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Medicina

09 Ottobre 2023

Calano gli aborti in Italia, uno su due è farmacologico. Il report del ministero

Insieme alle nascite, in Italia continuano a calare anche gli aborti. Nel 2021 sono stati 63.653 il 4,2% in meno rispetto al 2020, e quasi uno su 2 è ormai effettuato non con intervento chirurgico ma con farmaci specifici. Di pari passo, in 7 anni, cresce del 14% il numero dei medici non obiettori, anche se sono ancora solo 4 su 10


Calano gli aborti in Italia, uno su due è farmacologico. Il report del ministero

Insieme alle nascite, in Italia continuano a calare anche gli aborti. Nel 2021 sono stati 63.653 il 4,2% in meno rispetto al 2020, e quasi uno su 2 è ormai effettuato non con intervento chirurgico ma con farmaci specifici. Di pari passo, in 7 anni, cresce del 14% il numero dei medici non obiettori, anche se sono ancora circa 4 su 10. Questo ha portato a un "continuo calo del carico di lavoro" per loro, anche se con una forte diversità tra regioni, che assegna al Molise la maglia nera. Altra novità, frutto delle recenti norme è la crescita del 25% in un anno dell'uso della pillola dei 5 giorni dopo. A scattare la fotografia è la Relazione del ministero della Salute sulla attuazione della legge 194 del 1978, che precisa: "non si pongono problemi di fruizione del servizio e su essa non incide il diritto d'obiezione di coscienza".

La riduzione del numero di aborti tra il 1983, quando furono 234.800, e il 2021 è stata del 72,8%, "un risultato importante riconducibile a diversi fattori: il parallelo calo delle nascite, il crescente accesso alla contraccezione, il ricorso sempre maggiore alla contraccezione di emergenza". Cambia anche il modo di abortire: nel 2021 gli aborti chirurgici sono stati il 50,7% del totale delle interruzioni effettuate in Italia, in netta diminuzione rispetto al 64,4% del 2020. Continua ad aumentare il ricorso all'aborto farmacologico: nel 2021 è stato adoperato nel 48% dei casi, rispetto al 31,9% nel 2020. Il ricorso tuttavia, "varia molto fra le Regioni: si passa dal 19,6% delle Marche al 72,5% della Liguria e 72% di Basilicata e Calabria". Nel 2021 le donne sotto i 18 anni che hanno effettuato un'interruzione volontaria di gravidanza sono state 1.707, in aumento rispetto al 2020, anno però segnato dall'emergenza Covid.

Mentre il numero delle donne che decide di interrompere la gestazione diminuisce negli anni, il numero dei medici non obiettori cresce: pur rappresentando ancora la minoranza (circa il 35%), fra il 2014 e il 2021 sono aumentati del 14%, da 1.408 a 1.599 nel 2021. Per questo, gli aborti effettuati in media ogni settimana per ogni ginecologo non obiettore è "in costante diminuzione negli anni": erano 3,13 nel 1983 mentre sono 0,9 nel 2021, ma si va da un minimo di 0,3 in Valle d'Aosta a un massimo di 2,8 in Molise. Il Molise è anche, insieme alla Provincia autonoma di Bolzano e alla Campania, la regione con il minor numero di punti in cui poter abortire ogni 100.000 donne in età fertile; mentre da questo punto di vista il valore più alto, 5,8 per 100.000 donne, è in Umbria. In generale, scrive Schillaci, "l'analisi dei carichi di lavoro per ciascun non obiettore non sembra evidenziare particolari criticità". Pertanto "eventuali problematiche nell'offerta del servizio potrebbero essere riconducibili all'organizzazione del servizio stesso".

La relazione parla anche della contraccezione di emergenza: dal 2020 al 2021 è aumentata del 25% la distribuzione dell'Ulipistral acetato (ellaOne), la pillola che inibisce o ritarda l'ovulazione e che dal 2020 è ottenibile anche dalle minorenni senza obbligo di prescrizione. Considerata "la mancanza di tracciabilità delle vendite", scrive però il ministro, "per tali farmaci è indispensabile una corretta informazione per evitare un uso inappropriato".

TAG: ABORTO, SANITà GOVERNO

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