Ricerca
10 Ottobre 2025L’Italia investe sempre di più in R&S e produzione farmaceutica (+13% nel 2024), ma il comparto vale solo l’1,3% del PIL. AstraZeneca ribadisce l’importanza di innovazione, governance e attrattività della ricerca clinica
Nel primo incontro di AstraZeneca Agorà, nuovo format dedicato ai grandi temi del sistema salute, è emerso che la Ricerca e Sviluppo farmaceutica in Italia continua a crescere, con un incremento del 13% della spesa nel 2024 rispetto all’anno precedente e una produzione pari a 56 miliardi di euro. Nonostante i risultati, il settore incide solo l’1,3% del PIL nazionale, mostrando un ampio margine di sviluppo. Francesca Patarnello, VP Market Access & Government Affairs di AstraZeneca, ha sottolineato che rafforzare la leadership nazionale e internazionale richiede investimenti mirati, governance aggiornata e attrattività della ricerca clinica, in grado di trasformare competenze e innovazioni in terapie concrete per i pazienti.
Il format
AstraZeneca Agorà è un format ideato da AstraZeneca Italia per creare un momento di confronto e dialogo sui grandi temi del sistema salute. La parola “Agorà” richiama l’antica piazza greca, luogo di incontro, dibattito e scambio di idee, ed è simbolica dell’obiettivo del progetto: favorire la condivisione di conoscenze tra professionisti, aziende, istituzioni e media per combattere le fake news e offrire un punto di vista trasversale e autorevole.
Nel primo incontro si è parlato del settore Ricerca e Sviluppo italiano, della sua importanza e di come fare per valorizzarlo.
Ricerca e sviluppo, un motore strategico per la crescita del Paese
La produzione farmaceutica italiana ha raggiunto quota 56 miliardi nel 2024, confermandosi leader in Europa. Di questi, 54 miliardi sono destinati all’export, che rappresenta più del 9% del totale manifatturiero. Dati che emergono dal report Indicatori Farmaceutici 2025 di Farmindustria, a sottolineare ancora una volta il ruolo da protagonista dell’Italia nell’industria del pharma. Restano però punti su cui lavorare, come investimenti pubblici, governance e normativa.
“Oggi parlare di R&S è necessario sia per il beneficio dei pazienti che per generare un impatto positivo multidimensionale” spiega Francesca Patarnello, Vice President Market Access & Government Affairs AstraZeneca Italia. “L’Europa deve compiere passi avanti nella ricerca, e l’Italia deve fare lo stesso per rafforzare la propria posizione in Europa. Il nostro Paese ha il substrato necessario per farlo, ma l’attrattività della ricerca clinica deve andare di pari passo con quella dell’innovazione: sono i due elementi chiave di un’unica strategia per rafforzare la leadership del settore farmaceutico in Italia e in Europa. Tutto il valore del comparto si misura nella ricerca di nuove opzioni terapeutiche e nella capacità di tramutare il sapere in prodotti che possano migliorare la vita delle persone. Gli investimenti in questo settore portano a un accesso anticipato alle innovazioni, a un risparmio per il Sistema Sanitario, a un aumento dei posti di lavoro e a un’evoluzione delle professionalità. Inoltre, investimenti chiamano investimenti, a tutto beneficio della società e dei pazienti. Negli ultimi 10-15 anni i modelli nel settore farmaceutico sono cambiati profondamente, grazie soprattutto all’innovazione tecnologica e alle competenze sempre maggiori dei ricercatori: dobbiamo essere pronti a cogliere le opportunità che deriveranno dalle trasformazioni future e non farci trovare impreparati”.
Il valore di un ecosistema più attrattivo
Nel 2024, in Italia, gli investimenti in R&S e produzione sono cresciuti del 13% rispetto all’anno precedente, e del 33% rispetto a cinque anni fa. Anche l’occupazione è aumentata, con +1,4% rispetto al 2023 e +8% negli ultimi cinque anni. Considerando gli under35 (+21%) e le donne (+13%), la crescita appare addirittura superiore.
“L’Italia oggi risulta al quarto posto in Europa per numero di studi clinici – continua Patarnello – una posizione importante, ma sostenuta in gran parte da capitali esteri, principalmente dall’industria del farmaco. L’industria privata investe in modo cospicuo grazie all’attrattività dell’ecosistema italiano, molto dinamico e in grado di contare su professionisti e centri di ricerca d’eccellenza. In questo contesto sarebbe auspicabile aumentare non solo gli investimenti pubblici, ma soprattutto agevolare l’ecosistema della ricerca clinica anche, ad esempio, attraverso il riconoscimento professionale di alcune figure cruciali. L’innovazione farmaceutica è associata a un miglioramento degli esiti di salute, riduce i ricoveri, l’assistenza a lungo termine e la mortalità, migliora la qualità della vita dei pazienti, insomma genera salute e un risparmio per il Sistema Sanitario. È qualcosa di cui i decisori politici dovrebbero tenere conto”.
Politiche di lungo periodo
Nonostante le eccellenze scientifiche e il grande impegno dell’industria, il comparto R&S in Italia rappresenta l’1,3% del PIL, mostrando un grande spazio di sviluppo se confrontato con il 3% dei leader europei.
“Non possiamo permetterci di restare in questa posizione” continua Patarnello. “Per migliorare sono necessari interventi sul quadro normativo e sulla governance, che da una parte devono portare a un’accelerazione nei tempi di accesso ai nuovi farmaci e di conseguenza a una riduzione delle diseguaglianze, che in parte possono essere migliorate con una più snella comunicazione tra Regioni e AIFA”.
La crescita del settore farmaceutico passa inevitabilmente dagli investimenti in ricerca. AstraZeneca si muove proprio in questa direzione, risultando la prima azienda in Italia per numero di studi clinici in corso e nuovi studi avviati nell’ultimo anno.
“Abbiamo stanziato quasi 100 milioni in R&S nel biennio 2023/24, e nel 2023 abbiamo gestito quasi 200 studi clinici attivi in 621 centri in 17 regioni italiane, confermando la nostra presenza capillare” conclude Paternerico. “Abbiamo 19 nuove molecole in ultima fase di sviluppo che rappresentano la promessa di terapie innovative per i pazienti italiani. Fare ricerca, favorire l’innovazione e ottenere un contesto industriale in buona salute sono tre elementi che devono convivere, aspetti complementari che devono essere considerati insieme”.
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