Farmaci
24 Agosto 2023 "L'industria farmaceutica italiana è un'eccellenza europea, siamo i primi in Europa per valore della produzione. Ma il rischio che oggi abbiamo è che gestire la ricerca con regole del passato possa diventare un boomerang"
"L'industria farmaceutica italiana è un'eccellenza europea, siamo i primi in Europa per valore della produzione, è una realtà industriale lungo tutta la filiera, dalla ricerca alla produzione, alla distribuzione, che esporta il 97% nel mondo di ciò che viene prodotto nel nostro Paese. Ma il rischio che oggi abbiamo è che gestire la ricerca con regole del passato possa diventare un boomerang. Il rischio cioè che continuiamo a guardare il mondo di oggi e di domani con gli occhi di ieri". Lo ha detto, il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani ospite dell'incontro al Meeting di Rimini, dal titolo: "Leader, ma non lo sappiamo. La ricerca clinica in Italia". E ancora, prosegue Cattani: "Non abbiamo compreso come ciò possa diventare un boomerang in tempi estremamente brevi, perché se i ricercatori, ma io aggiungo anche i medici, gli operatori sanitari, oggi sono spinti ad uscire dal Paese è perché trovano condizioni migliori per lavorare". "L'industria farmaceutica investa, anche in ambito di terapie avanzate, nei siti del nostro Paese. Per far sì che i giovani ricercatori possano trovare la realizzazione a tutto il percorso formativo che li ha visti, artifici e impegnati, oltre che di fatto coagulatori di tutta una serie di sforzi economici anche da parte delle loro famiglie, oltre che di tutto il sistema formativo ed educativo del Paese". Lo ha detto, rivolgendosi a Cattani, Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ospite dell'incontro.
"Abbiamo una grande eccellenza che è quella pubblica della ricerca ma che pubblica molti studi ma produce pochi brevetti, quindi poche scoperte e poco trasferimento tecnologico, capacità di essere veloci, capacità di dare un ecosistema. Come sapete, l'industria italiana supporta 800 sperimentazione cliniche l'anno ma siamo terzi per ricerca pubblica in Europa, primi come industria ma terzi, quindi c'è un gap da colmare", spiega il presidente di Farmindustria. "Però - osserva ancora Cattani - i tempi, la burocrazia, la gestione dei contratti, la privacy: questi elementi si coniugano con ciò che dobbiamo compiere e stiamo facendo sull'innovazione, ad esempio grazie al Pnrr sono nati i centri di ricerca in partenariato sulle frontiere dell'innovazione. Insomma - riflette - c'è una deriva scientifica che non possiamo arrestare". "L'Italia è messa bene ma deve reagire in un'Europa che fatica a mettere insieme le dinamiche competitive, ad essere veloci, a legiferare per attrarre innovazione". E invece "ora, d'emblée, la Commissione Europea vuole addirittura oggi attaccare la proprietà intellettuale, quindi non abbiamo capito come regolare il presente e il futuro per darci sicurezza, per far sì che una nuova pandemia possa essere sconfitta in maniera efficace ma soprattutto per mettere insieme il mondo pubblico e il privato, la ricerca, le competenze con le competenze dell'industria, fare il trasferimento tecnologico, far sì che si brevettino nuovi farmaci", afferma Cattani. "Sta a noi e alla politica se vogliamo essere protagonisti, il che significa - giunge - anche impegnarsi sull'accessibilità, che dipende dalle regole, che devono essere nuove. E qui la Commissione Ue dovrebbe spingere enti regolatori dei 27 Paesi ad avere tempi di approvazione uguali. Ritengo che i passi da fare insieme siano ancora tanti per entrare e gestire questa dimensione dell'innovazione", spiega.
"Lo svantaggio della ricerca e dell'innovazione è il tasso di investimenti: servono risorse, e quindi quelle pubbliche così come quelle private devono aumentare. L'impegno dell'industria c'è. Sappiamo che la coperta della legge di Bilancio è molto corta, ma questo deve essere un obiettivo di medio termine", ha detto Cattani. "Noi - ha aggiunto - siamo in un'Europa che ha un prodotto interno lordo pari a 0 nel 2023, forse qualcuno arriva all'1%, tra cui l'Italia. E da persona di azienda, anche vedere la Bce che alza i tassi per compensare un'inflazione che non è guidata dall'aumento dei consumi ma dall'incremento dei costi, perché è aumentato tutto, e quindi è una situazione di stagnazione che richiederebbe tassi più bassi per incentivare gli investimenti e l'atrazione degli investimenti". "Abbiamo - ha ricordato Locatelli - tanti straordinari ricercatori giovani". E anche in questo campo "non sprechiamo l'opportunità offerta dal Pnrr, il piano Marshall della ricerca. Diamo prospettive di impiego anche a questa gioventù così straordinariamente formata e qualificata, offrendo loro la possibilità di lavorare nel Paese. E facendo sì che quella quota di migrazione, per quanto la ricerca scientifica sia per definizione internazionale ed aperta, trovi poi possibilità realizzative nel nostro Paese". Per Locatelli "abbiamo di fronte delle sfide straordinarie. Ma credo che davanti alle grandi sfide si riescano poi a recuperare le migliori risorse per vincerle e per far sì che questo mondo sia sempre più giusto e sempre più riconnotato d'eguaglianza senza disparità territoriali".
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