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Pronto soccorso

28 Ottobre 2024

Ospedali, primari privato accreditato a Bertolaso: facciamo la nostra parte

L'analisi relativa ai ricoveri dei pazienti provenienti dai pronto soccorso delle strutture pubbliche e di quelle accreditate, presentato da Ats Milano, si è prestata a una facile strumentalizzazione. Non ricoverare pazienti dal pronto soccorso non è indice di inefficienza e cattiva gestione ma al contrario è sinonimo di appropriatezza e di attenzione 


ospedale vuoto

"Le parole con cui" l'assessore al Welfare della Regione Lombardia Guido Bertolaso "lamenta che noi, personale sanitario che opera negli ospedali privati accreditati, non facciamo la nostra parte, ci offendono sia in quanto medici sia perché contrarie alla verità. L'analisi relativa ai ricoveri dei pazienti provenienti dai pronto soccorso delle strutture pubbliche e di quelle accreditate, presentato da Ats Milano, si è prestata a una facile strumentalizzazione. Non ricoverare pazienti dal pronto soccorso non è indice di inefficienza e cattiva gestione, come è stato lasciato intendere, ma al contrario è sinonimo di appropriatezza e di attenzione alle reali necessità delle persone che si rivolgono ai nostri ospedali". È la posizione espressa in una nota dal personale medico dei pronto soccorso degli ospedali privati accreditati lombardi, in risposta a una dichiarazione di Bertolaso relativa all'analisi dell'Ats Milano sulle percentuali di ricoveri da emergenza effettuati dalle strutture pubbliche e da quelle convenzionate. La percentuale del privato è risultata essere quasi la metà del pubblico.

Ma i primari delle strutture convenzionate puntualizzano che "fare molti ricoveri in urgenza quando non è strettamente necessario non significa garantire il migliore percorso di cura al paziente. Spesso e volentieri l'assetto ospedaliero, con il conseguente ricovero, non è la strada corretta da percorrere, magari è la più facile, ma non può essere certo considerato l'unico parametro per valutare l'efficienza o meno di una struttura che, privata accreditata o pubblica che sia, colma spesso le lacune dell'assistenza territoriale". "Il numero dei ricoveri che vengono effettuati da Pronto Soccorso verso i reparti - interviene Federico Furlan, primario del Pronto soccorso dell'Irccs ospedale San Raffaele - non è indicativo della qualità dell'assistenza che assicuriamo ai pazienti che ogni giorno si rivolgono al nostro ospedale. La diminuzione dei ricoveri da Pronto soccorso non significa quindi non rispondere in maniera adeguata alle esigenze dei cittadini, ma presuppone un'attività di valutazione approfondita di ogni singolo paziente, che ci consente, in molti casi, di attivare percorsi assistenziali alternativi, evitando così di occupare posti letto ospedalieri e riducendo le liste di attesa".

Nel primo semestre 2024, aggiunge Saverio Chiaravalle, primario del pronto soccorso dell'Irccs Policlinico San Donato, gli accessi presso il nostro Ps sono aumentati rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In aggiunta a ciò, segnaliamo che sono diminuiti gli abbandoni del 20%, segno inequivocabile della fiducia del paziente nel nostro Ps. Obiettivo principale rimane sempre e comunque quello di eseguire ricoveri appropriati e, abbiamo una figura professionale dedicata alla gestione dei pazienti che hanno necessità di percorsi assistenziali alternativi al ricovero ospedaliero, che si occupa di coinvolgere innanzitutto la famiglia dell'assistito e quando necessario, le strutture territoriali, le pubbliche amministrazioni e quindi tutta la rete socio assistenziale attiva sul territorio".

"Sono stupito che si parli della quantità dei ricoveri come se fosse un indice della qualità dell'assistenza in pronto soccorso - commenta il responsabile Pronto soccorso Irccs Istituto Clinico Humanitas Antonio Voza - Il nostro lavoro è dare la migliore risposta a ogni paziente, e questo non sempre comporta un ricovero. Al centro della nostra organizzazione c'è un team multidisciplinare che ci permette di offrire percorsi personalizzati: ad esempio Day Hospital per proseguire le visite specialistiche, percorsi di cura per i pazienti socialmente fragili, circa 2.000 ogni anno, che così evitano accessi ripetuti. La complessità dei pazienti cresce: ogni anno dal 118 arriva il 9% in più di pazienti con codici di gravità maggiori. Nel 2023 abbiamo ricoverato 1.000 pazienti in più rispetto al 2019 pre-pandemia. Tutti questi dati e informazioni sono sistematicamente condivisi con la rete regionale di cui siamo parte".

Il messaggio viene ribadito anche da Andrea Schiraldi, direttore del Pronto soccorso dell'ospedale San Giuseppe, Gruppo MultiMedica, "E' importante considerare il corretto setting assistenziale proposto, che non prevede solo il ricovero, ma anche, per esempio, percorsi specifici, quali fast track, permanenza in area di osservazione breve o iter di presa in carico sociale, che rappresentano spesso, rispetto ai ricoveri, una più corretta gestione clinica dei pazienti che afferiscono ai nostri pronto soccorso". "L'ospedale San Luca - gli fa eco Giovanni B. Perego, direttore del Pronto soccorso dell'Irccs Auxologico San Luca - dà ampio spazio alla casistica proveniente dal Pronto soccorso: il 47% del totale dei ricoveri nel primo semestre 2024. L'elevata percentuale di pazienti provenienti dalla rete Areu 118 (30% del totale degli accessi) è coerente con la specificità di un pronto soccorso mono specialistico cardiologico. La ristrutturazione del Ps, effettuata dopo il Covid, è evidente dimostrazione dell'impegno dell'Auxologico sul fronte dell'emergenza-urgenza, che si traduce in indicatori di performance (tempi di gestione barelle, pazienti e boarding) superiori alla media della città metropolitana", chiosa.

"I medici che lavorano in prima linea nei pronto soccorso sono maggiormente esposti e chiamati a dare risposte in termini di prestazioni e accesso alle cure quotidianamente, con i rischi che ciò comporta. Facciamo la nostra parte, come è giusto che sia - conclude Perego - e non possiamo accettare che tale impegno venga in alcun modo distorto e raccontato in maniera sbagliata perché in ballo c'è la nostra professionalità e le scelte che siamo chiamati a fare".

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