Intervista
10 Gennaio 2023 Non c’è nulla sul tavolo che possa compensare neanche un pagamento parziale di quello previsto, la norma è sbagliata e non abbiamo le risorse per farlo. È un meccanismo che non può funzionare. Si tratta di una norma che non rappresenta uno strumento di contenimento della spesa ma un forte danno per la salute”. Chiare le parole di Massimiliano Boggetti
“Non c’è nulla sul tavolo che possa compensare neanche un pagamento parziale di quello previsto, la norma è sbagliata e non abbiamo le risorse per farlo. È un meccanismo che non può funzionare. Si tratta di una norma che non rappresenta uno strumento di contenimento della spesa ma un forte danno per la salute”. Chiare le parole del presidente di Confindustria dispositivi medici, Massimiliano Boggetti, in occasione della manifestazione indetta a Roma dalle associazioni che rappresentano le aziende che producono i dispositivi medici per protestare contro il payback, la restituzione di una parte dei soldi che le Regioni hanno speso per i dispositivi, in scadenza tra pochi giorni.
“Non siamo noi i responsabili a dover pagare la sanità ai cittadini italiani. Noi contribuiamo già in maniera sostanziale alla salute dei cittadini attraverso le nostre innovazioni, ma non lo possiamo fare anche con i nostri soldi. Toccherà alle regioni trovare le risorse per fornire la salute ai cittadini. Non si può andare a mettere le mani nelle tasche delle aziende per chiedere quello che le regioni spendono e che non vogliono pagare”, chiarisce Boggetti. Con il payback “abbiamo calcolato che circa l’80% delle piccole imprese del nostro comparto (che solo oltre 5mila) rischiano la chiusura. I 2,2 miliardi sono una cifra che noi non abbiamo sui nostri conti correnti, non sappiamo neanche dove fisicamente andare a prenderli. Non abbiamo le risorse per poterlo fare, si rischia la chiusura e oltre 100mila posti di lavori. È una cosa assurda e illogica che non succede in nessun altro Paese nel mondo”. La proroga al 30 aprile per il pagamento di 2,2 miliardi da parte delle aziende biomedicali per il meccanismo del payback, che dovrebbe essere decisa dal Consiglio dei ministri in programma oggi, "non basta, se non per mettersi al tavolo e discutere la cancellazione del payback. Sono a rischio le forniture per gli ospedali e l'assistenza ai cittadini”.
In Italia infatti, rileva, "non c'è un problema di spesa in dispositivi medici fuori controllo, ma di sottofinanziamento del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Senza la cancellazione, gli ospedali avranno grandi problemi di approvvigionamento se le imprese del comparto falliranno e inoltre si avranno pesanti ricadute anche sull'assistenza tecnica degli strumenti installati negli ospedali e sulla fornitura di tecnologie di qualità". Oggi, avverte Boggetti, "la spesa media procapite in dispositivi medici è tra le più basse d'Europa e mantenere i tetti vuol dire decidere di abbassare la qualità di strumenti diagnostici, di cura e riabilitazione indispensabili per la salute dei cittadini. Governo e regioni devono decidere se continuare a sottofinanziare il Ssn gettando sulle aziende l'onere di ripianare i conti o investire in salute facendo una programmazione più attenta e aderente ai bisogni di cura dei cittadini".
Anna Capasso
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