vaccini
26 Gennaio 2023 È arrivato alle Regioni il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-25 e all’inizio della prossima settimana una riunione tecnica ultimerà i dettagli prima dell’approvazione in conferenza stato regioni prevista a fine febbraio
È arrivato alle Regioni il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-25 e all’inizio della prossima settimana una riunione tecnica ultimerà i dettagli prima dell’approvazione in conferenza stato regioni prevista a fine febbraio. Dal punto di vista formale la novità è che per la prima volta il calendario vaccinale diventa un documento a parte: viene cioè sganciato dal Piano, che è di durata triennale, in modo che sia aggiornato annualmente così da poter introdurre più rapidamente eventuali modifiche. Dal punto di vista sostanziale si osservano l’intento del nostro Paese di eradicare morbillo e rosolia con una campagna a tappeto e la necessità di mantenere lo status polio-free in un contesto dove starebbe crescendo la popolazione poco protetta.
Il Piano - Nelle premesse, il Ministero sottolinea come oggi le vaccinazioni siano strumento di contrasto alla diffusione di malattie contagiose a costi bassi, con effetti tanto benefici da far pensare a fette di popolazione che le malattie da combattere siano meno gravi di quanto non si dimostrano. In linea con il Piano d’azione dell’Unione Europea per le vaccinazioni 2015-2020 (Evap) e con l’agenda dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della sua regione europea, il Piano sostiene anche l’eradicazione di epatite e papilloma virus nell’ottica di contrastare i tumori della cervice uterina (2365 nuovi casi nel 2020 e 494 decessi in Italia), e punta a campagne economicamente sostenibili che soddisfino gli obiettivi UE di copertura vaccinale ottimale. In linea con il piano nazionale di Prevenzione 2020-25 il Ministero individua poi azioni a livello nazionale e regionale: qui si citano campagne formative per i sanitari e di educazione sanitaria per la popolazione dopo che ancora una volta con la pandemia è crollato il tasso di copertura per morbillo-parotite-rosolia al 93,8% (cioè sotto la percentuale ottimale del 95%). Servono inoltre setting vaccinali dedicati per i pazienti a rischio ed un ruolo di consulenza del medico di famiglia e del pediatra del territorio.
Le patologie target - Per mantenere lo status di paese polio-free l’Italia deve potenziare l’azione di prevenzione su fasce di popolazione marginali, senza fissa dimora, le più suscettibili di sviluppare il virus, e di monitoraggio ambientale e delle reazioni avverse (paralisi flaccida). Contro morbillo, parotite e rosolia (e varicella) –patologie per cui 3 regioni sono tornate ad una copertura sotto il 90% – la novità è nel calendario vaccinale: posto che si deve raggiungere una copertura di minimo il 95% con 3 somministrazioni a 12 mesi, 14 mesi e 5 anni, l’obiettivo è vaccinare con 2 dosi gli adulti con bassi livelli di immunità; in merito si raccomanda di vaccinare pure chi non ha avuto una sola delle tre malattie. Sul papilloma -anche qui in pandemia c’è stato un crollo delle immunizzazioni– si mira a vaccinare il 90% delle ragazze under 15 (a partire dagli 11 anni, età elettiva) e a coinvolgere con vaccino raccomandato e gratuito e campagne di educazione sanitaria la popolazione maschile under 18. Il Piano chiede quindi standard uniformi di dotazione del personale per gli ambulatori, dove andranno individuate popolazioni a rischio leggendo le anagrafi vaccinali; queste ultime devono avere il polso della popolazione vaccinata e vaccinanda (con conta di dosi e somministrazioni) nonché degli esentabili. Va promossa tra i sanitari la cultura della vaccinazione con corsi di vaccinologia Ecm; i contenuti di questi corsi caratterizzano il terzo di tre allegati al Piano; altri due vertono su criteri per ritiro/sospensione di prodotti e su standard delle campagne di comunicazione.
Il calendario -Infine, il calendario vaccinale a variazione annuale per il 2023 conferma l’attuale raggruppamento “esavalente” (difterite, tetano, pertosse, polio, haemophylus, epatite B) con somministrazioni a 2, 4 e 10 mesi più 5 anni e 13 anni per difterite tetano e polio e richiami in età adulta; meningococco a 12 mesi e 13 anni; rotavirus entro le prime 24-32 settimane di vita; influenza fra i 6 mesi ed i 5 anni e poi dai 60 anni in su; anti-herpes zoster ed anti pneumococcico dai 65 anni; quanto alla vaccinazione antitubercolare, il testo si richiama ai documenti per la valutazione del rischio nella sola popolazione di medici e professionisti sanitari. Obiettivi di copertura: 95%, per l’antinfluenzale a lungo periodo si sale al 75% come per il pneumococco, per l’anti-herpes zoster si mira al 50%.
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