Consentire alle persone il controllo dei propri dati sanitari, nel loro paese e oltre confine. E’ tra gli obiettivi della piattaforma unica digitale Ue sui dati sanitari, presentata dalla Commissione europea per semplificare la vita dei pazienti e dare una spinta alla ricerca e all'innovazione. Grazie allo Spazio europeo dei dati sanitari (EHDS), le persone avranno un accesso immediato e facile ai dati in forma elettronica, gratuitamente. Potranno facilmente condividere questi dati con altri professionisti sanitari negli Stati membri e tra tutti gli Stati membri per migliorare l'erogazione dell'assistenza sanitaria. I cittadini avranno in sostanza il pieno controllo dei propri dati e potranno aggiungere informazioni, correggere dati errati, limitare l'accesso ad altri e ottenere informazioni su come vengono utilizzati i propri dati e per quale scopo.
Gli Stati membri assicureranno che le cartelle dei pazienti, le prescrizioni elettroniche, le immagini e i referti, i risultati di laboratorio, i referti delle dimissioni siano pubblicati e accettati in un formato europeo comune.
Per quanto riguarda le risorse impiegate, secondo le stime della Commissione, solo con le ricette elettroniche transfrontaliere si risparmierebbero 2-3 miliardi l'anno. Tutto il sistema, una volta a regime, dovrebbe far risparmiare agli Stati Ue circa 11 miliardi di euro in dieci anni. In concreto, l'Esecutivo Ue propone un regolamento per creare due piattaforme dati e autorità nazionali per la salute digitale. In parte saranno finanziate con 810 milioni e sovvenzioni agli Stati dal bilancio Ue. E in parte con i 12 miliardi che gli stessi Stati Ue hanno riservato alla sanità nei piani nazionali di ripresa. La prima piattaforma sarà dedicata ai cittadini, consentirà un accesso gratuito, immediato e facile ai propri dati sanitari, per condividerli con professionisti del settore negli altri Stati membri. La seconda infrastruttura userà la stessa base di dati, resi anonimi, per migliorare l'assistenza sanitaria nei diversi Paesi Ue e l'attività dei ricercatori con dati dal mondo reale, fondamentali per lo sviluppo di trattamenti, vaccini e farmaci. Per questo obiettivo ci sono oltre 480 milioni di euro provenienti da diversi programmi Ue. I pazienti potranno aggiungere informazioni, correggere errori, limitare l'accesso e sapere chi ha fatto uso dei dati. L'accesso di terze parti sarà consentito solo se i dati richiesti sono utilizzati per scopi specifici, in ambienti chiusi, sicuri e anonimi, con un'autorizzazione da parte di un organismo specifico da istituire in tutti gli Stati membri.
Per garantire che i diritti dei cittadini siano salvaguardati, tutti gli Stati membri dovranno nominare le autorità sanitarie digitali (in Italia sarà l’Agenas a farlo). Queste autorità parteciperanno all'infrastruttura digitale transfrontaliera che aiuterà i pazienti a condividere i propri dati oltre confine.
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