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21 Marzo 2023 Per Case ed ospedali di comunità rischiamo di non essere nei tempi “europei” sia sul personale sia per quanto attiene alle strutture da edificare. Il Collegio del Controllo Concomitante istituito alla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti
Per Case ed ospedali di comunità rischiamo di non essere nei tempi “europei” sia sul personale sia per quanto attiene alle strutture da edificare. Il Collegio del Controllo Concomitante istituito alla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti, al termine delle verifiche sui progetti “Case della Comunità e presa in carico della persona” e “Rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di Comunità)” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha richiamato il Ministero della Salute. Si rischia il mancato raggiungimento del target cui l’Italia è tenuta entro il 31 marzo 2023 propedeutico ai target del 30 giugno ed alle successive erogazioni da parte dell’Unione Europea. I magistrati hanno chiesto al dicastero di adoperarsi per evitare “stasi o rallentamenti procedurali” e di sollecitare alle regioni ed alle aziende sanitarie, se non hanno ancora chiesto anticipazioni sui lavori, di sbrigarsi, e se le hanno chieste di rendicontare le spese effettuate. Bisogna inoltre vigilare “affinché i progetti in corso di approvazione rispondano alle esigenze di funzionalità delle strutture sanitarie da realizzare, con riferimento ai contingenti di personale richiesti, ai servizi e alle opere infrastrutturali connaturate alle attività che verranno espletate”. Infine, il ministero deve controllare l’andamento dei lavori dei soggetti attuatori mentre il Collegio continuerà i controlli avvalendosi delle Corti dei Conti regionali.
Il controllo concomitante della Corte dei Conti è un iter istituito negli anni Duemila per intercettare e prevenire gravi irregolarità gestionali e deviazioni da obiettivi su gestioni in corso di svolgimento: in questi casi il Presidente della Corte può sospendere le erogazioni. In caso di ritardi invece si chiede al Ministero di rimuovere impedimenti ovvero di sospendere il termine, restando in stretto contatto con la Corte ed evidenziando eventuali responsabilità dirigenziali ed erariali. L’Italia per l’attuazione del PNRR riceve dall’Europa tranche semestrali; fin qui tutto è andato bene ma per la scadenza del 30 giugno potrebbero esserci problemi dovuti a falle evidenziate ora. Su Case ed Ospedali di comunità a fine gennaio il Ministero ha risposto che era stato verificato il 98% di Regioni, Asl, Ospedali e che i contratti sono prossimi alla conclusione; tuttavia l’agenzia per lo sviluppo d’impresa Invitalia aveva individuato pochi soggetti attuativi che avevano sottoscritto contratti per l’affidamento di progetti conseguenti all’aggiudicazione degli accordi quadro. Il Magistrato istruttore a febbraio ha chiesto al Ministero i dati di avanzamento dei singoli progetti e a che punto stanno i progetti di chi non ha chiesto anticipazioni, mentre per chi le ha chieste ha chiesto i rendiconti spese. «Si evidenziava, inoltre, tra l’altro, la necessità che i progetti rispondano alle esigenze di funzionalità, con riferimento ai contingenti di personale, ai servizi e alle opere infrastrutturali richiesti”. Dalle controdeduzioni del Ministero si evince che sui trasferimenti di risorse non sono state ancora state rendicontate le spese di Calabria, Marche e Toscana che al 27 gennaio avevano percepito l’anticipazione. Intanto erano pervenute le richieste di anticipazione del 10 % degli interventi da Campania, Emilia-Romagna, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia.
La Corte ricorda che per attivare entro la metà del 2026 oltre 1400 Case della Comunità e oltre 400 Ospedali di Comunità sono stanziati rispettivamente 2 miliardi ed 1 miliardo di euro e che in questa progettazione il Ministero della Salute è Amministrazione titolare, Regioni e province autonome sono Soggetti Attuatori e ogni Asl è Soggetto Attuatore Esterno. Ogni Regione ha riportato al Ministero i propri fabbisogni, sulla base dei dati forniti dalle Asl, ma la realtà con cui il ministero interagisce è “estremamente eterogenea e complessa”. Nel contempo, la stazione appaltante Invitalia S.p.A. ha indetto tre gare per: nuova edificazione, ristrutturazione e riqualificazione di edifici pubblici; restauro, riqualificazione e manutenzione di edifici pubblici sottoposti a tutela; nuova edificazione, ristrutturazione e riqualificazione di edifici pubblici afferenti ad opere strutturali. Al 9 marzo 2023 (data della nota del Ministero), «si ravvisa ancora un insufficiente numero di progetti pervenuti alla fase del Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE) e, in alcuni casi, ancor più estesa appare la carenza di progetti definitivi ed esecutivi, giustificata - in massima parte - dal Ministero come conseguenza delle numerose e differenti strategie di gara messe in atto per la realizzazione del Programma».
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