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fibrillazione atriale

21 Marzo 2025

Fibrillazione atriale, una corretta alimentazione contribuisce alla prevenzione dell’ictus

Le scelte riguardanti lo stile di vita possono avere un impatto significativo e alcuni alimenti come alcol, caffeina o cibi piccanti possono scatenare un episodio. Questo può portare a un senso di incertezza e di perdita di controllo


cibo allergie

La fibrillazione atriale (AF) è un disturbo del ritmo cardiaco che 1 persona su 4 di età superiore ai 40 anni rischia di sviluppare nel corso della propria vita e rappresenta una delle principali cause di ictus che colpisce milioni di donne e uomini in tutta Europa. Questa condizione cronica può spesso passare inosservata e molte persone non ricevono una diagnosi o non sono consapevoli del proprio rischio cardiovascolare. Le scelte riguardanti lo stile di vita possono avere un impatto significativo e alcuni alimenti come alcol, caffeina o cibi piccanti possono scatenare un episodio. Questo può portare a un senso di incertezza e di perdita di controllo su quali siano gli alimenti sicuri da consumare. Per aiutare le persone a comprendere meglio questo aspetto, Daiichi Sankyo Europe ha ospitato a Milano «Beats and Bites», un evento incentrato sul legame tra fibrillazione atriale e alimentazione. Esperti di malattie cardiovascolari insieme alla European Nutrition for Health Alliance e Alice Onlus Lombardia, hanno affrontato le preoccupazioni comuni ed evidenziato le strategie di riduzione del rischio, con la partecipazione dello chef italiano Ruben Bondì che ha creato un menù di ricette semplici, gustose e salutari per il cuore.

«Gli operatori sanitari oggi devono fornire ai pazienti le giuste informazioni per comprendere il loro rischio di fibrillazione atriale e adottare misure proattive di prevenzione», ha spiegato il Prof. Daniele Andreini, Direttore della Divisione di Cardiologia Universitaria e Imaging Cardiaco dell'IRCCS Ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio, Milano. «I cambiamenti nello stile di vita, come il movimento regolare e l'alimentazione equilibrata, svolgono un ruolo cruciale nel migliorare la salute del cuore». Il prof. Andreini ha spiegato che, «in corso di AF, in cui la parete cardiaca non si contrae, possono formarsi trombi nell'auricola dell'atrio sinistro che, al momento del ritorno al ritmo sinusale, possono provocare embolismi principalmente al cervello, per motivi di fluidodinamica, causando un ictus ischemico, ma anche nelle coronarie, con infarto miocardico, o in altre regioni del corpo». Ha sottolineato inoltre che l'AF viene solitamente definita come aritmia benigna in quanto, al contrario di altre aritmie ventricolari, non causa direttamente morte improvvisa. Eppure, ha sottolineato, «è un errore definire questa patologia benigna in quanto provoca spesso ictus fatali. Non a caso, essendo asintomatica, è definita “silent killer”. Non deve quindi essere sottovalutata e va adeguatamente trattata e i pazienti opportunamente informati. Gli anticoagulanti diretti, come edoxaban, costituiscono il principale trattamento per la prevenzione primaria dell'ictus nelle persone con AF. Importante anche una nutrizione attenta e il mantenimento di un'attività motoria che combini esercizi aerobici e di resistenza».

Il Dr. Thomas Butler, nutrizionista della Edge Hill University, Lancashire, Regno Unito, ha sottolineato come una corretta alimentazione sia fondamentale in termini di prevenzione primaria e secondaria delle malattie cardiovascolari e nella riduzione del rischio cardiovascolare. Ha aggiunto che una dieta corretta e un’adeguata attività fisica sono fondamentali nel contrastare l’obesità e il diabete e ha evidenziato la necessità di ridurre il più possibile il consumo di alcol e caffè, direttamente correlati al rischio di AF. Importante, ha evidenziato Butler, il consumo di pesce ricco di omega-3 per ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. Molto importante, inoltre, è privilegiare l'assunzione di proteine, sia vegetali che animali, per mantenere una solida struttura muscolare e ossea.

In particolare, tra le strategie alimentari da adottare, gli esperti consigliano: 1) consumare due porzioni di pesce ricco di omega-3 alla settimana per gli adulti e ridurre il sale a meno di 5 g al giorno; 2) fare attenzione alle dimensioni delle porzioni e gestire i livelli di stress e di sonno, che potrebbero portare all'obesità e complicare i problemi cardiovascolari se non gestiti correttamente; 3) fare circa 2 ore di esercizio fisico di intensità moderata alla settimana, come passeggiare, fare le scale o ballare, oltre ad un allenamento di resistenza 2 giorni alla settimana.

«Eventi come "Beats and Bites" forniscono un utile supporto, offrendo consigli pratici e mostrando l'impatto che semplici cambiamenti nella dieta e nel movimento possono avere nel ridurre il rischio di AF», conferma il dott. Giacomo Falzi, Vicepresidente di Alice Lombardia. «È incoraggiante vedere al centro dell'attenzione il benessere dei pazienti, con esperti e sostenitori che si uniscono per dare a individui e famiglie la possibilità di assumere il controllo della propria salute cardiovascolare». Il dott. Falzi ha spiegato che il 30% della popolazione non conosce i sintomi cardiaci e cerebrali e che l'azione di Alice si basa sull'informazione alla popolazione. Ha evidenziato, tra gli altri, due grandi progetti messi in atto di recente: 1) «Fast Heroes», condotto nelle scuole elementari, in cui si insegna ai bambini a riconoscere i segni premonitori dell'ictus e che cosa fare, così da poter salvare la vita di un loro nonno e divenire veri e propri ‘supereroi’; 2) «Take back your life», rivolto a persone in fase post-ictale con l’obiettivo di fornire supporto e informazioni utili per il recupero e il miglioramento della qualità della vita.

«Daiichi Sankyo Europa aspira ad arricchire la qualità della vita delle persone in tutto il mondo», hanno dichiarato Monika Gratzke, Head of Medical Innovation and Digital Strategy at Daiichi Sankyo Europe, e Ilaria Leggeri, Direttore del Patient Engagement dell’azienda farmaceutica che, è stato ricordato, collabora con associazioni di pazienti, società scientifiche e organizzazioni locali al fine di migliorare l'educazione, la diagnosi precoce e l'assistenza. «Per questo è necessario andare oltre la malattia, guardare alle persone che convivono con la patologia, alla loro qualità della vita, alle loro scelte di vita e ai risultati che contano per loro».

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