Telemedicina
01 Dicembre 2023Il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, durante un incontro a Roma con la stampa specializzata ha dichiarato: L'industria farmaceutica italiana si conferma traino dell'economia del Paese per produzione ed export
Con il digitale che sta invadendo sempre più il mondo sanitario, “per rango, importanza e autonomia decisionale, dovremmo avere un’Agenzia per la salute digitale che si occupi anche di digital therapeutics”. È quanto dichiara il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, durante un incontro a Roma con la stampa specializzata. Un compito che non dovrebbe toccare ad Aifa o Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ma “ad una struttura ad hoc che abbia competenze mirate, dedicate specificamente alla salute digitale”, spiega. Il digitale, ha rilevato, "è centrale per la salute dei cittadini ed occorre un'Agenzia che dia una direzione strategica, con risorse e regole precise". L'industria farmaceutica italiana "si conferma traino dell'economia del Paese per produzione ed export ed il 2023 dovrebbe essere un anno per il quale stimiamo una crescita organica del valore del settore intorno al 9-10%", evidenzia.
Cattani si è soffermato, poi, sulla Legge di Bilancio, esprimendo grande apprezzamento per "quello che è stato fatto e quindi i 3 miliardi aggiunti al Fondo sanitario nazionale, a favore dei cittadini, e anche per l'azione di rimodulazione della spesa rispetto allo 0,2% in più che è stato aggiunto al tetto della spesa diretta farmaceutica per ridurre il payback. Ora - ha aggiunto - ci aspettiamo e chiediamo che si faccia un ulteriore piccolo sforzo riportando il tetto per la spesa diretta all'8,6%". Per il 2024 inoltre, ha sottolineato il presidente di Farmindustria, "una delle priorità è anche lavorare al fine di rivalorizzare quelle classi di farmaci essenziali e critiche per i cittadini perché salvavita ma che sono state devalorizzate a causa del taglio dei prezzi nei decenni precedenti. Si tratta ad esempio di farmaci antibiotici, neurolettici e antiaggreganti. Ciò per garantire la sostenibilità industriale nella produzione e ridurre il rischio di carenze di tali medicinali". Cattani ha anche sottolineato "l'eccellente collaborazione avviata con il governo Meloni" e l'importanza della riforma dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), cruciale per "garantire tempi più veloci per l'accesso ai nuovi farmaci, considerando che i tempi attuali sono di circa 14 mesi contro i 2 della Germania".
"Noi siamo un Paese manifatturiero, il nostro settore è industriale e non finanziario perché abbiamo la forza della prima industria farmaceutica europea con un valore integrato di filiera, dalla ricerca alla produzione di farmaci, e una dedizione all'export. L'Italia è quindi un 'ponte' nel mettere a disposizione e nell'esportare farmaci in tutto il mondo - ha aggiunto Cattani - Se vediamo il 2022, il 'ponte' è confermato dal dato del 97% della produzione italiana, che è export. Questo ci può aiutare a traguardare due aspetti: rispetto ai consumi di farmaci dello Stato, il saldo rispetto all'esportazione è positivo di circa 9 miliardi, ma soprattutto se vediamo l'indotto si superano i 100 miliardi di valore". Il presidente di Farmindustria ha ricordato "anche quel concetto che spesso stressiamo, ovvero che contribuiamo al 2% del Pil, ma molto di più in maniera indiretta garantendo salute e sviluppo economico complessivo. Quindi il settore è in salute e vigoroso, resta una filiera industriale estremamente attrattiva". In conclusione, "Dobbiamo chiederci: vogliamo le carenze o vogliamo i farmaci?", ha domandato Cattani. "Questo implica dialogo, che è in corso con i tavoli istituzionali, per nuovi investimenti e nuovi stabilimenti produttivi, che necessitano di 5 anni per nascere ed essere certificati da tutti i Paesi in cui si vuole esportare. È un tema complesso che implica più attori al tavolo, ma avere un'Aifa con una visione strategica, che non sia solo un ente burocrate con l'unico mandato di tagliare i prezzi, sarà - ha concluso - un servizio da dare ai cittadini e al Paese, con spirito di collaborazione con un'industria che genera valore".
Anna Capasso
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