vaccini
24 Maggio 2023 Diminuisce la fiducia dei cittadini nei confronti dei vaccini, come strumento efficace per contrastare le malattie infettive. A distanza di un anno, la percentuale di gradimento da parte degli italiani è passata dal 92% al 76%. È aumentato anche il numero di coloro che nutrono dubbi nei confronti dei vaccini in generale
Diminuisce la fiducia dei cittadini nei confronti dei vaccini, come strumento efficace per contrastare le malattie infettive. A distanza di un anno, la percentuale di gradimento da parte degli italiani è passata dal 92% al 76%. È aumentato anche il numero di coloro che nutrono dubbi nei confronti dei vaccini in generale, passando dal 6% al 17%. Il dato emerge dal sondaggio condotto su un campione di 2300 cittadini realizzato dall’European House – Ambrosetti in collaborazione con SWG, che a distanza di un anno, è tornato a interrogare i cittadini sul livello di gradimento nei confronti dei vaccini. In generale, dopo l’esperienza della pandemia il livello di fiducia nei confronti di tutti i vaccini, e non solo del vaccino per il Covid 19, è aumentato solo per il 15% del campione, rispetto al 33% registrato nel 2022, quando eravamo ancora dentro l’emergenza sanitaria. “La survey fornisce alcune indicazioni importanti – ha sottolineato ieri Rossana Bubbico, consulente dell’Area Healthcare di The European House – Ambrosetti, nel corso della presentazione dello studio “Covid-19, 3 anni dopo” – Anche la diminuzione in percentuale della fiducia dimostrata solo un anno fa nei confronti dei vaccini, potrebbe voler significare che quella stessa fiducia dimostrata un anno fa fosse dettata più dalla paura del virus che da una reale comprensione del valore dei vaccini come strumento di tutela della salute del singolo e della collettività. Basti pensare – ha proseguito Rossana Bubbico – che nell’ultimo anno, se si esclude la vaccinazione anti-Covid, il 34% degli over 65 del campione ha dichiarato di non aver eseguito nessun’altra vaccinazione, nonostante fossero raccomandate dal Ministero della Salute”.
Dal sondaggio emerge, inoltre, che un intervistato su 5 ha riscontrato maggiori difficoltà di accesso anche alla somministrazione della terza e quarta dose di vaccinazione anti-Covid, a causa della poca chiarezza da parte delle autorità sanitarie e alla distanza dei centri vaccinali. Dell’89% del campione intervistato, che si è vaccinato il Covid-19, poi, il 67% ha dichiarato di aver effettuato anche la terza dose, mentre solo il 15% ha effettuato anche la quarta dose. In prospettiva di nuove dosi booster, solo il 42% si dice favorevole ad un ulteriore richiamo, mentre il 9% è ancora indeciso. “Anche se l’emergenza globale si è conclusa, ci accingiamo a vivere in una fase di convivenza prolungata con il virus – ha commentato Tilde Minasi, componente della Commissione Affari Sociali del Senato - Dobbiamo prestare attenzione sia al monitoraggio dell’arrivo di nuove varianti, sia alla tutela della salute dei più fragili”. Mentre per la senatrice Beatrice Lorenzin: “È prioritaria la costruzione di una cultura della prevenzione e la vaccinazione è il primo strumento di prevenzione che abbiamo. Bisogna ingaggiare, per questo, i medici di famiglia e i pediatri, fondamentali sul territorio. La propensione alla vaccinazione- ha proseguito- è scesa insieme alla percezione del rischio. Non possiamo far vivere sempre con l'ansia di un rischio, ma è necessario far passare l'idea della prevenzione. Questo si fa con una comunicazione istituzionale chiara e trasparente”.
E il rafforzamento della comunicazione in campo vaccinale è anche uno dei 10 obiettivi del nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025, che finalmente è stato inserito come punto all’ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni del 24 maggio. Tra le novità più rilevati del nuovo piano figura anche il percorso distinto di aggiornamento del Calendario Vaccinale in funzione degli scenari epidemiologici, delle evidenze scientifiche e delle innovazioni in campo biomedico. Non compare invece il calendario della vaccinazione anti-Covid, né vengono fornite indicazioni circa l’organizzazione della campagna vaccinale anti-Covid per i soggetti fragili. “Ha questo proposito chiedo una circolare delle linee guida per la vaccinazione contro il Covid. Questo è un punto fondamentale perché abbiamo i fragili scoperti – Ha detto, intervenendo alla presentazione della survey, Roberta Siliquini, presidente della Società Italiana d’Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica – Vanno potenziati i dipartimenti di prevenzione, individuando percorsi per le persone fragili. Poi bisogna dare alle Regioni obiettivi di livelli essenziali di assistenza per la copertura vaccinale. Ma anche dare la possibilità alle ASL di individuare la popolazione fragile. Questo oggi per via delle leggi seguite dal Garante della Privacy, non è possibile e questi soggetti sono individuati solo dai medici di medicina generale”. Infine, Francesco Saverio Mennini, Research Director EEHTA del CEIS, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata; Presidente SIHTA, ha sottolineato come la crescita del PIL sia dipendente dal tempo necessario alla messa in atto e all'esecuzione del piano vaccinale nazionale. “Un ritardo nel raggiungimento dell'obiettivo di copertura vaccinale contro la Covid-19 – ha detto - avrebbe generato una perdita di PIL pari a più di 200 miliardi di euro tra il 2021 ed il 2022. L'enormità di queste cifre indica, una volta di più, come la sanità rappresenta un investimento e non un costo per il Paese e per la società nel suo complesso. Mentre la prevenzione vaccinale rappresenta una delle forme di investimento più efficaci e più cost saving”.
Francesca Malandrucco
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