Intervista
24 Aprile 2025Vincenzo Palermo, Amministratore Delegato di ViiV Healthcare Italia e coordinatore del gruppo Ist di Assobiotec, in un’intervista rilasciata a Sanità33: “Il sistema si sta disinteressando dell’HIV perché è ormai cronicizzato, ma ciò comporta costi altissimi”
In un’epoca in cui la scienza ha dotato la società degli strumenti per eradicare l’Hiv, la sfida più difficile sembra essere quella culturale. Lo afferma Vincenzo Palermo, Amministratore Delegato di ViiV Healthcare Italia e coordinatore del gruppo Ist di Assobiotec, in un’intervista rilasciata a Sanità33. “Viviamo un paradosso – spiega Palermo –: abbiamo terapie efficaci che azzerano la carica virale, strumenti di prevenzione come la PrEP, test rapidi accessibili. Eppure, l’incidenza dell’HIV in Italia è in aumento da tre anni”. A preoccupare è l’atteggiamento lassista, frutto della percezione errata che il virus non sia più una minaccia.
“Il sistema si sta disinteressando dell’Hiv perché è ormai cronicizzato, ma ciò comporta costi altissimi: ogni nuovo paziente comporta un impatto economico stimato in circa 300.000 euro lungo l’arco della vita”, sottolinea. Il problema è duplice: da un lato il disinvestimento nella prevenzione, dall’altro la persistente stigmatizzazione delle persone con Hiv. Palermo lo dice senza mezzi termini: “Stigma significa colpevolizzazione. Come società, dobbiamo smettere di considerare “colpevoli” le persone con Hiv, così come chi ha un tumore al polmone perché ha fumato o chi è obeso. È una questione etica”. ViiV Healthcare, azienda interamente dedicata all’Hiv, ha scelto di investire direttamente sul territorio, lanciando call for proposal per sostenere ospedali e associazioni nel cambiamento organizzativo e nel counseling. “Vogliamo aiutare i pazienti a comprendere cosa significhi vivere liberi dalla terapia. Anche attraverso il dialogo paziente-paziente, non solo medico-paziente”, racconta Palermo.
Lo scenario futuro, però, potrebbe essere positivo, se le istituzioni sapranno cogliere le opportunità. “Il nuovo Piano nazionale per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili è una base solida. È stato scritto bene, ora va attuato. E bisogna parlare ai giovani, che non conoscono il rischio dell’Hiv, perché non hanno vissuto gli anni bui dell’epidemia”. Per Palermo, la vera priorità oggi è creare una cultura della prevenzione che sia sostenibile, etica e integrata. “Se davvero vogliamo azzerare l’incidenza dell’Hiv, serve una visione sistemica, in cui innovazione e umanità procedano insieme. Non possiamo permetterci che tra dieci anni si parli ancora di incidenza crescente e stigma. Sarebbe un fallimento di tutti”.
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