Governo e Parlamento
13 Settembre 2022 Arriva in aula in Senato il decreto legge aiuti e nella bozza in via di conversione stavolta la sanità è presente eccome: c’è l’elenco delle regioni benchmark, ci sono i soldi in più per colmare le spese della sanità per il gas, c’è la richiesta di un ripiano da 2 miliardi dal 2015 ad oggi ai produttori di dispositivi medici, e c’è -in emendamento- la norma che stabilizzerebbe il personale del servizio sanitario
Arriva in aula in Senato il decreto legge aiuti e nella bozza in via di conversione stavolta la sanità è presente eccome: c’è l’elenco delle regioni benchmark, ci sono i soldi in più per colmare le spese della sanità per il gas (un miliardo alle regioni), c’è la richiesta di un ripiano da 2 miliardi dal 2015 ad oggi ai produttori di dispositivi medici, e c’è -in emendamento, dunque molto in bilico - la norma che stabilizzerebbe il personale del servizio sanitario assunto in pandemia con contratti a termine che a tutto il 2024 potrà vantare almeno 36 mesi di servizio in ospedale. Il Dl Aiuti Bis, numero 115 del 9 agosto scorso, non va confuso con il primo decreto legge aiuti, il 50/2022 del 17 maggio, poi diventato legge 91 lo scorso 15 luglio . Fra le tante previsioni del primo DL aiuti per venire incontro alla popolazione italiana dopo la guerra con l’Ucraina e la crisi economica scatenatasi, all’articolo 40 era stato previsto un aumento del finanziamento corrente di 200 milioni per il SSN così da contribuire ai maggiori costi energetici di As ed ospedali. Altri 27 milioni erano stanziati all’articolo 44 per garantire ai profughi ucraini l’accesso alle prestazioni della sanità italiana. Il decreto legge Aiuti bis è arrivato perché i primi aiuti non bastavano di fronte al perdurare della guerra e andrebbe convertito proprio entro oggi, data “ufficiale” di scadenza della legislatura. Qui stanno però confluendo nuove ulteriori misure per aiutare le imprese in difficoltà per il caro-bollette. In un recentissimo incontro organizzato da Cosmed – la confederazione che comprende i sindacati medici Anaao Assomed, Aaroi-Emac, veterinari Fvm, Fedirets, Anmi Assomed-Sivemp Fpm, Andprosan – la senatrice Rosellina Sbrana (ex Lega) ha ammesso che il Dl, ultimo della legislatura, è diventato un “omnibus” dove sono confluiti 400 emendamenti, alcuni passati al vaglio del Ministero dell’Economia, altri in Commissione. «I nodi sono extrasanitari, da una parte la riconferma dl Superbonus (per i cappotti termici degli edifici ndr) e dall’altra l’istituzione nelle scuole della figura del docente esperto: qualificata, e dunque remunerata con incentivi in più, quest’ultima figura sarebbe a regola finanziabile con i fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza». Due questioni complesse, ammette Sbrana, tanto che il governo vorrebbe togliere tutti gli emendamenti. In ogni caso, «sarà difficile trovare la quadra. Ma finché siamo in carica lavoriamo». E veniamo alla parte del decreto appoggiata dal governo. In tema di medicina e sanità, viene innanzi tutto stanziato un miliardo per far fronte ai maggiori oneri derivanti dall'aumento delle fonti energetiche e anche per far fronte alla spese Covid. Le Regioni chiedevano 4 miliardi. Va poi segnalata l’istituzione di un fondo governativo da 200 milioni di cui 100 milioni per far partecipare l’Italia al nuovo Financial Intermediary Fund della Banca Mondiale per la prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie, ed altri 100 per l’acquisto di vaccini destinati ai Paesi più poveri tramite il COVAX Advance Market Commitment. Arrivano inoltre 15 milioni in più per il bonus psicologo che sale a 25 milioni complessivi. Se non si raggiungesse l’intesa in Stato-Regioni sul decreto dei costi e fabbisogni standard atteso da 10 anni, entro l’anno Mef e Salute dovranno adottarlo. Sono inoltre arrivati i dettagli per il ripiano degli sforamenti del tetto di spesa sui dispositivi medici. Si basano su una proposta di pay back per oltre 2 miliardi complessivi per al periodo 2015-21, inviata dal Ministero della salute alla Conferenza Stato-Regioni. Fa discutere, e alcune forze politiche la vorrebbero smantellare con emendamento ad hoc, la norma secondo cui se le aziende fornitrici di medical device non ripianano, i debiti per acquisti di DM sono compensati dalle stesse regioni, anche mediante Asl ed ospedali, fino a concorrenza dell'intero ammontare. All’articolo 19 si sancisce che per il riparto del Fondo sanitario saranno ancora 5 le regioni di riferimento ai fini del calcolo dei fabbisogni sanitari standard regionali. Se per l’anno 2022 non si raggiungesse l’intesa sul riparto entra in vigore entro questo mese un decreto di determinazione provvisoria dei costi e dei fabbisogni standard da perfezionare entro dicembre. Infine, l’emendamento che piace agli ospedali ma è in “bilico”: per far fronte alle esigenze straordinarie ed urgenti derivanti dalla diffusione del COVID-19, Asl ed ospedali, fino al 31 dicembre 2024, possono stabilizzare a tempo indeterminato personale medico, dirigenziale ed infermieristico o del comparto con almeno 3 anni di servizio maturati al 31 dicembre 2024 (quindi a rigore chi è stato assunto in pandemia): può essere stabilizzato anche personale reclutato a termine in precedenza anche da altre aziende ed enti del Ssn diversi da quello che assume.
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