Ministero della salute
02 Settembre 2025Dopo un agosto segnato da polemiche e turbolenze, ora il ministro della Salute Orazio Schillaci si trova a gestire un’agenda fitta di dossier strategici
Dal reperimento di nuove risorse nella prossima manovra economica alla riduzione delle liste d’attesa, dalla definizione dello scudo penale per i medici alle richieste sindacali su stipendi e carenze di organico. Dopo un agosto segnato dalle nomine al Comitato vaccini (Nitag), poi azzerato dallo stesso ministro, ora il ministro della Salute Orazio Schillaci si trova a gestire un’agenda fitta di dossier strategici. Con la riapertura del Parlamento, settembre rappresenta un banco di prova per l’azione del dicastero.
Al Meeting di Rimini, Schillaci ha rivendicato la crescita del Fondo sanitario nazionale, salito a 136,5 miliardi nel 2025, con un incremento di oltre 10 miliardi rispetto al 2022. Ma l’attesa è ora concentrata sulla prossima legge di bilancio: “Sono certo – ha dichiarato – che ci saranno ulteriori risorse per il 2026, che si aggiungono ai quattro miliardi già previsti, per affrontare soprattutto la carenza di personale”. Un’apertura che intercetta anche le richieste dei sindacati, in pressing per migliori condizioni salariali e assunzioni strutturali.
Sul fronte delle liste d’attesa, il ministro ha citato i dati del nuovo sistema di monitoraggio: tra gennaio e giugno 997 strutture hanno registrato un miglioramento medio del 21,3% nelle prestazioni prioritarie. Resta invece in sospeso lo scudo penale per i medici, messo in stand-by dopo le polemiche, ma che Schillaci definisce “stabilizzato” nella sua impostazione.
L’autunno dovrebbe portare alla firma definitiva del contratto 2022-2024 del comparto sanità, mentre si attendono gli atti di indirizzo per i contratti della dirigenza medica e le convenzioni di medici di famiglia, pediatri e specialisti ambulatoriali. La riforma della medicina del territorio resta uno dei nodi più urgenti, anche alla luce delle sfide poste dal Pnrr.
Sul versante farmaceutico restano aperti il Testo unico del farmaco e la questione del payback, con le aziende in pressing per una soluzione stabile. Tra i dossier irrisolti c’è infine il Piano sanitario nazionale, annunciato da tempo ma non ancora presentato.
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