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30 Aprile 2025

I primi 100 giorni di Trump, ecco le prime ricadute per sanità e salute pubblica

Nei primi 100 giorni del secondo mandato di Donald Trump, la sanità americana ha vissuto una serie di retromarce rapide. A raccontarlo è un’analisi di MedPage Today, che ha ricostruito passo dopo passo le principali inversioni di marcia dell’amministrazione in ambito sanitario


il presidente degli stati uniti donald trump

Nei primi 100 giorni del secondo mandato di Donald Trump, la sanità americana ha vissuto una serie di retromarce rapide. A raccontarlo è un’analisi di MedPage Today, che ha ricostruito passo dopo passo le principali inversioni di marcia dell’amministrazione in ambito sanitario.

A meno di due settimane dall’insediamento, i portali Medicaid sono stati improvvisamente chiusi, bloccando l’accesso degli stati ai fondi federali destinati a 80 milioni di cittadini. La Casa Bianca ha parlato di un malfunzionamento tecnico, mentre le piattaforme sono tornate operative solo il 1° febbraio, dopo giorni di rallentamenti.

Il primo giorno di mandato, Trump ha congelato i finanziamenti esteri, colpendo anche il programma PEPFAR per la lotta all’HIV. Dopo le proteste, il segretario di Stato Marco Rubio ha concesso una deroga parziale, consentendo la ripresa di cure e prevenzione, ma il futuro del programma resta incerto e sotto attacco da parte degli attivisti.

Anche il CDC ha vissuto giorni di tensione. Circolavano voci sul licenziamento degli specializzandi del programma Epidemic Intelligence Service, ma dopo il taglio di 1.300 dipendenti a metà febbraio, l’agenzia ha confermato che tutti i borsisti EIS sono stati mantenuti in servizio, probabilmente grazie alla pressione pubblica.

Situazione simile alla FDA, dove il personale licenziato nei settori della sicurezza alimentare e dei dispositivi medici è stato richiamato al lavoro a fine febbraio. La gestione altalenante ha suscitato critiche, con accuse di tagli caotici che mettono a rischio funzioni essenziali.

Sul fronte vaccini, il segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. ha inizialmente minimizzato l’epidemia di morbillo in Texas e si è limitato a definire la vaccinazione "una scelta personale". Solo ad aprile ha dato un endorsement più chiaro, raccomandando il vaccino MMR, pur senza spingersi oltre.

La nomina di David Weldon alla guida del CDC è stata ritirata poche ore prima dell’audizione al Senato, a causa delle sue posizioni critiche verso le vaccinazioni infantili e della mancanza di sostegno politico.

Intanto, l’iniziativa DOGE, che chiedeva ai dipendenti della sanità federale di giustificare settimanalmente il loro lavoro via email, si è arenata per problemi tecnici e opposizioni interne, fino a essere di fatto abbandonata.

Anche il rientro in ufficio imposto alla FDA si è rivelato un flop: code, spazi improvvisati e carenze logistiche hanno spinto l’agenzia ad annullare il piano entro aprile, permettendo ai dipendenti di tornare al lavoro da remoto per evitare una fuga di talenti.

La Women's Health Initiative ha rischiato di perdere i fondi NIH per il suo maxi studio sulla salute femminile, ma dopo la pubblicazione dei tagli, l'amministrazione ha annunciato di voler ripristinare il finanziamento, anche se conferme ufficiali tardano ad arrivare.

Infine, l'idea di creare un registro nazionale sull'autismo è stata presentata come nuovo progetto NIH, alimentando polemiche sul possibile legame con i vaccini. Dopo le critiche, HHS ha corretto il tiro, spiegando che si tratterà invece di uno studio da 50 milioni di dollari sulle cause e i trattamenti dell’autismo, senza registri centrali.

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