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Care 2 Cure

26 Luglio 2024

Terapie Hi-Tech in un mondo meno inquinato, missione possibile. Il progetto Care2Cure

Nelle strutture sanitarie come nel mondo del farmaco e dei dispositivi medici si rende necessaria una visione di “Planetary Health”, che tenga d’occhio anche la salute del pianeta visto come un sistema unico, in cui organismi viventi e non viventi concorrono allo stato
di benessere o malattia. Anche in Italia è avviato un dibattito, che il progetto Care2Cure oggi rende più organico


one health

Prescrivere meno e meglio. Rendere ecologici i processi produttivi dei medicinali, la distribuzione e lo smaltimento. Abbattere i consumi energetici negli ospedali alzando la soglia di controlli igienici. Passa dall’ecologia il futuro dei servizi sanitari e delle terapie. Dai batteri antibiotico-resistenti ai nuovi virus zoonotici come lo stesso Covid-19, dalle malattie professionali alle conseguenze del surriscaldamento climatico, l’ambiente influenza da vicino la salute umana. Proteggerlo significa proteggersi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel mondo un caso di morte su quattro sia attribuibile a fattori ambientali e prevede oltre 250mila decessi annui in più a causa del cambiamento climatico per il periodo 2030-2050. In Europa i rischi ambientali e occupazionali rappresentano circa il 10% di tutti i casi di cancro. L’aumento delle temperature si lega all’aumento dei tassi di malattie infettive, allergiche, idriche e alimentari. E, mentre l’esposizione ad ambienti sani è legata a minor incidenza di malattie cardiovascolari, di diabete di tipo 2, più alta natalità, minore mortalità, al contrario l’esposizione agli inquinanti ambientali si associa con tassi maggiori di malattie cardiovascolari, respiratorie, neurodegenerative, e a minor incidenza di tumori, diabete, obesità, malnutrizione, di malattie infettive e mentali. Le patologie correlate all’ambiente, tra l’altro, sono spesso croniche e richiedono terapie giornaliere, protratte per anni, con conseguenze sulla natura. Anche curando si può far danno all’ambiente. Ospedali e laboratori consumano energia e acqua, utilizzano un volume elevato di materiali monouso, producono diversi tipi di rifiuti e, in alcuni processi, usano sostanze potenzialmente pericolose per l’ambiente. Farmaci e dispositivi medici ci sfidano ad interventi ancora più rapidi. Alcuni principi attivi, direttamente o una volta metabolizzati producono inquinanti durante tutto il loro ciclo di vita, dall’altra per essere messi a punto richiedono energia, acqua, emissioni di sostanze inquinanti (gas serra). Ma non è finita: packaging, trasporto, conservazione richiedono lo sfruttamento di risorse naturali, e allo stesso modo può essere complicato lo smaltimento. Nelle strutture sanitarie come nel mondo del farmaco e dei dispositivi medici si rende necessaria una visione di “Planetary Health”, che tenga d’occhio anche la salute del pianeta visto come un sistema unico, in cui organismi viventi e non viventi concorrono allo stato
di benessere o malattia. Una visione che, per inciso, si è evoluta in questi anni nel concetto “One health” che tiene conto anche delle conseguenze del fattore umano sui cambiamenti climatici. L’obiettivo è costruire salute in modo sostenibile. Ad esempio, valutando farmaci nuovi e vecchi non solo in base all’outcome clinico, all’accessibilità economica ed all’impatto sociale ma anche in base all’impatto ambientale. 

Nel 2023, in parallelo con la Dichiarazione di Parigi sui cambiamenti climatici, nota per le disposizioni contro il surriscaldamento globale, federazioni di produttori di nazioni diverse tra cui Farmindustria hanno sottoscritto un Innovative Pharmaceutical Industry Statement dove si impegnano a definire obiettivi net-zero e carbon neutrality, agendo nell’ambito di iniziative internazionali per ridurre le emissioni in tutta la filiera di lavoro. Le imprese stanno investendo in ricerca e sviluppo per produzioni più pulite e filiere più corte in grado di salvaguardare meglio l’ambiente. Efpia, Unione dei produttori di farmaci europei, ha inoltre sottoscritto un documento che impegna le aziende aderenti a promuovere strategie di riduzione delle emissioni e ad applicare un approccio di economia circolare in tutte le fasi di sviluppo dei prodotti. Anche in Italia è avviato un dibattito, che il progetto Care2Cure oggi rende più organico. Per condividere con tutti gli attori della filiera strategie di innovazione legate alla sostenibilità ambientale delle terapie, Novo Nordisk con Edra hanno messo insieme esperti del mondo del farmaco e rappresentanti di associazioni di pazienti. Il collegio di cui fanno parte Carlo Baccetti, Antonio Gaudioso, Francesco Giorgino, Luca Pani, Giuseppe Pugliese, Massimo Riccaboni e Roberta Siliquini ha promosso un policy brief con azioni da intraprendere per far conoscere a pazienti e professionisti l’impatto dei processi sanitari sull’ambiente. Le proposte chiamano in causa: la responsabilità delle aziende a livello nazionale; una presa di coscienza del legislatore italiano, oltre che delle istituzioni internazionali; la necessità di intervenire con la formazione nel rapporto tra professionisti sanitari e pazienti.

Il documento completo è consultabile qui: download.dpsw.it/?g=1948&f=4976&c=0DFC1B9C-CB13-4CC1-AC29-23335C23CF3C


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