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07 Marzo 2025

Intelligenza artificiale, Fondazione Veronesi: serve codice etico

Intelligenza artificiale e progresso scientifico un connubio che non può essere scisso dall'etica e dalla neccessità di adottare, rapidamente, un codice ad hoc. Il Comitato etico di Fondazione Umberto Veronesi Ets ha pubblicato due nuovi documenti in merito


Privacy e intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale e progresso scientifico un connubio che non può essere scisso dall'etica e dalla neccessità di adottare, rapidamente, un codice ad hoc. Il Comitato etico di Fondazione Umberto Veronesi Ets ha pubblicato due nuovi documenti in merito: il position paper 'Intelligenze Future. La ricerca scientifica nell'era dell'intelligenza artificiale' e la 'Dichiarazione in materia di integrità nella ricerca 2024'. Il primo testo analizza la situazione attuale, sostenendo come "l'intelligenza artificiale al servizio e in associazione all'intelligenza umana abbia le potenzialità per aiutare l'umanità a risolvere alcune tra le sue sfide più urgenti, illuminare problemi complessi riguardo alla natura di fenomeni ancora poco compresi - come la realtà fisica o la coscienza - nonché migliorare in modo concreto le condizioni di vita delle generazioni presenti e future".

Il documento raccoglie le principali questioni tecniche ed etiche connesse all'uso dell'Ia nella ricerca, con un particolare riferimento alle implicazioni per le scienze biomediche e della vita. Come altri pareri del Comitato etico di Fondazione Veronesi, nell'ultima sezione offre anche una serie di raccomandazioni utili per tutti gli attori del processo di ricerca scientifica (ricercatori e ricercatrici in primis, ma anche agenzie, istituzioni, società scientifiche e riviste), nonché per i decisori politici e la cittadinanza. In sintesi, in questo position paper, si sostiene che: l'Ia offre immense opportunità per la ricerca scientifica e dunque per il progresso umano; l'uso dell'Ia sta già trasformando la scienza a ogni livello, tanto che oggi si parla di 'Ai science', che si dipana lungo tutte le fasi degli studi dalla generazione di nuove ipotesi fino alla comunicazione dei risultati; le potenzialità però sono limitate da alcuni fattori che impediscono di coglierne i benefici, tra cui la qualità dei dati, i bias negli algoritmi e molti altri.

Tutti questi fattori - continua il documento - richiedono un approccio sistemico per essere eliminati o mitigati: per governare il futuro della ricerca nell'era dell'Ai Science è importante non solo investire in ricerca e formazione, ma anche sostenere un approccio più aperto alla scienza (adottando i principi della cosiddetta open science), predisporre processi di governance adeguata, nonché promuovere l'importanza dell'integrità nella ricerca presso tutti coloro che partecipano oggi al processo di ricerca. Visti i benefici che possono derivarne, l'integrazione tra intelligenza umana e artificiale per fini di ricerca scientifica rappresenta un obiettivo da promuovere e potenziare, invece che da temere e limitare, al fine di inaugurare una nuova era di scoperte e di progresso i cui benefici devono però essere equamente condivisi a vantaggio di tutti.

Il documento di chiude avanzando tre raccomandazioni generali. La prima: serve adottare un approccio centrato sull'umanità. È essenziale sviluppare l'intelligenza artificiale in modo che risponda ai bisogni umani, tuteli la dignità, la privacy e i diritti fondamentali delle persone, promuovendo il benessere sociale. L'innovazione non deve essere solo tecnica, ma anche sociale e culturale, in modo da migliorare la qualità della vita umana e promuovere il bene comune. In secondo luogo, è necessario sostenere e diffondere i principi di 'open science' per garantire che l'Ai Science sia sempre più trasparente, libera e accessibile. Ciò implica la condivisione dei database, degli algoritmi, dei materiali e dei metodi di ricerca, contribuendo così a un ambiente di collaborazione e fiducia tra ricercatori e istituzioni.

Terza raccomandazione: la creazione di una cultura radicata nell'integrità è fondamentale per il buon uso dell'Ia nella ricerca. È necessario offrire corsi di formazione a ricercatori e ricercatrici e promuovere iniziative di coordinamento tra tutti gli attori coinvolti nel processo di ricerca. In particolare, il Comitato etico raccomanda che tutti i ricercatori che ricevono contributi da Fondazione Veronesi di ricerca sottoscrivano, come impegno etico vincolante, la 'Dichiarazione in materia di integrità nella ricerca'. Ed è questa la materia del secondo documento pubblicato dal Comitato etico di Fondazione Veronesi. Si tratta infatti di una versione rivista e aggiornata della Dichiarazione, che vuole "rappresentare un impegno concreto e vincolante per tutti i ricercatori e ricercatrici che ricevono fondi da Fondazione Veronesi, proponendosi come un documento unico nel suo genere nel panorama della ricerca italiana e internazionale".

Nell'età dell'intelligenza artificiale e dell'Ai Science, accanto ad altre misure, il Comitato etico di Fondazione Veronesi punta, infatti, anche sull'importanza di promuovere una più robusta cultura dell'integrità nella ricerca, chiedendo a chi conduce ricerche di questo tipo di assumere un impegno etico e morale esplicito. Entrambi i documenti sono stati pubblicati nel nuovo numero della rivista scientifica 'The Future of Science and Ethics', a cura del Comitato etico di Fondazione Veronesi. Il numero è dedicato proprio ad esplorare il tema dell'intelligenza artificiale e delle sue implicazioni etiche. È liberamente consultabile e scaricabile online.

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