sanità
10 Febbraio 2023 Gli editori di molte riviste scientifiche hanno vietato o limitato l'uso da parte degli autori di ChatGPT, una chatbot basata sull'intelligenza artificiale, temendo che l’uso di questo strumento possa peggiorare il livello della letteratura accademica con ricerche imperfette e senza fondamento
Gli editori di molte riviste scientifiche hanno vietato o limitato l'uso da parte degli autori di ChatGPT, una chatbot avanzata basato sull'intelligenza artificiale, temendo che l’uso di questo strumento possa peggiorare il livello della letteratura accademica con ricerche imperfette e senza fondamento. Il programma, infatti, è in grado di produrre abstract scientifici falsi, ma abbastanza convincenti da ingannare i revisori umani. Il dibattito si è acceso dopo che ChatGPT è stato accreditato come coautore su alcuni studi, come un lavoro pubblicato in gennaio su Nurse Education in Practice (Elsevier). La risposta dell’editoria scientifica non si è fatta attendere. Holden Thorp, caporedattore di Science, ha annunciato un aggiornamento della politica editoriale, vietando l'uso di ChatGPT e chiarendo che il programma non potrà essere elencato come autore. L’esperto sottolinea che le principali riviste scientifiche richiedono agli autori di firmare un modulo in cui dichiarano di essere responsabili del loro contributo al lavoro, e, poiché ChatGPT non può farlo, non può essere un autore. Ma l’editore ha proibito anche l’uso di ChatGPT nella preparazione di un documento, in quanto lo strumento commette molti errori, che potrebbero assestarsi nella letteratura, eliminando quel controllo approfondito che i risultati scientifici meritano. Tra gli altri editori, Springer-Nature ha esplicitamente vietato di elencare ChatGPT come autore, anche se non ha bandito l’intelligenza artificiale del tutto, permettendone infatti l’uso nella preparazione di documenti, a condizione di renderne noto l’utilizzo. «La questione che ci ha fatto decidere per un chiarimento è stato il fatto di vedere l’intelligenza artificiale citata come autore. Ma con le giuste accortezze, ChatGPT potrebbe essere utile alla scienza, aiutando per esempio le persone non madrelingua inglesi a rendere più scorrevole il loro lavoro» afferma Magdalena Skipper, caporedattrice di Nature. Elsevier, che pubblica circa 2.800 riviste, tra cui Cell e Lancet, ha assunto una posizione simile a Springer-Nature. «Gli strumenti di intelligenza artificiale possono essere usati per migliorare la leggibilità e il linguaggio dell'articolo di ricerca, ma non per sostituire i compiti chiave che dovrebbero essere svolti dagli autori, come interpretare i dati o trarre conclusioni scientifiche» sottolinea infatti Andrew Davis di Elsevier.
The Guardian
https://www.theguardian.com/science/2023/jan/26/science-journals-ban-listing-of-chatgpt-as-co-author-on-papers
Nature News 2023. Doi: 10.1038/d41586-023-00107-z
https://doi.org/10.1038/d41586-023-00107-z
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