Governo e Parlamento
24 Ottobre 2022 La scelta del neo-governo guidato da Giorgia Meloni di selezionare un componente tecnico, Orazio Schillaci, 53 anni, rettore dell'Università di Roma "Tor Vergata", è ora alla guida del ministero della Salute viene apprezzata dal mondo della sanità: le reazioni
La scelta del neo-governo guidato da Giorgia Meloni di selezionare un componente tecnico, Orazio Schillaci, 53 anni, rettore dell'Università di Roma "Tor Vergata", alla guida del ministero della Salute viene apprezzata dal mondo della sanità.
«Sono certo che il nuovo ministro della Salute, Orazio Schillaci, con le sue altissime competenze e la sua storia professionale, saprà affrontare al meglio le sfide di un sistema sanitario messo a dura prova dalla pandemia. La sanità in Italia richiede una governance con regole flessibili e davvero adeguate ai tempi, per garantire l'accesso rapido e omogeneo alle cure a tutti i cittadini. Per questo è necessario un approccio sempre più orientato a considerare la salute un investimento e non un costo, per il bene del Paese e per la sua crescita», dichiara Marcello Cattani, presidente di Farmindustria. Dal suo canto, il neoministro si dice onorato di «poter servire la Nazione in un ruolo così importante come quello di ministro della Salute. Mi impegnerò con tutte le mie energie e spero che l'esperienza maturata sul campo come medico e come docente possa essere utile per dare risposte concrete per la tutela della salute e il benessere delle persone».
Schillaci è stato membro del Comitato Scientifico dell'Istituto Superiore di Sanità, lavorando a fianco del presidente dell'Istituto Silvio Brusaferro che esprime parole di stima nei confronti del collega. «Auguriamo al ministro, di cui abbiamo apprezzato l'alta professionalità, la competenza e la passione per la sanità pubblica nella sua veste di magnifico rettore dell'Università degli Studi di Tor Vergata e di membro del Comitato scientifico dell'Istituto» superiore di sanità, «buon lavoro, pronti a operare insieme nel promuovere e tutelare la salute dei cittadini e delle comunità del nostro Paese». Anche il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa, Giorgio Palù, rivolge parole di apprezzamento nei confronti del nuovo capo del dicastero, «è un valido ricercatore, ha l'esperienza di un preside di Medicina e di un rettore di un'università importante, e quindi conosce tutte le criticità della medicina sia accademica sia del Servizio sanitario nazionale, e tutti i segreti e le esigenze della ricerca, in particolare della ricerca biomedica che è cruciale per lo sviluppo del Ssn. Gli auguro buon lavoro, spero di incontrarlo quanto prima e sono certo che lavoreremo insieme».
La nomina di Orazio Schillaci a ministro della Salute «qualifica tutta la squadra di Governo. È un tecnico, un medico, un ricercatore tra l'altro in una branca molto importante che è la medicina nucleare, con una sensibilità sui temi dell'innovazione. Ed è una persona che guarda l'evidenza scientifica e questo significa valorizzare gli strumenti che sappiamo funzionare contro Covid-19, il vaccino, i farmaci antivirali, gli anticorpi monoclonali, per tornare a fare una vita normale ed evitare che ci siano delle recrudescenze». Così Americo Cicchetti, direttore di Altems, l'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell'Università Cattolica, commentando all'Adnkronos Salute la scelta del rettore dell'università di Roma Tor Vergata alla guida del ministero della Salute. «Oggi Covid-19 è in una fase di plateau che ci porteremo avanti per lungo tempo - afferma Cicchetti - ma riusciremo a tenerlo in queste condizioni perché abbiamo gli strumenti per affrontarlo, altrimenti la situazione potrebbe essere ben diversa. È fondamentale, dunque, avere un ministro che crede in questi strumenti, che non potrà prescindere dall'evidenza scientifica e dall'esperienza, appunto, degli esperti». Non c'è solo il Covid fra le sfide che attendono il neo ministro. «Oggi l'expertise del medico si deve legare alla conoscenza della tecnologia - sottolinea Cicchetti - Viviamo un momento in cui le opzioni sono tante dal punto di vista dell'innovazione e ci vuole una grande capacità di valutare ciò che davvero genera valore per i pazienti e i cittadini. Se rivedere e implementare il Pnrr è la 'madre' delle priorità in sanità, la questione tecnologica è una delle prime priorità a cui porre attenzione. Va portata a compimento la riforma del Sistema nazionale di valutazione della tecnologia sanitaria, cioè dell'health technology assessment, perché è lo strumento essenziale - spiega - per garantire l'accesso alle innovazioni ai pazienti e al tempo stesso la sostenibilità del sistema. Penso che una persona che ha questa sensibilità verso la tecnologia, come Schillaci, è importate in questa fase».
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