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25 Ottobre 2024Intervista a Marco Dotti sulle sfide dell’informazione e il ruolo della media literacy
Apertura:
In un’epoca di rapida trasformazione digitale e disinformazione crescente, la comunicazione assume un ruolo cruciale, specialmente per chi lavora nel campo dell'informazione. Marco Dotti, giornalista e docente presso l'Università di Pavia, con un ampio background nell’etica della comunicazione, offre un approfondimento sulle nuove sfide della media literacy, la complessità delle fake news e il potere della consapevolezza critica nella fruizione dei contenuti mediatici. Nell’intervista, Dotti sottolinea l’importanza di creare un “patto sociale” con i lettori, valorizzando un’informazione etica e condivisa, capace di resistere alle trappole della propaganda.
Quali sono oggi gli obiettivi di un corso di formazione per i professionisti dell’informazione sulle nuove sfide della comunicazione?
Le aspettative si concentrano sul valore etico e civile della comunicazione. La formazione ha l'obiettivo di promuovere un uso critico degli strumenti digitali, incoraggiando una consapevolezza diffusa. Ogni individuo, attraverso questo processo di alfabetizzazione e coscienza critica, può diventare un attivatore di cambiamento, avviando un processo a cascata che trasforma il pubblico in lettore attento e consapevole.
Oltre a trasmettere informazioni, la comunicazione deve costruire uno spazio comune tra chi produce e chi fruisce i contenuti, simile a un "patto sociale". Non basta rispettare delle regole di scrittura; bisogna creare un pubblico ricettivo, altrimenti le persone saranno inevitabilmente attratte da contenuti sensazionalistici. L'etica della comunicazione, infatti, consiste proprio in questo: costruire uno spazio comune che, come affermava McLuhan, inizia dove finisce la propaganda e comincia il dialogo.
Quali sono gli aspetti principali dei suoi studi riguardo il fenomeno delle fake news?
La comunicazione è dinamica e, come tale, si mostra in tutta la sua complessità durante le crisi, quando emerge la sua vera natura. Nel caso delle fake news, il tradizionale rapporto vero-falso si sgretola di fronte a una realtà in cui prevale il “verosimile”. La micro-targettizzazione e la velocità delle informazioni oggi rendono il fenomeno ancora più intricato, creando contesti in cui un’informazione può sembrare vera o falsa, indipendentemente dalla sua accuratezza.
Le fake news, in apparenza semplici da individuare, rivelano in realtà un groviglio sistemico: esse vanno a intaccare quei “gruppi eco-chambers”, comunità chiuse che distorcono l'informazione. Il risultato è un circolo vizioso in cui la logica della disinformazione si amplifica da sola.
Come è cambiato questo fenomeno negli anni?
La disinformazione esiste da tempo, ma i cambiamenti nel sistema di diffusione hanno intensificato l'impatto delle fake news, come è accaduto durante la pandemia di COVID-19. Temi vitali come salute e sicurezza hanno alimentato un'infodemia che ha avuto effetti reali e pericolosi. Questo ci insegna che nessuno è immune alla disinformazione: anche professionisti sanitari hanno diffuso notizie false, minando l’autorevolezza delle istituzioni. È essenziale sviluppare una media literacy capace di rafforzare la consapevolezza e la critica nell’interpretazione delle informazioni, in modo da prevenire il ripetersi di simili crisi.
Quale consiglio darebbe a un utente di Internet?
Oggi più che mai, l'utente deve prestare attenzione all'“effetto commento”, che spesso alimenta dinamiche reattive e crea un alone di dubbio attorno a ogni notizia. I commenti negativi, in particolare, stimolano processi di credulità che si consolidano su basi non autorevoli. Per questo è importante abbandonare la logica del commento e adottare un approccio di lettura critica, evitando di fermarsi ai titoli o ai primi paragrafi.
Consiglio anche di ridurre il sovraccarico informativo, selezionando le fonti e dando priorità a un consumo più lento e critico. L’utente deve diventare parte attiva, sviluppando una coscienza critica che supera l’algoritmo e il consumo passivo, trasformandosi in un lettore attento e consapevole.
Marco Dotti è giornalista e docente di Professioni dell'editoria presso l'Università di Pavia. Direttore editoriale di BV Farm e consulente per Promos Srl nell'ambito della comunicazione strategica B-Corp, si occupa da anni di etica delle piattaforme e comunicazione.
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