Intervista
07 Marzo 2023 «Immaginiamo le case senza anziani. Se non ci fosse questa compagnia nella nostra casa salterebbe il bilancio dello stato». Parla Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente Pontificia Accademia della Vita, intervistato da Sanità33, riferendosi anche agli anziani non autosufficienti, nel suo libro “l’Orizzonte politico e culturale della nuova legge delega per la popolazione anziana”
«Immaginiamo le case senza anziani. Se non ci fosse questa compagnia nella nostra casa salterebbe il bilancio dello stato». Parla Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente Pontificia Accademia della Vita, intervistato da Sanità33, riferendosi anche agli anziani non autosufficienti, nel presentare il suo libro “l’Orizzonte politico e culturale della nuova legge delega per la popolazione anziana” (ed. LSWR).
Il testo, che inizia a discutersi al Senato, ha l’ambizioso obiettivo di rivolgersi a tutti gli over 65 in Italia, riprendendo una vecchia proposta con rinnovato vigore dopo i tanti decessi di anziani, spesso istituzionalizzati, nei primi mesi del Covid-19. «Quella strage mostrava una contraddizione profonda nella società italiana –dice Monsignor Paglia – da una parte i progressi della scienza ci fanno vivere 20-30 anni in più, ma per altri versi non ci si sa conservare questa vita. Su di noi anziani non c’è un pensiero politico, sanitario, culturale, spirituale né economico. Ma la stessa Carta dei diritti e doveri UE, riportata a inizio libro, sottolinea che l’anziano ha diritto a non essere scartato, a scegliere le cure, a rimanere a casa, a vivere di relazioni. L’obiettivo della legge delega è determinare gli interventi prestazionali prendendo in carico 14 milioni di italiani. La prima scelta obbligata è assisterli a casa dove vivono, unica chance civile ed economica. Nessuno va lasciato a sé stesso ma va accompagnato nel percorso dei suoi anni fino al passaggio della morte». Per Paglia, «una delle questioni principali del disagio degli anziani deriva dal “peccato originale” della divisione tra sociale e sanitario che c’è nel nostro paese. Sul versante-sanità, in assistenza domiciliare l’anziano ha diritto ad appena 17 ore di infermiere l’anno, e d’altra parte gran parte dei bisogni che richiede è sociale. Noi abbiamo scelto il termine di fragilità che accompagna aspetti sociosanitari ed assicurativi: la bozza prevede che per l’intero arco della vecchiaia, dagli 80 anni in poi, siano tutti visitati da équipe medica 1-2 volte l’anno perché nessuno sia solo od abbandonato».
La solitudine è un elemento cruciale tra quelli trattati nella legge delega. «Prendiamo il rapporto nonni-nipoti, se non ci fossero i nonni i genitori dovrebbero trovare ogni anno 15-17 miliardi di euro: l’equivalente di una Finanziaria, la società capisce che la vecchiaia non è solo naufragio. I nonni immettono nella società ondate di affettività verso i nipoti, evitano una quotidianità fatta di solo lavoro, famiglie (magari sparse) e bambini su internet. La scienza –dice Monsignor Paglia – ci dà 30 anni in più da vivere, ma vanno inventati. Con questa legge delega diciamo che la vecchiaia è un’età importante che richiede attenzione politica e responsabilità degli stessi anziani ma anche attenzione delle altre generazioni». Anziani e giovani sono stati le categorie, insieme ai disabili, più colpite anche psicologicamente dalla pandemia di Covid-19, «si tratta delle due età che necessitano di essere prese in cura. Io credo sia importante approvare questa legge delega perché superando la scissione sanitario-sociale mette al centro l’anziano». Significherà trovare personale, «almeno 100 mila operatori sociosanitari specializzati soprattutto sul disabile, nonché intervenire sulla società, sulle stesse città ed abitazioni: in Italia abbiamo 570 mila anziani non autosufficienti in palazzi senza ascensore dal 2° piano in su, e 3 milioni di anziani in comuni sotto i 5 mila abitanti. Si chiede una nuova articolazione dell’assistenza: penso alla telemedicina, alla creazione di centri diurni multidisciplinari. E penso ai malati Alzheimer. Giocoforza pubblico e privato devono allearsi, una prospettiva solo statalista non arriva da nessuna parte. In particolare, per gli anziani poveri e soli, un intervento assicurativo è indispensabile sullo schema Inps Home Care Premium: se si allunga la vita e la non autosufficienza arriva molto dopo la pensione quest’ultima non basta più, servono strumenti per un supporto in servizi od aiuti economici. Questo in qualche modo è tutto previsto dalla nuova legge perché Italia, primo paese UE per numero di anziani, possa dare un esempio e rappresentare l’inizio di una nuova speranza: sapendo che la vecchiaia diventa scarto, abbandono, esclusione, a chi, giovane, verrebbe voglia di diventare anziano?»
Ludovico Baldessin
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