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04 Dicembre 2025

Influenza aviaria, ok al piano nazionale. Vaccinazioni dal 2026

Regioni e filiera avicola approvano al Ministero dell’Agricoltura il piano nazionale contro l’influenza aviaria 


aviaria

Regioni, filiera avicola e associazioni di categoria hanno approvato il piano nazionale di contrasto e gestione dell’influenza aviaria, presentato al tavolo convocato il 2 dicembre al Ministero dell’Agricoltura con la partecipazione del direttore generale della Salute Animale del Ministero della Salute Giovanni Filippini e del sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra. Il programma prevede il rafforzamento della biosicurezza negli allevamenti, un sistema di aiuti per il mancato reddito degli operatori e, per la prima volta in Italia, la vaccinazione preventiva di tacchini e galline ovaiole a partire dalla primavera 2026 nelle zone considerate a maggior rischio.

Le aree coinvolte saranno in particolare Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, territori caratterizzati dalla presenza di grandi concentrazioni di allevamenti e dalla prossimità a zone umide interessate dai flussi migratori dell’avifauna selvatica. Le misure di prevenzione includeranno un rafforzamento dei protocolli di biosicurezza per ridurre il rischio di contaminazioni dall’ambiente esterno e una gestione territoriale degli accasamenti, con possibili riduzioni temporanee del numero di capi accompagnate da indennizzi per gli allevatori.

«L’approvazione unanime delle misure ci consentirà di agire in tempi rapidi per fronteggiare la diffusione del virus nelle aree più a rischio», ha dichiarato Patrizio La Pietra, sottolineando l’obiettivo di «passare da un modello basato sui ristori a uno fondato sulla prevenzione». Il periodo compreso tra fine 2025 e primavera 2026 sarà dedicato agli approfondimenti tecnici necessari a rendere operativa la vaccinazione.

Prima di Natale è prevista la convocazione di un tavolo tecnico per definire nel dettaglio le azioni attuative da avviare dal 2026.

Il rafforzamento delle misure nazionali si colloca in un contesto europeo caratterizzato da una recrudescenza dei casi. Secondo un recente rapporto dell’Efsa, tra il 6 settembre e il 14 novembre 2025 sono stati segnalati 1.443 casi di influenza aviaria ad alta patogenicità A(H5) negli uccelli selvatici in 26 Paesi europei, un numero quasi quattro volte superiore rispetto allo stesso periodo del 2024 e il livello più elevato registrato dal 2016. L’Autorità europea riferisce che, al momento, non sono state documentate trasmissioni interumane del virus e il livello generale di allerta resta invariato, pur raccomandando il mantenimento di un’elevata vigilanza.

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