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Medicina

25 Agosto 2022

La telemedicina si traduce in un miglioramento delle visite mediche: ecco lo studio


La telemedicina si traduce in un miglioramento delle visite mediche: ecco lo studio

La pandemia ha determinato una rapida transizione alla telemedicina, anche se questo portato talvolta dubbi e perplessità nei pazienti e nella classe medica la telemedicina funziona, lo dimostra un nuovo studio pubblicato su Annals of Medicine.

Lo studio svolto tra marzo e novembre 2020 su più di 278.000 visite in 55 stati americani ha dimostrato varie cose. La prima è stata un aumento davvero esponenziale della telemedicina. Se in epoca pre-pandemica le visite di telemedicina rappresentavano appena il 3,9% del totale degli appuntamenti, a novembre questa cifra era il 24,4% con un picco tra aprile e maggio dove più di un terzo (circa il 34%) delle visite mediche è stato fatto a distanza (telefono o videochiamata).
Ma non solo, la ricerca ha mostrato come in 9 mesi la maggioranza degli appuntamenti persi siano stati quelli di persona. Su un totale di 69234 appuntamenti mancati, solo il 25% erano appuntamenti a distanza. In questo ampio studio, si è dimostrato come, rispetto alle visite di persona, la telemedicina era associata a una probabilità inferiore del 13% di perdere gli appuntamenti medici stabiliti. Questa probabilità era maggiore col diminuire dell’età (quasi il doppio per la popolazione under 18) e in proporzione alla distanza della clinica o del medico curante. L’unica classe di pazienti in cui la telemedicina non ha mostrato miglioramenti rispetto alle visite di persona riguardava la classe dei pazienti con problemi di salute mentale, dove la modalità che ha mostrato una maggiore aderenza è rimasta quella della visita in presenza. Questa riduzione delle visite perse associata alla telemedicina è molto incoraggiante, concludono gli autori, perché avere meno appuntamenti persi si traduce in meno interruzioni nelle relazioni paziente-clinico, miglior monitoraggio farmaceutico e può aiutare a colmare le lacune nelle cure. Per i pazienti, può anche tradursi in una diagnosi precoce di malattia, prevenire o indirizzare meglio il paziente al pronto-soccorso ospedaliero. Tutto questo si traduce in un risparmio per il servizio sanitario. I ricercatori sottolineano poi come i pazienti che hanno avuto benefici migliori siano stati quelli con malattie croniche (più di 2 visite annue per la stessa problematica) suggerendo che questa tipologia di servizi andrebbe implementata soprattutto per loro.

TAG: PHARMA

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