Medici
14 Novembre 2023 L’accesso alla ricetta offerto dalla nota 100 al medico di famiglia per farmaci prima prescrivibili dal solo specialista sta semplificando il management dei circa 3 milioni di pazienti diabetici in Italia, e in particolare di quelli curabili con i principi attivi più innovativi
L’accesso alla ricetta offerto dalla nota 100 al medico di famiglia per farmaci prima prescrivibili dal solo specialista sta semplificando il management dei circa 3 milioni di pazienti diabetici in Italia, e in particolare di quelli curabili con i principi attivi più innovativi. Ma i risultati arrivano piano piano, e in alcune parti d’Italia devono ancora diventare soddisfacenti. Lo spiega Anna Lisa Mandorino Segretaria Generale di Cittadinanzattiva, che rappresenta utenti del servizio sanitario e pazienti, intervistata da Doctor 33 in occasione della Giornata Mondiale del Diabete (14 novembre). «Potenzialmente la nota 100 dell’Agenzia del Farmaco è un ottimo strumento per migliorare la qualità dell’assistenza ma purtroppo –sottolinea Mandorino – in questo anno e mezzo di applicazione ci sono state difficoltà che hanno reso il passo avanti meno percepibile e l’accesso ai farmaci meno omogeneo di quanto si sperasse».
Mandorino sottolinea come Cittadinanzattiva e il Tribunale per i Diritti del Malato puntassero su due aspetti: «Da una parte, agli assistiti, la nota offre la possibilità di vedersi prescritte le cure vicino a casa; dall’altra parte, c’era e c’è la chance di essere seguiti nelle nuove terapie dal proprio medico di famiglia che meglio conosce la storia e le esigenze di vita del suo assistito rispetto allo specialista ospedaliero. Ma sapevamo già che certi passaggi non si realizzano in modo automatico. Servirebbe un accompagnamento, attraverso una formazione specifica per tutti i medici di famiglia». Al di là del training, nel tempo si è fatta avanti una seconda problematica. «Ci è stata segnalata da pazienti ma anche dagli stessi medici di medicina generale l’impressione di essere stati abbandonati in relazione agli aspetti burocratici e in particolare alle modalità di compilazione del piano terapeutico che nella prima fase doveva essere compilato su carta e quindi trascritto in formato digitale. Questo problema, ora risolto, ha un po’ sminuito l’efficacia della disposizione Aifa».
Una ulteriore questione, molto attuale, «riguarda la disomogeneità nell’applicazione della nota da una regione all’altra, talora da un’Asl all’altra in una stessa regione, ed è legata alla scarsità di medici di medicina generale in alcune aree. È giusto spostare la prescrizione di farmaci importantissimi sotto la competenza del medico di famiglia, ma se quest’ultimo non c’è, se i distretti si sono spopolati di medici convenzionati, che si fa?» L’auspicio di Mandorino per l’anno che viene è «che si semplifichino il più possibile i percorsi di cura, non solo in teoria, sui documenti, ma nella pratica quotidiana badando, in questo caso, alle esigenze dei territori ed alla migliore accessibilità della prescrizione e della dispensazione dei farmaci».
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