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09 Maggio 2024

L’assistenza psicologica è un diritto come quella medica, l’indagine Cnop

Le sollecitazioni che emergono dall'indagine 'Il ruolo degli psicologi per gli italiani', realizzata su un campione rappresentativo di adulti dall'Istituto Piepoli per il Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi (Cnop) e presentata al convegno '35 anni dalla legge della professione psicologica'


L’assistenza psicologica è un diritto come quella medica, l’indagine Cnop

L'assistenza psicologica è un diritto che dovrebbe essere accessibile a tutti, gratuitamente. Ne è convinto - molto o abbastanza - il 98% italiani. Per il 74% dei concittadini, inoltre, bisognerebbe, in pratica, assicurare l'assistenza o le cure psicologiche così come si fa con quelle mediche perché sono importanti allo stesso modo. È una delle sollecitazioni che emerge dall'indagine 'Il ruolo degli psicologi per gli italiani', realizzata su un campione rappresentativo di adulti dall'Istituto Piepoli per il Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi (Cnop) e presentata al convegno '35 anni dalla legge della professione psicologica', organizzato dal Cnop svoltosi a Roma, da cui si delinea un'immagine che è migliorata nel tempo (secondo il 56% del campione) di questo professionista nella vita quotidiana del Paese.

E la richiesta sembra essere quella di far crescere questo tipo di assistenza in diversi ambiti. Molto elevata l'importanza che gli italiani danno alla possibilità di attivare queste figure per l'assistenza delle persone con malattie croniche fisiche, tra le quali anche i tumori, ormai in molti casi cronicizzati. Il 97% (era il 91% a giugno dello scorso anno) ne ritiene la possibile presenza importante (molto o abbastanza) negli ospedali, stessa percentuale nei servizi sociali. Scende leggermente quando si parla di attivare questa assistenza nelle strutture per anziani (per il 90% molto o abbastanza importante, dato stabile rispetto al 2023). Importante garantirla anche per le cure domiciliari (86%), in aiuto ai medici di famiglia (84%), nei luoghi di lavoro (81%), nello sport (77%).

Per quanto riguarda lo psicologo di base - di cui molto si è parlato in questi anni post pandemici e al centro di sperimentazioni e disegni di legge - risulta noto a un italiano su 2, ma è gradito da 8 su 10. Infatti, il 47% ne ha sentito parlare, contro il 53% che non conosce questa figura. Ma ben l'81% ne ritiene molto o abbastanza importante l'attivazione. Ancora più elevata la percentuale che ritiene la presenza dello psicologo a scuola molto o abbastanza importante (85%). I compiti di questi professionisti 'scolastici' dovrebbero essere: intercettare precocemente le situazioni di disagio degli studenti (53%); promuovere competenze psicologiche per affrontare la vita (47%); fare prevenzione (36%); collaborare con le famiglie (31%); supportare i docenti (14%). Infine, 7 italiani su 10 credono che, se si spendono soldi per migliorare la condizione psicologica degli italiani, questo può far migliorare anche la condizione economica del Paese.

"Trentacinque anni fa, dopo 21 di battaglie parlamentari, ha sottolineato il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi (Cnop), David Lazzari, in apertura del convegno, veniva finalmente regolata la professione psicologica. Una comunità professionale che è cresciuta in quantità, con oltre 130mila componenti, ma anche in fiducia verso la popolazione, con il +62% di richieste nel privato negli ultimi anni, e in immagine sociale. Una comunità che però oggi denuncia una situazione di non risposta e di pericolosa sottovalutazione rispetto ai bisogni psicologici della popolazione".

Per Lazzari, "la mancanza di una rete psicologica pubblica impedisce la prevenzione, l'intercettazione precoce dei problemi e la promozione della resilienza, con il risultato dell'aggravarsi delle situazioni, con costi umani, sanitari e sociali molto pesanti. Sono anni che si parla di psicologo nella scuola e di psicologo di base, ma i fatti tardano a seguire le tante promesse. L'uso solo privatistico della psicologia ne fa un bene riservato a chi può permetterselo e questa è una visione miope e classista che non può essere condivisa".



"A 35 anni dal riconoscimento dell'ordine degli psicologi, la professione in Italia è più vivace che mai. Molti passi avanti sono stati compiuti dal 1989, ma tanto resta da fare e ne siamo consapevoli. Per il Governo Meloni il ruolo dello psicologo è prioritario nella promozione della salute, ma anche per la crescita economica della nostra nazione. Come viceministro delegata alle Politiche sociali, il mio impegno è volto a costruire un'azione di sistema, fondata sul fattivo riconoscimento e coinvolgimento delle competenze psicologiche, che va anche oltre il bonus psicologico, che pure abbiamo rifinanziato" ha detto, dal canto suo, il viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, intervenendo al convegno '35 anni dalla legge della professione psicologica', oggi pomeriggio a Roma.



"In ragione di ciò, nello stanziamento di oltre 300 milioni di euro per azioni di protezione dei minori, per enti locali e del Terzo settore, abbiamo posto al centro la costituzione di équipe multidisciplinari che vedono nella presenza dello psicologo una delle figure chiave nella promozione del benessere - ha aggiunto - Mai come prima d'ora, abbiamo chiesto il supporto dell'Ordine Nazionale degli Psicologi per la predisposizione di riforme importanti come la legge quadro in favore degli anziani. Intendiamo continuare su questa strada, e sosterremo con interesse anche le iniziative parlamentari volte all'introduzione dello psicologo di base e dello psicologo scolastico".

TAG: PSICOLOGI

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