Intervista
29 Novembre 2024Sanità33 ha intervistato Fabio Pieraccini e Umberto Gallo per un’anticipazione dei temi che verranno trattati nel corso della due giorni "Dalla valutazione delle evidenze al governo dell’innovazione: strategie e buone pratiche per il Servizio Sanitario Nazionale” al Palazzo dei congressi
Dalla cronicità alla politerapia, il ruolo del farmacista clinico nella gestione del paziente sarà al centro del XII Congresso Nazionale della Sifact, la Società italiana di farmacia, clinica e terapia, che si terrà a Firenze dal 4 al 6 dicembre, presso il Palazzo dei congressi. Il titolo dell’evento di quest’anno è: “Dalla valutazione delle evidenze al governo dell’innovazione: strategie e buone pratiche per il Servizio Sanitario Nazionale”. Sanità33 ne ha parlato con Fabio Pieraccini del dipartimento farmaceutico AUSL Romagna e con Umberto Gallo, assistenza farmaceutica Territoriale Ulss 6 - Euganea di Padova.
Al Congresso sarà presentata la nuova rete cronicità e politerapia che “vuole essere una risposta e un contributo al profondo cambiamento delle esigenze di salute che vengono richiamate anche nel Piano nazionale della cronicità. Il tutto con l'intento di promuovere interventi basati su un approccio che debba avere una sua unitarietà e centralità sulla persona. Oggi c’è una stringente necessità di affidare al territorio la gestione delle patologie croniche. Il Ministero con il Dm77 ha definito specifici obiettivi strategici che prevedono, oltre alla riorganizzazione delle strutture territoriali, anche la definizione di nuovi modelli di sanità di iniziativa volti ad una corretta identificazione dei pazienti”, spiega Pieraccini. Per Gallo, “in questi ultimi anni, grazie anche al contributo della Sifact, stiamo registrando una costante crescita delle competenze cliniche dei farmacisti che operano sia a livello ospedaliero sia nei servizi farmaceutici territoriali. Nel contesto dei possibili modelli assistenziali di cronicità, il farmacista clinico può assumere un ruolo chiave in diversi ambiti come: nella riconciliazione delle terapie, nelle cosiddette transition of care, nell’ottimizzazione e nella personalizzazione di terapie complesse, nell'ambito di team interprofessionali e nella identificazione delle persone con cronicità complessa per una loro precoce presa in carico”.
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