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Alzheimer

12 Novembre 2025

Alzheimer, in Senato progetto di indagine conoscitiva sulla rete nazionale

Avviata iniziativa parlamentare per verificare la capacità del Servizio sanitario nazionale di rispondere ai bisogni delle persone con demenza e aggiornare il Piano nazionale del 2014


alzheimer terapie

È stata presentata oggi in Senato un’iniziativa volta all’avvio di un’indagine conoscitiva sullo stato della rete nazionale Alzheimer, promossa dal senatore Guido Quintino Liris, membro della V Commissione permanente Bilancio di Palazzo Madama. L’obiettivo è raccogliere dati, testimonianze e analisi per valutare il grado di prontezza del Servizio sanitario nazionale (Ssn) nella presa in carico dei pazienti con demenza e orientare futuri interventi legislativi.

Secondo le stime, in Italia vivono oltre 1,2 milioni di persone con demenza, di cui circa 600mila con malattia di Alzheimer, e più di 4 milioni di familiari caregiver. Con l’invecchiamento della popolazione, i numeri sono destinati a crescere sensibilmente nei prossimi anni.

L’indagine, che sarà avviata tra gennaio e febbraio 2026, prevede una serie di audizioni che coinvolgeranno ministero della Salute, ministero dell’Università e della Ricerca, Conferenza delle Regioni, Aifa, Istituto superiore di sanità, Agenas, società scientifiche, associazioni di pazienti ed esperti. Il lavoro punta anche a definire le azioni necessarie per favorire l’integrazione nel Ssn delle terapie già disponibili in altri Paesi come Stati Uniti, Cina, Giappone e Australia.

«L’Alzheimer rappresenta una delle più grandi sfide del nostro tempo, non solo sanitaria ma anche sociale ed economica», ha dichiarato Liris, sottolineando la necessità di costruire una nuova governance nazionale «capace di garantire equità, tempestività e qualità nei percorsi di diagnosi, cura e assistenza».

Gli organizzatori evidenziano che il Piano nazionale demenze del 2014, pur avendo rappresentato un passo avanti, mostra oggi limiti significativi rispetto alle nuove esigenze: non contempla le innovazioni diagnostiche e terapeutiche più recenti né le sfide poste dai cambiamenti demografici. La mancanza di linee guida aggiornate riduce la capacità dei professionisti di offrire cure adeguate e integrate.

Sul tema è intervenuto Alessandro Padovani, direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Brescia ed ex presidente della Società Italiana di Neurologia (Sin), che propone di ispirarsi al modello delle reti oncologiche: «Un sistema che definisca livelli di complessità dal territorio ai centri hub e gruppi multidisciplinari per gestire la complessità delle nuove terapie biologiche e personalizzate».

Nel corso della presentazione è stato evidenziato anche il ruolo della collaborazione pubblico-privato. Adele Patrini, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Sociale, ha parlato di «un dialogo costante tra istituzioni, aziende e mondo della ricerca per mettere al centro il paziente». Tra i partner citati figurano GE HealthCare ed Eli Lilly, impegnate rispettivamente nello sviluppo di tecnologie diagnostiche avanzate e di opzioni terapeutiche innovative.

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