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01 Dicembre 2022Cresce il settore dei biofarmaci a livello globale. Nel 2021 il 35% dei farmaci venduti era biotech, così come il 40% dei nuovi farmaci sviluppati. Le stime parlano di una crescita del 300% del mercato nei prossimi sei anni, entro il 2028

Cresce il settore dei biofarmaci a livello globale. Nel 2021 il 35% dei farmaci venduti era biotech, così come il 40% dei nuovi farmaci sviluppati. Le stime parlano di una crescita del 300% del mercato nei prossimi sei anni, entro il 2028. Sono questi gli highlight fotografati da EY e presentati a Roma lo scorso 29 novembre, in occasione dell’evento “Biotech il futuro migliore. La salute oltre gli slogan”, organizzato da Federchimica Assobiotec. “Si stima che il settore biotech nelle Life Science passerà da 223 miliardi di euro nel 2020 a 731 miliardi nel 2028 – ha commentato Fabrizio Greco, presidente di Assobiotec – Purtroppo, però, nel nostro paese, nonostante la riconosciuta eccellenza nella ricerca di base e nel capitale umano, ci sono tanti blocchi che sono una reale minaccia allo sviluppo del settore”, ha sottolineato Greco.
Gli investimenti in R&S nella Life Science in Italia valgono 1.660 milioni di euro nel 2020, rispetto ai 4.451 della Francia e ai 7.813 della Germania. In particolare, gli investimenti in VC Biotech Life Science, seppur in crescita del 50% rispetto al 2019, si sono attestati intorno ai 62 milioni rispetto agli 884 della Francia.
Per Francesco Saverio Mennini, professore di economia sanitaria e Economia politica presso la facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata: “Il problema della sanità italiana è un problema di scelte politiche. Va investito di più e le risorse si possono trovare, serve la volontà politica per farlo. Siamo l’unico paese che ha i tetti di spesa vincolanti e soprattutto correlati alla spesa corrente – ha detto – Anche i fondi del Pnrr vanno programmati bene e soprattutto va adeguato in parallelo il fondo sanitario, altrimenti, finito il Pnrr, non saremo in grado di mantenere gli investimenti fatti con il piano nazionale di ripresa e resilienza”.
L’evento organizzato da Assobiotec è stata l’occasione anche per fare il punto sulla ricerca clinica in Italia, attraverso una tavola rotonda. Nella ricerca clinica l’Italia sconta il ritardo nell’implementazione del Regolamento Europeo sui Clinical Trial che prevede, tra le altre cose, un numero massimo di 40 Comitati Etici entro la fine del 2022, mentre oggi i comitati sono ancora 90. Per non parlare delle tempistiche di approvazione dei nuovi stabilimenti produttivi e dell’accesso alle cure: ai 429 giorni di time to availability 2017–2020 nazionali (in Germania sono 133 giorni) si devono aggiungere 300 giorni, in media, per l’accesso regionale. “Tempi decisamente troppo lunghi – ha concluso Greco - per pensare che il Paese possa essere attrattivo e competitivo. Ecco perché chiediamo alle Istituzioni, con urgenza, interventi di sistema e di riconoscere il valore dell’innovazione anche quando questa diventa prodotto.”
“Serve un sistema regolatorio chiaro e semplice. Abbiamo dovuto creare un intergruppo parlamentare per affrontare il tema dei comitati etici, che sono ancora troppi – Ha detto nel suo intervento Beatrice Lorenzin, senatrice del PD ed ex ministro della Salute - Mentre noi tentenniamo i nostri competitor, al livello europeo, stanno prendendo pezzi di mercato”. Stefano Vella, docente Global Health dell’Università Cattolica di Roma ha avvertito: “Sul tema del Regolamento Europeo sui Clinical Trial, se l’Italia non dà una risposta in tempo, rischiamo che l’Italia venga tagliata fuori dalle sperimentazioni a livello europeo”. E su ricerca come leva di crescita del paese ha puntato poi, nel suo intervento, Maurizio De Cicco, presidente e Ad di Roche Italia. “Ricerca non è solo salute, ma è soprattutto una delle poche leve di crescita per il paese – ha detto De Cicco - Se una multinazionale riesce a proporre studi, ma manca il potenziale personale addetto agli studi clinici, parliamo di almeno 30mia addetti, è un problema serio. Vuol dire che manca la visione per capire che la ricerca è bene primario del paese”.
Rassicurazioni sull’adozione del Regolamento europeo sui Clinical Trial sono arrivate da Achille Iachino, direttore generale dispositivi medici e servizio farmaceutico del Ministero della Salute. “Il Regolamento europeo, come tutte le norme di derivazione comunitaria, sconta la necessità di fare sintesi con il nostro ordinamento – ha detto Iachino - La fatidica data 31 gennaio 2023, in cui dovremo aver adottato il regolamento, è vicina. Alcune cose sono state fatte, altre sono in via di finalizzazione. Contiamo per quella data di essere pronti”.
Francesca Malandrucco
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