Professioni sanitarie
24 Ottobre 2025Il responsabile nazionale sanità della Lega annuncia l’avvio in Lombardia della discussione sul progetto di legge per regolamentare la libera professione sanitaria non dirigente, con l’obiettivo di una legge nazionale

Una proposta di legge per regolamentare la libera professione degli infermieri e delle professioni sanitarie non dirigenti sarà discussa a dicembre in Lombardia e poi portata in Parlamento. Lo annuncia a Sanità33 Emanuele Monti, responsabile nazionale sanità della Lega, che definisce la misura “un passo concreto per valorizzare oltre 800mila professionisti del comparto pubblico e privato e rilanciare la sanità territoriale”.
Valorizzare le professioni sanitarie non dirigenti
Monti ha sottolineato come la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale (Ssn) passi anche dal riconoscimento del ruolo dei professionisti che operano ogni giorno nei servizi pubblici e privati.
“Dobbiamo valorizzare chi è sul campo – ha spiegato –. Parliamo di oltre 500mila operatori nel comparto pubblico e 300mila nel privato, tra infermieri, tecnici e ostetriche. La libera professione per le professioni sanitarie non dirigenti può diventare uno strumento utile per riconoscere adeguate retribuzioni e rafforzare la sanità territoriale”.
Secondo Monti, questo modello può favorire l’attività nelle case e negli ospedali di comunità, migliorare la prevenzione e consentire una collaborazione più stretta con il settore sociosanitario e con le Rsa, oggi in difficoltà per la carenza di personale.
Verso una legge quadro nazionale
Sul piano normativo, Monti ha ricordato che la Lega chiede nella legge di bilancio la proroga delle misure già avviate lo scorso anno per la libera professione sanitaria.
“Serve ora – ha precisato – un intervento strutturale. Stiamo lavorando a progetti di legge regionali, in particolare in Lombardia, dove a dicembre inizierà la discussione in Consiglio regionale. L’obiettivo è arrivare a un disegno di legge nazionale che regolamenti in modo chiaro e stabile questo percorso”.
L’iniziativa ha ricevuto il pieno sostegno del segretario Matteo Salvini e di tutto il gruppo parlamentare del partito.
Riformare il Ssn garantendo universalità e sostenibilità
In vista del cinquantenario del Ssn nel 2028, Monti ritiene necessario aggiornare il modello per mantenerne i principi fondanti.
“La grande sfida è conciliare l’accesso universale alle cure con la sostenibilità economica – ha osservato –. Dobbiamo rafforzare il sistema pubblico senza rinunciare al suo carattere universalistico, migliorando la gestione e il coordinamento tra i diversi livelli di governo”.
Innovazione digitale e sanità “su misura”
Il deputato lombardo ha indicato nella tecnologia uno dei principali strumenti per rendere più efficiente e moderno il sistema sanitario.
“Televisite, telemonitoraggio e intelligenza artificiale – ha affermato – permettono di semplificare processi, ridurre la burocrazia e rendere il paziente più autonomo e consapevole. La tecnologia è un driver di qualità e di efficienza”.
Ha tuttavia precisato che l’implementazione dei modelli innovativi deve essere calata sui territori, con soluzioni flessibili e adattate alle diverse realtà regionali.
“Non esistono modelli standard – ha spiegato –. Bisogna costruire percorsi su misura, come un vestito cucito sulle esigenze delle comunità locali”.
Una visione integrata e europea della salute
Monti ha infine richiamato la necessità di una prospettiva più ampia: “Dobbiamo ragionare in ottica di One Health, integrando salute umana, animale e ambientale, e costruire una strategia europea comune per le scienze della vita. I nostri competitor oggi non sono le regioni o i partiti, ma i grandi blocchi globali come Stati Uniti e Cina. L’Europa deve tornare protagonista anche nella politica della salute”.
Conclude Monti: “Per rilanciare il sistema sanitario nazionale servono riforme concrete, collaborazione tra istituzioni e un investimento deciso su chi ogni giorno garantisce la cura dei cittadini: i professionisti della sanità”.
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