera e  della healthcare resilience) e si è tenuto conto della necessità di  innovare i FC e dei facilitatori, di declinare questi elementi secondo il DM  Cycle e dell’intervento nazionale e internazionale per omogeneizzare  l’applicazione di questo approccio.             
                                      ROADMAP PER LE  DIREZIONI AZIENDALI
  Si è ritenuto inoltre necessario formulare una roadmap composta da tre  step che permettano alle direzioni aziendali di raggiungere un’implementazione  diffusa del modello as-is e di gettare solide basi per evolvere verso un  modello più completo come il framework to-be. (1) Diffondere la  conoscenza – raccogliere, analizzare e diffondere dati e informazioni,  esperienze passate e lezioni apprese, promuovere l’awareness, diffondere  e applicare metodologie e modelli per la valutazione dei rischi e attivare un  dialogo con la comunità scientifica per un decision making evidence-based.  (2) Allinearsi a normative, politiche, programmi, piani e strategie  nazionali – per promuovere un’implementazione omogenea delle misure di DM nazionali  a livello locale, rafforzare le modalità di coordinamento e di cooperazione,  gestire la mobilità delle vittime, definire ruoli e responsabilità in modo  appropriato, allinearsi agli standard nazionali e rispettare le normative vigenti.  (3) Canalizzare gli investimenti – per favorire la ricerca,  l’innovazione e l’implementazione di misure per la gestione dei disastri e per  favorire la declinazione delle attività ospedaliere nelle quattro fasi del DM  Cycle".
  
  Bibliografia 
  Coppola, D. P. (2021).  Introduction to International Disaster Management. Butterworth-Heinemann.
  UNDRR United Nations  Office for Disaster Risk Reduction. (2022). UNDRR
  
  di Clara Del Prete, Federico Lega            
                                      Figura 1 – Framework  as-is per l'applicazione del DM per aumentare la resilienza degli ospedali  (elaborazione degli autori)            
Figura 2 – Framework to-be per l'applicazione del DM per aumentare la resilienza degli ospedali (elaborazione degli autori)
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