elezioni
08 Febbraio 2023 Liste d’attesa da tagliare e soldi che non bastano mai per il personale, il parco macchine e le strutture di ospedale e territorio. Sono i temi di sanità al centro della campagna elettorale nel Lazio, regione che affronta il rinnovo di giunta e consiglio domenica 12 e lunedì 13 febbraio. Dopo dieci anni di presidenza di Nicola Zingaretti, e di governo del Centro-Sinistra, la sfida si prospetta tiratissima
Liste d’attesa da tagliare e soldi che non bastano mai per il personale, il parco macchine e le strutture di ospedale e territorio. Sono i temi di sanità al centro della campagna elettorale nel Lazio, regione che – con la Lombardia – affronta il rinnovo di giunta e consiglio domenica 12 dalle 7 alle 23 e lunedì 13 febbraio dalle 7 alle 15. Dopo dieci anni di presidenza di Nicola Zingaretti, e di governo del Centro-Sinistra, la sfida si prospetta tiratissima con il Centro-Destra e con il Movimento 5 Stelle. A contendersi la carica di governatore della regione, due capitani di lungo corso del management pubblico insieme ad una giornalista molto esperta di temi ambientali. Per il Centro-Sinistra c’è l’attuale assessore alla Sanità Alessio D’Amato, 54 anni; per il Centro-Destra c’è Francesco Rocca, 57 anni, presidente della Croce Rossa Italiana da 10 anni; per il M5S si candida Donatella Bianchi, 59 anni, volto noto della tv, veterana del programma Rai LineaBlu. Ci sono poi Rosa Rinaldi per Unione Popolare, Sonia Pecorilli per il Partito comunista, Fabrizio Pignalberi per IV Polo ed Insieme per il Lazio, ma con chance minori. Il Lazio ha un sistema elettorale peculiare: l’80% è assegnato con il sistema proporzionale alle liste circoscrizionali concorrenti, applicando un premio di maggioranza del 20% per la lista del governatore eletto; si può votare per un candidato e la sua lista ma anche per quel candidato ed una lista diversa dalla sua. E si possono esprimere fino a due preferenze ma in tal caso una va data ad una candidata e l’altra ad un candidato. Al momento, fra i tre sfidanti chiave, pare leggermente favorito dai sondaggi Rocca con poco più del 40% contro il 32-34% di D’Amato ed il 21 di Bianchi.
L’assessore D’Amato porta a casa i risultati della gestione del presidente uscente Nicola Zingaretti: un modello territoriale che ha contrastato il Covid-19 rivalutando il medico di famiglia, e ottenuto l’uscita della Regione da 10 anni di commissario alla sanità: una situazione complessa, che ha significato il blocco del turnover del personale, con 12 mila esodi non rimpiazzati, ma ha anche corrisposto con un piccolo boom economico ed un balzo del 17.4% nell'export trainato dal settore farmaceutico in crescita a doppia cifra. La giunta uscente punta 949 milioni su sei nuovi ospedali da ristrutturare (Rieti, Latina), rifare (Viterbo) o costruire ex novo (Acquapendente, Amatrice e Sud Pontino). C’è poi il rifacimento del Policlinico Umberto 1° a Roma con 240 milioni e ci sono lavori importanti in avvio al Sant’Andrea, sempre nella Capitale. Si scommette poi sulla sanità territoriale puntando su farmacie ed aggregazioni di medici di famiglia e sulla digitalizzazione con un investimento di 800 milioni, oltre che su un miglior governo delle liste d’attesa, da contrastare con ambulatori di diagnostica di 1° livello da disseminare sul territorio. È stato ordinato per gli ospedali l’acquisto di 300 nuove macchine per ulteriori 347 milioni di euro. Probabile si dia infine seguito all’intenzione della giunta uscente di dotare di un voucher per le cure dentali le famiglie con reddito Isee sotto i 10 mila euro.
Se invece fosse il Centro-Destra a vincere, la giunta guidata da Francesco Rocca prenderà subito provvedimenti per fermare l’emigrazione sanitaria, “un’umiliazione per i cittadini del Lazio”. E per tagliare le liste d’attesa varerà una Direzione Salute in Regione preposta, tra le altre cose, ad informatizzare la gestione dei posti letto pubblici e convenzionati. Non solo: oltre all’agenda coordinata dei ricoveri, Rocca propone un nuovo sistema informatico che metta in rete le prestazioni di diagnostica specialistica del pubblico e del privato convenzionato. Sul territorio si investirà sulla medicina convenzionata da rendere accessibile specie in aree interne. Telemedicina ed assistenza domiciliare diventeranno le modalità principali di gestione del paziente non acuto ove le condizioni del paziente lo consentano. Altri investimenti sono contemplati in screening e farmacia dei servizi, mentre in tema di salute mentale il Centro-Destra punta ad un letto ogni 5 mila abitanti. Si parla anche di rilanciare strutture romane come il CTO Alesini e il San Filippo Neri, ed a creare il primo Ospedale rosa, un centro di eccellenza regionale per dare risposte concrete e immediate alle problematiche femminili, come screening oncologici, Pap test, mammografia, esami ginecologi, test infertilità, procreazione assistita, osteoporosi e menopausa. Infine per la “grillina” Donatella Bianchi il programma M5S prevede il potenziamento della rete ospedaliera, con connessioni sul territorio e la possibilità per i cittadini di accedere a cure uniformi sia in ospedale, dove vanno aumentati i letti di alcuni reparti, sia in assistenza domiciliare. Si pensa ai medici specializzandi per affrontare la carenza di personale, ed a criteri di nomina trasparenti e meritocratici per i manager nelle Asl, così da tagliare fuori la politica dalla governance della sanità.
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