Medici
09 Settembre 2024I temi caldi della sanità a partire dall'escalation di violenza sono stati al centro del tavolo tra Fiaso e Federsanità, inaugurato a Bari. Un primo incontro tra le federazioni rappresentative del management delle aziende sanitarie e ospedaliere per definire una roadmap di azioni sinergiche e rilanciare insieme le priorità per il Paese
I temi caldi della sanità a partire dall'escalation di violenza contro il personale sanitario sono stati al centro del tavolo tra Fiaso e Federsanità, inaugurato a Bari. Un primo incontro tra le due federazioni rappresentative del management delle aziende sanitarie e ospedaliere, per definire una roadmap di azioni sinergiche e rilanciare insieme le priorità per il Paese. ''Insieme ai colleghi di Federsanità - spiega il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore, direttore Aress Puglia - abbiamo dato il via a una riflessione operativa sulle azioni più urgenti e non più rinviabili per la sanità italiana a partire da misure contro questa incredibile escalation di violenza a danno dei lavoratori di ospedali e strutture sanitarie. Su questi temi dobbiamo essere uniti. Ogni giorno le cronache segnalano episodi gravissimi, l'ultimo stanotte a Foggia a danno di tre infermieri, nella stessa struttura che pochi giorni fa era stata oggetto di una spedizione punitiva da parte di una cinquantina di persone. Un'aggressione premeditata, attuata con una modalità chiaramente mafiosa".
"Siamo di fronte a un vero e proprio cortocircuito culturale di un Paese in profonda crisi. Occorre investire in comunicazione, soprattutto, per quanto attiene alle strutture, tra personale sanitario e utenti, per ripristinare un clima di fiducia e di rispetto che si è andato perdendo. Serve tolleranza zero verso ogni forma di aggressione, verbale e fisica", sottolinea il presidente di Federsanità, Fabrizio d'Alba, Dg del Policlinico Umberto I di Roma
"Non possiamo abituarci a questa violenza, né possiamo militarizzare gli ospedali, per questo vanno introdotti il fermo di polizia e la flagranza differita, e guardiamo con interesse anche all'ipotesi Daspo per i violenti. Ma alla politica diciamo - prosegue Migliore - fate presto, non c'è più tempo, occorre agire in fretta. Chi aggredisce medici e operatori sanitari non solo commette un ingiustificabile danno alle persone, ma anche alle strutture, che hanno sempre più difficoltà a reclutare personale, mettendo in serio pericolo il diritto alla salute dei cittadini. Chi opera per il bene pubblico della salute va tutelato, nessuno deve sentirsi in pericolo perché svolge il proprio lavoro a tutela di un diritto collettivo assicurato dalla nostra Costituzione''.
''Bisogna rimettere al centro dell'attenzione pubblica la sacralità del rapporto della sanità pubblica con i cittadini. Sarebbe miope cercare i problemi della violenza agli operatori sanitari - continua d'Alba, Dg del Policlinico Umberto I di Roma - solo all'interno delle strutture. La volontà congiunta di portare avanti un Tavolo sulle priorità del Servizio sanitario nazionale costituisce per noi direttori generali, ma anche per gli enti locali che presidiano i territori, una roadmap che ha come unico obiettivo la tutela della salute pubblica e il benessere delle nostre comunità".
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