Farmaci
12 Gennaio 2023 In farmacia ne mancano troppe. In farmacia non si trovano medicine di uso comune all’antitosse all’ibuprofene al paracetamolo in sciroppo, all’anti-asma, pure dei salvavita. Non è un problema solo italiano
In farmacia ne mancano troppe. In farmacia non si trovano medicine di uso comune all’antitosse all’ibuprofene al paracetamolo in sciroppo, all’anti-asma, pure dei salvavita. Non è un problema solo italiano. Ad esempio, la Francia blocca la vendita di prodotti a base di paracetamolo fino a fine gennaio. Il problema non è nemmeno di adesso. Nella lista dell’Agenzia del Farmaco mancavano già ad ottobre 3 mila prodotti e a dicembre il problema si è esteso ad antidiabetici e, in ospedale, ai radiofarmaci per le scintigrafie. Oggi, l’Aifa censisce 3.198 medicinali mancanti: nella metà dei casi, spiega l’Agenzia, si tratta di una cessazione di prodotti che la farmacia può sostituire temporaneamente con altri a base dello stesso principio attivo o nella stessa categoria terapeutica. Nel 46% dei casi però la mancanza non è temporanea.
Per ragionare sulle situazioni che possono condizionare la salute degli italiani e sulle soluzioni da adottare prioritariamente, il ministro della Salute Orazio Schillaci – sollecitato peraltro dalle opposizioni a riferire in parlamento – ha annunciato l’apertura di un tavolo con dentro tra gli altri Farmindustria, i Nas ed i rappresentanti della medicina generale. In ogni caso, lo spiega Giorgio Palù presidente Aifa, non ci sono rischi gravi o imminenti. «Tra i 3.197 censiti sul sito, i farmaci di cui manca un corrispettivo sono 30, di 300 che importiamo dall'estero, e in genere sono usati in sala operatoria. Di molti farmaci in elenco poi non c'è più la produzione: non sono in commercio, ma quasi tutti hanno un'alternativa terapeutica, in particolare ci sono sempre alternative per antinfiammatori, cortisonici, miorilassanti ed antibiotici». Con il presidente della Società Italiana di Medicina generale e delle Cure primarie Simg Claudio Cricelli proviamo a fare luce sulle cause. «Partiamo dai problemi: sono sulle molecole di uso corrente. I farmaci di automedicazione si trovano con più difficoltà. L’influenza e le malattie da raffreddamento sono arrivate tutte allo stesso modo, con picco a inizio dicembre, nei paesi dell’emisfero boreale e c’è stata un’impennata della domanda in un mondo dove tutti hanno giustamente accesso al consumo, in primis i paesi produttori di materie prime quali India e Cina. Nella maggior parte dei casi i prodotti sono sostituibili. Il problema si pone per quelli non sostituibili, antiepilettici ed alcuni antibiotici, ma non ha generato fin qui mancanze deleterie. La produzione resiste, non ci sono cali mondiali d’offerta. Certo, a causa della crisi energetica sono meno frequenti i viaggi di trasporto marino (shipping) e sono cresciuti i costi del packaging che, come ha denunciato Farmindustria a dicembre, possono ripercuotersi su prodotti di prezzo basso, tra i quali rientrano anche quelli coperti dal Servizio sanitario nazionale con prezzo concordato con Aifa. Per esperienza –conclude Cricelli – posso però dire che mai avevo visto una fiammata tra influenza e para-influenze che nell’arco di tempo di 15 giorni desse il triplo dei casi che si registrano ogni anno, non solo in Italia».
Silvestro Scotti, segretario Fimmg, conferma che l'influenza fin qui ha fatto un 20% di contagi in più dell'anno passato e gira in contemporanea al Covid, per il quale si usano gli stessi farmaci sintomatici. Ma avverte che ci possono essere speculazioni. «Molti farmaci carenti sono prescrivibili e hanno un prezzo concordato con il Servizio sanitario nazionale ma hanno gli stessi principi attivi di farmaci da banco, venduti senza ricetta e con prezzi determinati da domanda e offerta». «L'Italia è tra i principali produttori di farmaci ma dipende dall'estero per i principi attivi e il materiale per il packaging, urge aumentare la nostra autonomia produttiva» dice Marcello Cattani, presidente di Farmindustria. Che rivela: «Al tavolo sono emerse situazioni da monitorare, ma non bisogna fare allarmismo. Dei 3000 farmaci mancanti, 1500 sono sostituibili e le carenze sono concentrate in alcune aree come antidepressivi, antinfiammatori, antibiotici, neurolettici, diuretici». Scotti, intervistato da Ansa, aggiunge un ulteriore elemento d’inquietudine: al Sud il problema pesa di più. «In Italia siamo passati da un deposito di farmaci presente in ogni regione fino a qualche anno fa, a soli 6 depositi. Se partirà l'autonomia differenziata - conclude - il problema peggiorerà». In sostanza, in caso di carenze qualche regione potrebbe dire no ad un’altra, «ci potremmo aspettare il blocco dei rifornimenti tra depositi di diverse regioni».
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