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Governo e Parlamento

17 Luglio 2023

Sanità, in vista avvicendamenti per i protagonisti istituzionali della lotta al Covid

Con le nomine che si vanno predisponendo al ministero della Salute, quest’estate sarà tempo di avvicendamenti per i principali artefici della battaglia contro il coronavirus


Sanità, in vista avvicendamenti per i protagonisti istituzionali della lotta al Covid

Alla fine dei film, prima dei titoli di coda, scorriamo per iscritto i destini di protagonisti e comprimari negli anni successivi. Con le nomine che si vanno predisponendo al ministero della Salute, quest’estate sarà tempo di avvicendamenti per i principali artefici della battaglia contro il coronavirus. Molti, che hanno “esordito” con i governi Conte – soprattutto il “giallo-rosso” – o con il tecnico Draghi, potrebbero avviarsi a nuove attività a seguito di uno “spoil system” massiccio. Forse il personaggio più “di punta” nella lotta al Covid, anche suo malgrado, è il Generale Francesco Paolo Figliuolo; lo ritroviamo oggi in Emilia-Romagna commissario straordinario per la ricostruzione dopo l’alluvione. Nominato commissario straordinario da Draghi al posto di Domenico Arcuri per coordinare le misure per il contrasto all'emergenza Covid-19, si è distinto per la capacità di organizzare acquisizione e consegna dei vaccini, di realizzare le postazioni per le somministrazioni con personale dell’esercito, di concludere contratti con le professioni del mondo della sanità per l’allargamento della campagna. Lo ha fatto per un anno e un mese, da marzo 2021 a tutto marzo dell’anno dopo. Dopodiché per un anno ancora i suoi compiti, sono stati ripresi da una struttura guidata dal generale Maurizio Riccò; a fine anno pure quest’ultima cesserà di esistere e il fondo per far funzionare gli uffici del Generale sarà riassorbito dal Ministero della Salute per la gestione ordinaria.

Nel Comitato tecnico scientifico vicino ai premier, all’origine di molti provvedimenti contro il coronavirus, sono stati a lungo protagonisti due docenti tuttora in carica: il bergamasco Franco Locatelli ed il friulano Silvio Brusaferro. Il primo, oncoematologo e pediatra a Roma, è stato cooptato in qualità di presidente del consiglio superiore di sanità; in queste settimane il ministro Orazio Schillaci sta ristrutturando il dicastero in quattro dipartimenti, e all’approvazione della riforma decadranno tutti gli incarichi, inclusi quelli del CSS, organo consultivo ministeriale. Altro protagonista è il professor Brusaferro presidente dell’Istituto superiore di Sanità: il suo mandato scade in luglio. Igienista di estrazione, si sarebbe ricandidato ma tra i requisiti dei nuovi vertici c’è l’assenza di pendenze penali e il docente è indagato nell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione del Covid in val Seriana. Tra i sostituti possibili di cui si fa il nome, Rocco Bellantone ed Anna Teresa Palamara entrambi del Policlinico Gemelli.

Molti anche gli avvicendamenti al Ministero della Salute che interessano nomi chiave della lotta al virus; a maggio Gianni Rezza, già direttore dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, è andato in pensione lasciando la carica di Direttore Generale della Prevenzione del Ministero; a subentrargli nella casella vuota potrebbe essere il DG dell’Istituto Spallanzani Francesco Vaia che in pandemia ricoverava i primi pazienti  Covid-19 già da gennaio, prima dell’esplosione dei contagi. Al Ministero oggi lavora un altro medico dello Spallanzani e membro del comitato scientifico contro il coronavirus: l’epidemiologo Giuseppe Ippolito, passato dall’INMI romano dove era direttore scientifico al ministero della salute Direzione generale Ricerca. Altro possibile, ma non scontato, cambio si profila alla Direzione Generale programmazione, dove si è peraltro distinto, nominato da Roberto Speranza (allora di Liberi e Uguali oggi Pd), Stefano Lorusso, artefice del varo dei nuovi livelli essenziali di assistenza.

C’è infine la questione dell’Agenzia del Farmaco, organo tecnico del Ministero che può prendere decisioni tecniche senza il placet di quest’ultimo. Guidata dal presidente Giorgio Palù, l’agenzia a inizio anno è stata riformata da una legge che azzera i poteri e la rappresentanza legale del direttore generale. L’ex Dg ai tempi del Covid, Nicola Magrini, è stato avvicendato proprio a gennaio dalla dirigente Anna Rosa Marra che ne rileva le funzioni fino all’entrata in vigore dei decreti attuativi della legge di riforma. Da ottobre l’organismo si doterà di un direttore scientifico ed unirà i comitati tecnico scientifico e prezzi-rimborsi; la figura di Dg non ci sarà più e a guidare l’agenzia resterà solo il Presidente. In tale carica Palù, 75 anni, già ordinario di microbiologia a Padova, è dato al momento per possibile successore di sé stesso.

TAG: COVID, SANITà GOVERNO

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