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sanità

17 Aprile 2024

Screening oncologici, Eco: in Italia media esami più bassi rispetto a media Ue

Sono stati presentati i dati del 'Report nazionale per l'Italia' dell'European Cancer Organisation (Eco), redatto in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi e presentato in un evento a Roma al Senato
 


Prima si scopre un cancro, migliore è la possibilità di cura. Ma in Italia sugli screening per la diagnosi precoce i dati sono allarmanti e le differenze regionali elevate. Per  il tumore al collo dell'utero, per esempio, meno del 40% della  popolazione target è sottoposta a screening, rispetto a una  media Ue del 56%. Nel nostro Paese non ci sono programmi per il cancro al polmone e alla prostata nonostante i recenti investimenti. Sul  tumore al seno il divario tra Nord e Sud Italia è ampio, con un tasso  del 23% della copertura per la popolazione target in meridione, contro il 63% al Nord. Infine, per il colon-retto solo il 77% della  popolazione viene invitata allo screening e in regioni come la Sicilia meno del 20% si avvale di questa opportunità. Sono i dati del 'Report nazionale per l'Italia' dell'European Cancer Organisation  (Eco), redatto in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi e  presentato in un evento a Roma al Senato.





Nel corso dell'incontro si è parlato dello sviluppo di metodi  innovativi per migliorare, promuovere e rendere accessibile a tutti i  cittadini la diagnosi precoce del cancro. Secondo gli esperti, le  ragioni alla base della scarsa diffusione degli screening sono  molteplici, "ma queste lacune contribuiscono a spiegare perché in  Italia i pazienti vengono diagnosticati quando sono già in stadi più  avanzati del tumore, rispetto al resto d'Europa. Ciò ha un impatto  diretto sugli esiti e sulle possibilità di sopravvivenza dei  pazienti".

L'Eco ha dunque illustrato una serie di raccomandazioni specifiche,  tratte dal suo 'Manifesto europeo contro il cancro per il 2024',  evidenziando le migliori pratiche che possono essere utilizzate a  livello nazionale. Queste proposte riflettono le esperienze e le  prospettive raccolte negli ultimi 5 anni rispetto alle politiche per  la lotta contro il cancro promosse dall'Unione europea.



Le raccomandazioni sottolineano la necessità di  migliorare la consapevolezza nel pubblico, condividendo più  informazioni sui sintomi e gli allarmi precoci causati dal cancro.  Necessario poi promuovere un migliore accesso ai servizi sanitari e ai programmi di screening, compreso il potenziamento delle capacità  nell'assistenza primaria, per un'attenzione medica tempestiva. Utile,  inoltre, pubblicare resoconti periodici sui progressi compiuti  nell'attuazione delle Raccomandazioni del Consiglio dell'Unione  europea sullo screening dei tumori, per supportare l'implementazione a livello regionale e nazionale. Fondamentale monitorare i gruppi ad  alto rischio, come le persone affette dai virus dell'epatite B ed  epatite C, capaci di causare cancri.

E ancora: serve fornire solide infrastrutture di dati per i programmi  di screening e standard comuni per consentire una comparabilità  efficace. Infine, è necessario stimolare l'innovazione tecnologica per sostenere migliori pratiche e prestazioni di screening (ad esempio  attraverso l'uso dell'auto-campionamento).

Durante l'incontro di oggi si è anche parlato di altri elementi  critici per la prevenzione, come la crisi del personale italiano in  oncologia e l'importanza della vaccinazione contro il Papillomavirus  umano (Hpv) come metodo efficace contro il cancro del collo dell'utero e del pene, e altri tipi di tumore, sia nelle donne sia negli uomini.





TAG: ONCOLOGIA

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