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25 Settembre 2024Un italiano su 2 teme i virus influenzali e la prospettiva che possano essere particolarmente aggressivi e contagiosi. Il Covid invece perde centralità, anche se 2 italiani su 3, sia uomini che donne, sono consapevoli che il virus non è scomparso e che potrebbe tornare con nuove varianti
Un italiano su 2 teme i virus influenzali e la prospettiva che possano essere particolarmente aggressivi e contagiosi, come accaduto lo scorso anno. Il Covid invece perde centralità nelle preoccupazioni quotidiane, anche se 2 italiani su 3, sia uomini che donne, sono consapevoli che il virus non è scomparso e che potrebbe tornare con nuove varianti. Ma quasi raddoppia la quota di persone (51,6%) che ora considera quella da Sars-CoV-2 una "normale infezione virale", rispetto al 2023, quando solo il 27% lo assimilava all'influenza. È il quadro che emerge da una ricerca condotta da Human Highway per Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica, presentata a Milano.
L'indagine è ormai una sorta di aggiornamento annuale sulle abitudini della popolazione alle prese con i virus stagionali. Come si curano gli italiani? Il 49,3% ritiene correttamente che la scelta più prudente, in caso di malessere, sia riposare, assumere medicinali da banco (o di automedicazione) e contattare il medico solo se dopo 3 giorni non si osserva alcun miglioramento. Un altro 22,4% preferisce invece rivolgersi immediatamente al medico di base alla comparsa dei primi sintomi, sebbene questa percentuale sia in calo rispetto ai picchi del 2020-2021. Le donne, in particolare, sono più inclini al ricorso ai farmaci di automedicazione: il 57% di loro considera riposo, medicinali da banco e il contatto del medico solo in caso di mancato miglioramento la scelta migliore, rispetto al 42,5% degli uomini. Gli over 65, invece, mostrano una maggiore propensione a contattare subito il medico e attribuiscono un'importanza superiore alla vaccinazione antinfluenzale.
Il tampone in caso di comparsa dei sintomi da raffreddamento? Eseguirlo è ritenuto una scelta corretta dal 40% degli italiani, 1 su 3 adotta un approccio flessibile, mentre il 24,1% ritiene non sia necessario. Sono i giovanissimi (18-24 anni) e la fascia d'età 55-64 anni i più favorevoli al test, con quasi il 47% che lo considera una buona pratica. Al contrario, i 25-44enni mostrano un atteggiamento più cauto, valutando caso per caso, mentre i meno propensi a fare un tampone sono i 45-54enni e i residenti nel Nord-Ovest dell'Italia.
Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'università degli Studi di Milano e direttore sanitario d'azienda all'Irccs ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio di Milano, raccomanda la doppia vaccinazione - anti-Covid e antinfluenzale - per le persone fragili che necessitano di una protezione aggiuntiva, "ma non solo per loro: chi manifesta i sintomi può diventare un potenziale vettore di infezione", precisa. Nella realtà però il trend è in calo. "È fondamentale che i giovani, che mostrano una diminuzione della propensione alla vaccinazione, non sottovalutino l'importanza di questa misura, poiché l'influenza può avere effetti significativi anche su di loro", avverte il virologo. In ogni caso, secondo l'indagine, per il 40,7% il vaccino antinfluenzale è ormai una routine, spesso consigliata dal medico (nel 25% dei casi). In vista della prossima stagione influenzale, il 34% degli intervistati ha dichiarato l'intenzione di fare il vaccino, mentre il 47% - quasi 1 su 2 - lo ritiene improbabile. I più propensi alla vaccinazione sono gli over 45 (40%) sotto consiglio del medico, e gli over 65 (60,5%).
"Attualmente, il 60% degli italiani consulta il medico di base, mentre crescono il ricorso autonomo ai farmaci di automedicazione (25,5%) e la richiesta di consiglio al farmacista (17,8%). Le donne confermano un atteggiamento di gestione e cura più autonomo e consapevole, preferendo in prima battuta l'utilizzo di farmaci da banco per la gestione dei sintomi influenzali, gli uomini tendono a consultare più spesso gli amici e cercano informazioni online. Tra i giovani, l'uso di Internet per ottenere consigli è particolarmente alto (28,6%). I farmaci di automedicazione, riconoscibili dal bollino rosso sulla confezione, si confermano il rimedio più utilizzato (64% della popolazione) per alleviare i sintomi influenzali.
Accanto a questa tendenza è ancora significativo il numero di coloro che in caso di sintomi influenzali credono che l'antibiotico sia il rimedio più efficace: il 15% dichiara di ricorrervi subito. Tuttavia, si osserva una leggera e costante diminuzione dell'uso di questi medicinali in caso di infezioni virali. "Ma il dato resta ancora alto. L'uso indiscriminato di antibiotici può aggravare la problematica della resistenza e non contribuisce al trattamento delle infezioni virali", ammonisce Pregliasco.
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