sanità
20 Febbraio 2023 A 3 anni dal paziente 1 di Codogno, si celebra per la prima volta in presenza la Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato, in ricordo dei circa 500 decessi tra i professionisti sociosanitari durante la pandemia Covid e i circa 474.000 contagiati
A 3 anni dal paziente 1 di Codogno, si celebra per la prima volta in presenza la Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato, in ricordo dei circa 500 decessi tra i professionisti sociosanitari durante la pandemia Covid e i circa 474.000 contagiati.
A tutti i professionisti “e ai loro familiari, ancora oggi, va il nostro ringraziamento e la nostra per quello che hanno fatto nelle fasi più acute e per ciò che continuano a fare, ogni giorno, per l'assistenza e la cura dei cittadini italiani che finalmente, anche grazie al contributo decisivo della scienza, si stanno ora liberando dell'incubo della pandemia e possono guardare con rinnovata fiducia al loro futuro”, dichiara il ministro della Salute Orazio Schillaci, nel suo intervento alla terza Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato che si è svolta presso la Pontificia Università San Tommaso D'Aquino, a Roma.
Presente all’evento anche il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri che ha dichiarato: “Le vaccinazioni" contro Covid-19 "devono andare avanti, l'attività della scienza è fondamentale. Anche se non è ancora ai livelli passati, la pandemia c'è ancora". "L'emergenza non è stata solo il Covid, per voi l'emergenza è ogni giorno - ha ricordato Gasparri rivolgendosi ai sanitari - Siete degli apostoli di lavoro, siete l'ultimo contatto con la vita umana e a volte sostituite anche le famiglie. La giornata ben venga per il ricordo, ma anche per stimolare la riflessione su tutti gli aspetti, anche retributivi, per un personale che non va ricordato solo nei momenti celebrativi". Il ringraziamento agli operatori sanitari “che ogni giorno sono al fianco di chi ha bisogno, a sostegno della comunità e della nazione” è arrivato anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Schillaci, nel suo intervento, ha elencato le criticità del nostro Ssn e i punti sui quali lavorare. "Il capitale umano è la leva principale dei servizi sanitari e il lavoro dei professionisti sanitari e sociosanitari è essenziale per la piena tutela del diritto fondamentale alla salute, sancito dalla nostra Costituzione. Riconoscere i meriti e l'importanza degli operatori sanitari e sociosanitari vuol dire attivarsi per valorizzare al meglio la loro professionalità, dando risposte concrete a tutte le urgenze oggi più che mai attuali. E questa è una mia priorità. La carenza di personale rappresenta, da anni, un'emergenza nazionale e sono convinto che dobbiamo affrontarla restituendo attrattività al Servizio sanitario nazionale, che è uno dei migliori al mondo", ha detto il ministro della Salute. “Ho assunto l'impegno, in questo mandato, di procedere a una rivalutazione del trattamento economico di chi ogni giorno è impegnato nel servizio sanitario pubblico. Un primo segnale è stato dato con l'inserimento, in legge di Bilancio 2023, della norma che incrementa l'indennità al personale operante presso i servizi di pronto soccorso. Parallelamente è necessario agire sui vincoli di spesa per il personale, al fine di permettere alle Regioni di potenziare gli organici e rafforzare i servizi sanitari regionali", spiega il Ministro. Accanto al giusto riconoscimento sul piano economico, è importante investire “anche in termini di formazione e di sviluppo delle competenze, sia specialistiche, che trasversali, legate a nuovi modelli di organizzazione del lavoro multidisciplinare e integrato. Ecco perché - ha precisato il ministro - occorre aumentare il numero di iscritti nelle università e colmare la carenza di figure specialistiche. Nel contesto attuale, e soprattutto in un'ottica futura, è infatti sempre più avvertita l'esigenza di organizzare il lavoro in team multiprofessionali e multidisciplinari al fine di garantire un'assistenza qualificata su tutto il territorio nazionale. Proprio il lavoro in équipe si è rivelato essenziale per i professionisti sanitari durante l'emergenza pandemica, in quanto ha consentito la promozione della conoscenza e lo scambio di saperi".
Allo stesso tempo, per Schillaci occorre “accelerare la riorganizzazione di una sanità pubblica, con al centro la persona. A tal fine - ha sottolineato - è prioritario valorizzare il ruolo di tutte le professionalità sanitarie, socio sanitarie e socio-assistenziali impegnate sul territorio, per raggiungere l'obiettivo di una appropriata presa in carico dei bisogni di salute di tutti i cittadini. In questa direzione lavoriamo per cogliere pienamente le opportunità offerte dalle risorse del Pnrr e realizzare un’assistenza capillare attraverso le reti di prossimità. L'esperienza della pandemia ha insegnato a tutti noi quanto la salute pubblica sia cruciale, ha fatto emergere le eccellenze delle professionalità impegnate nel Servizio sanitario nazionale ma, ha acceso un faro sulle criticità del sistema, da affrontare con la massima determinazione e urgenza". A margine dell’evento, rispondendo ai giornalisti Schillaci ha fatto cenno al possibile rischio della disgregazione del Servizio sanitario nazionale con l'autonomia differenziata. “La sanità è regionale dal 2001, sono 22 anni che gran parte della sanità è affidata alle Regioni con un'offerta variabile da regione a regione. Il tema dell'autonomia differenziata è importante, ma credo che bisogna riconoscere al ministero della Salute un ruolo guida. Chi lavora bene continua a farlo e chi magari lavora meno bene può trovare nel ministero una guida".
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