Medici
26 Ottobre 2022 Continua a crescere la presenza femminile nella sanità pubblica: erano 442.445, al 31 dicembre 2020, le donne assunte in strutture del Servizio sanitario nazionale, ovvero il 68,6% del personale, a fronte del 67,9% del 2019
Continua a crescere la presenza femminile nella sanità pubblica: erano 442.445, al 31 dicembre 2020, le donne assunte in strutture del Servizio sanitario nazionale, ovvero il 68,6% del personale, a fronte del 67,9% del 2019. Ma a crescere di oltre 10 punti percentuali in 10 anni è, in particolare, la percentuale di dirigenti medici donna, passata dal 38,4% del 2010 al 49,9% del 2020. Solo l'8,3% di loro, però, riveste il ruolo di direttore di struttura complessa o semplice. Lo evidenzia il Rapporto "Le donne nel Servizio sanitario nazionale. Anno 2020", pubblicato dal ministero della Salute.
I dati, basati sul Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato, mostrano come il peso del genere femminile differisce nei diversi ruoli. Infatti, è donna il 49,9% (era il 48,1% nel 2019) dei dirigenti medici e oltre i tre quarti (circa il 78%) del personale infermieristico. Ma questo è un "trend destinato a crescere": tra gli under 45, infatti, il 63,8% è donna, mentre sopra questa età c'è una netta prevalenza di uomini e le donne che rappresentano solo il 43,9% del totale.
C'è poi ampia variabilità nelle Regioni: la percentuale di donne dipendenti dell'Ssn va da un minimo di 51,2% in Campania al 76,2% della Provincia autonoma di Bolzano.
"La presenza femminile all'interno del Ssn - si legge nel Rapporto - è significativamente cresciuta negli ultimi anni. Questo vale in particolar modo per i profili dirigenziali e meno per il personale del comparto. Dal 2010 al 2020 ad esempio, la percentuale di donne del personale infermieristico è pressoché invariata mentre, nello stesso periodo, oltre alla quota di donne medico sul totale medici, cresce molto anche la percentuale di veterinari e di dirigenti sanitari donna". Dal 2010 al 2020, infatti, la loro percentuale tra i dirigenti veterinari passa dal 18% al 27,1% e nella dirigenza sanitaria (biologi, farmacisti, fisici, chimici e psicologi) dal 72% al 78,5%.
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