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20 Gennaio 2025Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza è cominciato domenica dopo 15 mesi di guerra. L'Oms "è pronta ad aumentare la risposta insieme ai partner delle Nazioni Unite, tra cui l'Unfpa, l'Unicef, l'Unrwa e 67 partner del cluster sanitario”
Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza è cominciato domenica dopo 15 mesi di guerra, dopo quasi un anno di faticosi negoziati, e prevede una tregua di 42 giorni e la liberazione di parte degli ostaggi israeliani in cambio di prigionieri palestinesi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità se da un lato accoglie con “speranza” questa tregua, dall’altra evidenzia come “ci attendono sfide immense per ripristinare il sistema sanitario”. L'assistenza sanitaria specializzata è in gran parte indisponibile, le evacuazioni mediche all'estero sono estremamente lente. La trasmissione di malattie infettive è aumentata in modo massiccio, la malnutrizione è in aumento e il rischio di carestia persiste. Il collasso dell'ordine pubblico, aggravato dalle bande armate, solleva ulteriori preoccupazioni". Di fronte a ciò l'Oms "è pronta ad aumentare la risposta insieme ai partner delle Nazioni Unite, tra cui l'Unfpa, l'Unicef, l'Unrwa e 67 partner del cluster sanitario".
Da una parte gli ostaggi rilasciati e le loro famiglie che devono affrontare "complesse esigenze di salute mentale e fisica", dall'altra la situazione a Gaza dove, ricorda l'Oms "solo la metà dei 36 ospedali rimane parzialmente operativa, quasi tutti gli ospedali sono danneggiati o parzialmente distrutti e solo il 38% dei centri di assistenza sanitaria di base è funzionante". "Si stima - prosegue l'Oms - che circa il 25% dei feriti, circa 30000 persone, subisca lesioni che cambiano la vita e avrà bisogno di una riabilitazione continua. Serve, dice l'Oms, "l'accesso sistematico alla popolazione di Gaza, consentendo l'afflusso di aiuti attraverso tutte le frontiere e le rotte possibili e rimuovendo le restrizioni all'ingresso di beni essenziali". Necessario poi "un massiccio aumento dei finanziamenti per soddisfare le esigenze sanitarie immediate e per iniziare a ripristinare il sistema sanitario, compresa la forza lavoro, la catena di approvvigionamento e le infrastrutture".
L'Oms fa sapere, inoltre, che sta intensificando le operazioni e mobilitando forniture e risorse critiche per la consegna a Gaza. In corso lavori per aumentare con urgenza la capacità di posti letto in ospedali selezionati nel nord e nel sud di Gaza, insieme all'espansione delle capacità operative, al sostegno all'assunzione e alla ridistribuzione di operatori sanitari nazionali e all'aumento del dispiegamento di operatori sanitari internazionali per colmare le lacune.
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