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06 Marzo 2023

Ddl anziani, un libro di Monsignor Paglia delinea gli interventi istituzionali non più rinviabili

Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, introduce il suo libro “L’Orizzonte politico e culturale della nuova legge delega per la popolazione anziana” (ed. LSWR). Il volume vuole aiutare a comprendere la nuova legge delega il cui testo è ora in Senato all’esame delle commissioni per il rush finale


Ddl anziani, un libro di Monsignor Paglia delinea gli interventi istituzionali non più rinviabili

«Siamo ormai vicini al milione di decessi da Covid 19 nel mondo e si calcola che – almeno nei paesi occidentali - il 50% di questi sia avvenuto nelle nursing home, nelle case di riposo, negli ospedali per lungodegenti, insomma nei luoghi della assistenza residenziale a lungo termine». Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, introduce con queste parole il suo libro “L’Orizzonte politico e culturale della nuova legge delega per la popolazione anziana” (ed. LSWR). Il volume vuole aiutare a comprendere la nuova legge delega il cui testo è ora in Senato all’esame delle commissioni per il rush finale. Esamina il lavoro di due commissioni –una di riforma della assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana ed una interministeriale – partendo da esperienze di tutti i giorni. Fa da preambolo la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, siglata nel 2000, che dedica l’articolo 25 ai diritti delle persone anziane “a condurre una vita dignitosa e indipendente e a partecipare alla vita sociale e culturale”.

La legge delega in itinere – Anziano non vuol dire disabile. La proposta presentata dalla premier Giorgia Meloni, dalla Ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone e dal Ministro della Salute Orazio Schillaci va distinta dalla legge sulla disabilità in vigore da 2 anni. Quest’ultima, legge 227 del 2021, aggiorna la definizione di handicap, semplifica l’accesso ai servizi sociali e sanitari, istituisce un Garante nazionale che raccoglie segnalazioni di discriminazioni da disabili o familiari. Inoltre, separa la valutazione di base del paziente ad opera – presumibilmente – dell’Inps che ne certificherà la non autosufficienza ai sensi dei benefici d’invalidità e della legge 104, dalla valutazione multidimensionale, che porta alla definizione di progetti personali, spettante a unità di professionisti sanitari e del sociale. Infine, separa i percorsi valutativi per le persone anziane da quelli previsti per gli adulti e per i minori.  Il ddl sulle politiche per le persone anziane parte da qui. Mira il più possibile al mantenimento dell’anziano a domicilio riconoscendone i fabbisogni assistenziali in caso di disabilità cognitiva e promuove la connessione delle anagrafi comunali e del servizio sanitario per fare assistenza sociosanitaria. Alla Presidenza del Consiglio indica un comitato interministeriale incaricato di emanare con le regioni livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps) e monitorarne la realizzazione. Sempre per decreto entro marzo 2024 i ministeri di Lavoro, Salute, Economia, Famiglia, Disabilità devono disciplinare interventi di sanità preventiva a casa dell’anziano e ruolo del volontariato nonché il reinserimento del caregiver del paziente non autosufficiente nel mondo del lavoro. Ai distretti sanitari, trasformati in ambiti sociali, va una quota vincolata dei fondi delle regioni per il sociale ed allo stato spettano poteri sostitutivi in caso di inadempienza delle regioni. La legge non è ad oneri zero ma usa le risorse che le regioni di solito trasferiscono ai comuni, i 40 milioni del Fondo nazionale a sostegno dei caregiver familiari ed i 25 milioni per il sostegno del ruolo di cura di questi ultimi. Ma da dove partire per realizzarla?

Il volume – “Non possiamo considerare 14 milioni di anziani, tanti siamo in Italia, uno “scarto” –scrive Monsignor Paglia– ma al contrario, persone che possono e debbono interiormente rinnovarsi gustando quel che hanno costruito in passato e utilizzandolo per gli altri nel presente”. I primi capitoli passano in rassegna i limiti degli istituti di cura, le difficoltà dei caregiver, le nomine di amministratori di sostegno e le interdizioni “di fatto” di anziani fragili il cui problema –non sempre cognitivo- fa da scusa a comportamenti opportunisti di familiari e conviventi. Ci sono cose da non fare, ma anche interventi da promuovere, che nel 2021 la Commissione guidata da Monsignor Paglia ha delineato nella Carta dei Diritti e Doveri dell’Anziano. La Carta riprende tre diritti: 1) il rispetto della dignità della persona anziana, 2) una assistenza responsabile, 3) la protezione per una vita di relazione attiva. Uno stato dovrebbe sia sostenere i nuclei familiari con anziani nei quali si intende continuare a favorire la vita in convivenza sia garantire la continuità affettiva delle persone anziane istituzionalizzate con le visite. Nel terzo capitolo si esaminano le nuove frontiere di diritti e doveri indicate dalla Carta: l’anziano deve poter manifestare il suo pensiero, essere ascoltato, interagire, fruire di mezzi di comunicazione anche informatici, partecipare attivamente alla vita sociale. La Carta si propone il recupero dei pensionati in ruoli di volontariato, nonché di giovani inoccupati a ruoli di affiancamento, sostegno, non solo nei piccoli comuni. Il libro si chiude con un’analisi dei trend d’invecchiamento della popolazione italiana e riassume le premesse di un nuovo patto di integrazione in “linee guida” per la futura applicazione della legge, includendo il ruolo del terzo settore e l’importanza dell’integrazione tra sociale e sanitario.

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