Medici di Famiglia
09 Ottobre 2025Al Congresso Fimmg confronto tra il presidente Enpam e il coordinatore delle Regioni sulla governance territoriale e l’equità del Servizio sanitario nazionale.

Al Congresso nazionale della Fimmg, il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti, ha richiamato l’attenzione sui divari territoriali e sulla necessità di valorizzare la medicina del territorio, denunciando l’inadeguatezza delle attuali retribuzioni dei medici di famiglia.
“Oggi dobbiamo pensare a una maggiore personalizzazione dei servizi, tenendo conto dei gap che attraversano il sistema – la componente femminile, quella territoriale e quella anagrafica”, ha affermato Oliveti. Il presidente ha definito “un’indecenza insopportabile” la quota capitaria di 60 euro, citando la Sardegna come esempio di compenso che “non riflette la complessità e la responsabilità del lavoro dei medici di medicina generale”.
Secondo Oliveti è necessaria una revisione complessiva del modello di finanziamento della medicina territoriale, sottolineando che “la qualità delle prestazioni non può prescindere da una corretta valorizzazione economica e professionale dei medici”.
Sul tema dei divari regionali è intervenuto Massimo Fabi, coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che ha richiamato l’importanza del coordinamento interregionale: “Abbiamo venti sistemi diversi e il nostro impegno è renderli sincroni, non uniformi”.
Fabi ha illustrato il lavoro svolto dalle Regioni per integrare i modelli organizzativi previsti dal PNRR e dal DM 737, che ridefinisce l’assistenza territoriale. L’obiettivo, ha spiegato, è garantire equità e continuità dell’assistenza, preservando l’autonomia prevista dal Titolo V della Costituzione.
“La Regione è l’elemento di prossimità del Servizio sanitario nazionale. Il SSN deve essere omogeneo nei livelli essenziali di assistenza, ma modellato sui bisogni specifici delle popolazioni locali”, ha aggiunto.
Fabi ha infine ricordato che l’efficienza del sistema di cura dipende anche da fattori esterni alla sanità, come trasporti, pianificazione urbana e accessibilità ai servizi. “La sanità non è un costo, ma un investimento per lo sviluppo del Paese e delle sue regioni”, ha concluso, ribadendo il ruolo della Conferenza delle Regioni nel ridurre le disuguaglianze e garantire “a ogni cittadino, ovunque, il diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione”.
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