PFIZER
25 Ottobre 2024Intervista alla Dott.ssa Lidia Gattini sul Ruolo della Comunicazione e della Consapevolezza Mediatica
Con l’aumento delle fake news e della disinformazione, specialmente su temi scientifici, diventa cruciale insegnare alle giovani generazioni a distinguere le informazioni affidabili. La Dott.ssa Lidia Gattini, giornalista con esperienza ventennale e segretaria generale della Fondazione Media Literacy, ci racconta come il nuovo progetto di educazione mediatica mirato alle scuole italiane possa aiutare studenti e studentesse a sviluppare competenze critiche, a produrre contenuti consapevoli e a diventare cittadini informati. L’iniziativa, innovativa e interattiva, si propone di formare adolescenti come “moltiplicatori di comunicazione” capaci di condividere le proprie conoscenze all’interno dei loro ambienti sociali.
Quali sono le sue aspettative e i suoi obiettivi nei confronti di questo progetto?
Questo progetto segna la prima volta in cui Media Literacy porta nelle scuole un programma di educazione ai temi scientifici e della salute, un’occasione che consideriamo un importante banco di prova. Fin dai primi incontri con scuole e studenti abbiamo visto un grande interesse. Gli obiettivi sono ambiziosi: far sì che gli studenti possano distinguere le fonti attendibili quando si parla di scienza e salute, e che sviluppino la capacità di produrre contenuti di vario tipo, come articoli, podcast e contributi per il web. È essenziale coinvolgere gli adolescenti in questi temi, poiché è proprio in questa fase che si forma una coscienza critica e si rafforza il confronto con il gruppo dei pari. L’alfabetizzazione ai media nelle scuole, una delle poche agenzie formative rimaste, rappresenta un esercizio di democrazia e cittadinanza attiva.
Qual è il contributo della Fondazione Media Literacy al progetto?
La Fondazione Media Literacy, da oltre 20 anni, promuove l’educazione ai media nelle scuole, rendendo i ragazzi protagonisti di produzioni giornalistiche, radiofoniche e web. Utilizziamo il nostro collaudato metodo del "learning by doing" per insegnare loro tecniche di scrittura, registrazione e dizione, avvalendoci di professionisti del settore. Per questo progetto, abbiamo adattato le attività a temi di informazione scientifica e di salute. Inoltre, i ragazzi formati diventeranno “moltiplicatori di comunicazione”, condividendo i propri contenuti attraverso i social e parlando con amici e familiari. La Fondazione non solo li supervisionerà, ma si occuperà di diffondere i loro contenuti tramite la rivista Zainet e il network radiofonico Radio Jeans.
Ritiene che la produzione consapevole di contenuti aiuti anche nella loro fruizione?
Assolutamente. Per produrre un contenuto, bisogna comprendere bene un argomento; ciò rende anche lettori e fruitori più consapevoli. La media literacy implica che, una volta compresi i meccanismi della produzione mediatica, si sia in grado di decodificare le informazioni ricevute e di riconoscere le fake news.
I social media possono essere validi strumenti di alfabetizzazione scientifica per i giovani?
Il problema principale è la disintermediazione: chiunque può creare contenuti, spesso senza verificare le fonti. Tuttavia, i social possono comunque diventare strumenti validi per la divulgazione, soprattutto se i ragazzi imparano a riconoscere fonti attendibili. Oggi esistono influencer e “booktoker” che trattano temi interessanti in modo innovativo, ma per evitare la diffusione di disinformazione è fondamentale educare ai media. I giovani, e non solo, devono imparare a valutare da chi provengono le informazioni prima di accettarle e condividerle.
Lidia Gattini è una giornalista con vasta esperienza nel campo dell'educazione e comunicazione. È attualmente segretaria generale della Fondazione Media Literacy, presidente di Mandragola Editrice e direttrice della rivista Zainet. Ha conseguito una laurea in Lingue e letterature straniere moderne presso l'Università di Torino e ha collaborato per anni come giornalista freelance.
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