liste attesa
20 Marzo 2025Il Ddl, approvato lo scorso 4 giugno dal Consiglio dei Ministri, subisce ora nuovi ostacoli con la bocciatura da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze di diversi emendamenti
Continua l'impasse in Commissione Bilancio del Senato sul disegno di legge sulle prestazioni sanitarie. Il Ddl, approvato lo scorso 4 giugno dal Consiglio dei Ministri insieme al decreto sulle liste d'attesa, subisce ora nuovi ostacoli con la bocciatura da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze di diversi emendamenti approvati in precedenza in Commissione Sanità. Tra i provvedimenti bocciati figurano misure di rilievo per la salute pubblica, come l'estensione del programma nazionale di screening per il tumore al seno, la trasformazione del corso di formazione in medicina generale in una scuola specialistica, un fondo dedicato alle patologie oculari cronico-degenerative e l’Iva agevolata per gli alimenti a fini medici speciali. Il Mef ha espresso parere contrario anche sulla riassegnazione al Ministero della Salute delle sanzioni amministrative pecuniarie irrogate dall’Antitrust e sui poteri sanzionatori dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in materia di pubblicità sanitaria.
Il fondo per la prevenzione del tumore al seno
Particolarmente contestata è la bocciatura dell’emendamento che prevedeva lo stanziamento di 6 milioni di euro l’anno per tre anni per la prevenzione del tumore al seno. "Hanno fatto una becera propaganda – ha commentato duramente la senatrice del M5S Elisa Pirro – e oggi ci ritroviamo con il Mef che dà parere negativo a questo emendamento che avremmo appoggiato volentieri. Non hanno trovato i soldi, mentre si continua a parlare di un piano di riarmo che dovrebbe aprire spazi fiscali per circa 30 miliardi. È una cosa immorale. La sanità è al collasso e i cittadini non si meritano tutto questo". Lo stop ha creato polemiche anche tra le fila della maggioranza, dal momento che l’emendamento in questione era stato approvato in Commissione Sanità con il sostegno trasversale di forze politiche diverse, tra cui Italia Viva e Lega, con le firme delle senatrici Daniela Sbrollini ed Elena Murelli.
Opposizioni all’attacco
Alla luce del continuo stallo, le opposizioni hanno chiesto di fermare l’esame del Ddl e di riaprire un ciclo di audizioni con le parti sociali e le associazioni sanitarie. "Faccio un appello al senatore Zaffini, presidente della Commissione Affari sociali, e a tutti i capigruppo di maggioranza: riapriamo le audizioni sul Ddl prestazioni sanitarie", ha dichiarato in Aula il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia. Secondo Boccia, due emendamenti in particolare rappresentano "mini riforme" con impatti significativi sul Servizio Sanitario Nazionale: il primo (13.0.400), proposto dalla relatrice, che modificherebbe radicalmente l’integrazione tra cure sanitarie e assistenza ai non autosufficienti; il secondo (13.0.4), a firma del senatore Zullo, che riscriverebbe le norme sull’assistenza sanitaria integrativa. "Se non vogliamo arrivare alla completa privatizzazione della sanità pubblica, è il caso di avviare un supplemento di riflessione", ha avvertito Boccia.
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