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06 Maggio 2024

Intelligenza artificiale in sanità, il punto su opportunità e rischi

Le opportunità offerte dall’applicazione dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario “sono innumerevoli e non siamo in grado, allo stato attuale, di valutarne la portata”. È quanto evidenzia a Sanità33, Giandomenico Nollo, presidente di Sihta


Intelligenza artificiale in sanità, il punto su opportunità e rischi

Le opportunità offerte dall’applicazione dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario “sono innumerevoli e non siamo in grado, allo stato attuale, di valutarne la portata”. È quanto evidenzia a Sanità33, Giandomenico Nollo, presidente di Sihta, la Società italiana di Health Technology Assessment, che nell’ambito dell’evento Exposanità, che si è svolto da 17 al 19 aprile scorsi, ha partecipato a una tavola rotonda sul tema dell’AI.



“Ogni giorno arrivano novità”, sottolinea Nollo, precisando che l’AI, sia come machine learning che come deep learning, “sta dando un grande contributo agli esami di imaging e non dubito che sarà presto un supporto costante per i radiologi”. Tuttavia, l’esperto osserva che in questa trasformazione si nascondono i rischi collegati al passaggio da un sistema umano a un sistema di algoritmi; “passaggio deontologicamente molto complesso”, come lo definisce Nollo. In ogni caso, “sebbene l’intelligenza artificiale raggiungerà performance migliori dell’uomo in tutti i settori – dichiara l’esperto -, non potrà mai sostituirsi a lui”.

“I sistemi che imparano da database hanno intrinsecamente un limite – prosegue il presidente di Sihta -, si chiama bias, o polarizzazione, e andrà continuamente e attentamente rivalutato e ricalibrato”. Con la prospettiva di un mondo in cui la tecnologia diventerà molto forte, dunque, secondo Nollo “avremo bisogno di regole per gestirla. Ogni tecnologia deve avere uno scopo, un indirizzo, che non deve essere cercato dopo averla sviluppata”. L’obiettivo “è dotarsi di un’idea di riferimento organizzativa a livello clinico, piuttosto che di sanità pubblica, e avanzare su quella”. In realtà si tratta di un approccio già sperimentato con tutte le tecnologie, “solo che lo sviluppo avveniva con tempi dilatati rispetto a quello che sta accadendo oggi con l’AI”.

Accanto a questo, ci sarà bisogno di formazione e di cultura sulle nuove tecnologie, sia da parte del cittadino che da parte del decisore politico, “che non possono essere scevri dalle opportunità offerte – conclude Nollo -. Ci sono problemi di sicurezza, di qualità, di bilancio e dobbiamo essere messi nella condizione di scegliere al meglio”.

TAG: INTELLIGENZA ARTIFICIALE

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