Intervista
04 Settembre 2024Tra riunioni, documenti redatti e pareri forniti, le attività dei Comitati etici e del loro Centro di coordinamento a tre anni dall’insediamento “sono state intense”. A parlarne è Carlo Maria Petrini, direttore dell’Unità di Bioetica dell’Istituto superiore di sanità, nonché presidente del Centro di coordinamento nazionale dei comitati etici
Tra riunioni, documenti redatti e pareri forniti, le attività dei Comitati etici e del loro Centro di coordinamento a tre anni dall’insediamento “sono state intense”. A parlarne a Sanità33 è Carlo Maria Petrini, direttore dell’Unità di Bioetica dell’Istituto superiore di sanità (Iss), nonché presidente del Centro di coordinamento nazionale dei comitati etici, che ha tracciato un bilancio a tre anni dall’insediamento.
Dal 6 luglio 2021, data di insediamento del Centro di Coordinamento Nazionale (CCNCE) ci sono state 75 volte riunioni plenarie del CCNCE, oltre a due/tre riunioni settimanali per rispondere alle domande pervenute, per redigere documenti di lavoro e per analizzare dati”. come racconta Petrini. Accanto a questo, “abbiamo adottato e più volte aggiornato gli schemi nazionali di contratto – prosegue il presidente del Centro di coordinamento -, traducendo i documenti in inglese per favorire l’attrattività italiana delle sperimentazioni, oltre a redigere e aggiornare i documenti per gli aspetti che il comitato deve valutare”. Non sono mancati, poi, i pareri inviati al Ministero della Salute, piuttosto che all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in merito a specifici temi.
Tuttavia, secondo Petrini c’è ancora da fare a livello di formazione e di monitoraggio: “Non c’è stato ancora tempo di organizzare una vera formazione – ha sottolineato – e nonostante i sette rapporti di monitoraggio inviati al Ministero sulle attività, sarebbe auspicabile un monitoraggio qualitativo, assai più arduo da fare, ma è un tema che dovrà essere approfondito nel proseguimento delle attività del Centro di coordinamento. Inoltre, dagli incontri con i Comitati sulle funzionalità delle segreterie tecnico-scientifico e sulla loro sostenibilità, abbiamo evidenziato criticità a livello economico e di risorse umane”. Un aspetto positivo, invece, è la collaborazione, come quella con il tavolo di lavoro presso il Ministero della salute in tema di sperimentazione, dove si sta discutendo una revisione della normativa.
In conclusione, Petrini ha evidenziato come “le sperimentazioni cliniche sui medicinali e le indagini sui dispositivi medici, che sono di importanza cruciale, sono meno del 25% dell’attività dei Comitati, mentre tutto il resto riguarda studi di altro tipo, quali osservazionali, epidemiologici, diagnostici. Purtroppo – ha concluso l’esperto - questi studi non hanno una cornice normativa così robusta come gli studi clinici, né vero e proprio coordinamento. C’è, quindi, un vuoto normativo”.
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